Inter-Milan: l’analisi tattica

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Benchè non amiamo molto espressioni del tipo sfida decisiva, partita da dentro o fuori e affini [sopratutto quando stiamo parlando della settima giornata di campionato], in questo caso si è costretti ad ammettere che la particolare situazione di classifica delle due squadre milanesi rende questa partita particolarmente delicata. I rossoneri hanno un grande bisogno dei tre punti in campionato, essendo fermi a quota 7; di contro i cugini nerazzurri [che si trovano a quota 12] hanno altrettanto bisogno di una vittoria per tenersi al passo con Juventus e Napoli, le formazioni al momento in testa alla classifica.

CASA MILAN

I rossoneri guidati da Massimiliano Allegri non arrivano a questo Derby in condizioni ottimali: la vittoria sullo Zenit è stata indubbiamente importante per ritrovare un po’ di morale e fiducia nei propri mezzi, ma l’impressione che si ha osservando le partite del Milan è quella di una squadra ancora in itinere, che deve risolvere ancora molti interrogativi. I due principali sembrano essere la coppia di centrali e la posizione di Kevin Prince Boateng: per quanto riguarda il discorso-difesa, Massimiliano Allegri ha costantemente cambiato la coppia difensiva titolare. Un segnale che mostra quanto l’allenatore non abbia ancora deciso a chi affidarsi in maniera stabile [tant’è che nelle ultime ore si sta addirittura profilando l’ipotesi di provare una difesa a 3], ma al contempo è una decisione che Allegri deve compiere in fretta: in questo reparto infatti conta moltissimo l’affiatamento che si viene a creare tra i due giocatori che ricoprono il ruolo. E’ dunque comprensibile che ruotare continuamente gli interpreti non aiuta a trovare un equilibrio al reparto. Per quanto riguarda Boateng, esso è il giocatore che si trova più penalizzato nel cambio di modulo: vorrebbe continuare a fare il trequartista, ma il 4-2 fantasia non sembra sostenibile dalla squadra rossonera. Sarebbe preferibile, a mio avviso, un 4-3-3 più canonico, dove il Tedesco-Ghanese operi da mezz’ala sinistra in linea con gli altri due centrocampisti. Le indiscrezioni di formazione alla viglia parlano addirittura dell’esclusione del 10 rossonero dall 11 titolare del Derby, mettendo così ancor più a fuoco una situazione problematica in questo senso.

In ogni caso nelle ultime partite Allegri ha dimostrato di avere in mente un Milan molto camaleontico, che parte con un 4-3-3 di base, ma che può cambiare modulo anche a partita in corso, a seconda delle esigenze che si presentano durante la gara. Difficile quindi ipotizzare il posizionamento di base [e sopratutto quello a partita in corso] da parte dei rossoneri; e inutile è ripetere ancora che la squadra si trova priva di grosse individualità, e perciò dovrà affidarsi all’ordine e allo spirito di gruppo per sopperire alle carenze sul piano tecnico.

CASA INTER

Abbiamo appena definito il Milan come una squadra, negli ultimi tempi, che cambia spesso modulo: ebbene, a maggior ragione lo possiamo dire dell’Inter targata Stramaccioni, il quale dal primo giorno di militanza sulla panchina nerazzurra ha fatto capire subito che aveva in mente una squadra in grado di cambiare il proprio schieramento tattico in corsa, per adattarsi alle diverse esigenze ed avversari. La tendenza già chiaramente osservata nel finale dello scorso campionato si è evidenziata anche in questo inizio di stagione, dove abbiamo visto l’Inter schierarsi con il 4-3-1-2, il 4-2-3-1 e il 4-3-2-1: l’ultima evoluzione del pensiero Stramaccioniano è però la difesa a tre, la quale porta i nerazzurri a schierarsi con un 3-5-2 base che però in realtà si trasforma spesso in un 3-4-1-2 quando in campo c’è Sneijder. L’assenza dell’olandese nel derby quindi ci suggerisce che vedremo i nerazzurri affrontare il derby con il 3-5-2; schieramento con il quale il giovane tecnico dell’inter spera di trovare una solidità difensiva che alla sua squadra in qualche occasione è mancata.

LE VALUTAZIONI

Sulla carta le individualità sono a vantaggio dell’Inter; nelle file nerazzurre ci sono diversi giocatori in grado di indirizzare la partita con una giocata personale. Psicologicamente, benchè anche la stagione nerazzurra sia iniziata al di sotto delle aspettative, l’Inter sembra stare meglio, ma la storia di queste partite ci insegna una cosa: spesso chi arriva in condizioni peggiori poi vince il derby. Tutto dipende dalla capacità dell’allenatore di riuscire a compattare il gruppo, di far vivere ai propri giocatori la stracittadina come un’occasione importante per riscattare un momento fiacco, come una vittoria prestigiosa attraverso la quale rilanciare le ambizioni. Se Allegri riuscirà a fare tutto questo il Milan se la giocherà con i nerazzurri. La nostra impressione comunque è quella che vedremo un derby molto equilibrato, con un leggero vantaggio per l’Inter [che però ha giocato Giovedì e potrebbe non essere in condizioni fisiche ottimali]: ne potrebbe emergere la cosiddetta partita da tripla, come alla fine lo sono un po’ tutti i derby.

LA CHIAVE: Il 3-5-2 è un modulo ideale per essere attaccato con un 4-3-3; Nagatomo e Pereira, impegnati nel classico doppio lavoro offensivo-difensivo che comporta questo schieramento, potrebbero concedere spazi agli esterni d’attacco rossoneri. Al centro Allegri dovrà obbligatoriamente affidarsi alla voglia di riscatto di Pazzini, dal momento che Pato sarà ancora fermo ai box. Dietro invece assumerà un ruolo chiave il duello Milito-Bonera; il centrale italiano ha le doti fisiche per reggere i cambi di ritmo dell’Argentino; importante sarà anche il lavoro di De Jong in primo pressing su Cassano, che fungerà da ispiratore del gioco nerazzurro.

IL GIOCATORE CHE SCHIEREREI: Robinho. Non conosco la situazione disciplinare del brasiliano e i suoi attuali rapporti con l’ambiente rossonero; resta il fatto che il Milan ha disperatamente bisogno di un giocatore in grado di dare imprevediblità alla manovra rossonera, e di calciatori che hanno l’esperienza tale per non venir schiacciati dalla pressione che deriva dal giocare una sfida così carica di significati come è sempre un Derby. In un buon coro come quello di Allegri, serve qualche solista in più oltre al giovane El Sharaawy.

IL GIOCATORE CHE NON SCHIEREREI: Per questa particolare occasione, avrei delle riserve su Mattia De Sciglio: il Derby è appunto una partita particolare e un classe 92 al suo primo anno in Serie A potrebbe sentire particolarmente l’emozione di dover giocare una partita nella quale il minimo errore potrebbe rivelarsi fatale. Abate non ha una storia felice nei Derby ma è un giocatore con certamente maggiore esperienza: forse per la particolare occasione ci affideremmo a lui.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]