Jarno Ioverno, dal CRV Piemonte al sogno Mondiale Superbike

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jarno iovernoDal CRV Piemonte al Mondiale Supersport 300. Un salto di classe per pochi eletti. Jarno Ioverno (nella foto), 20 anni, pilota di Chieri “made in CRV”, sta affrontando i suoi primi anni nel “mondo dei grandi”, mettendosi in luce. Un passato da rugbista, una carriera da pilota ancora breve, ma già prolifica, e il sogno di correre il mondiale Superbike. Noi lo abbiamo intervistato.

Prima di tutto: da dove arriva il nome Jarno?

“Quando è arrivato il momento di scegliere il nome, mia mamma e mio papà hanno iniziato le solite discussioni, fino ad arrivare alla scelta fra Lorenzo (Renzo Pasolini) e Jarno (Jarno Saarinen, pilota finlandese), che erano i due idoli di mio papà: ha vinto Jarno”.

Ci racconti l’inizio della tua avventura nel motociclismo nel CRV?

“Sono cresciuto nell’ambiente delle due ruote perché i miei genitori hanno un negozio e officina. Quando avevo due anni mia nonna mi ha preparato la prima mini moto, era una mini senza motore solo telaio, pedaline, manubrio, mi ha messo un cuscino come sellino e io mi spingevo con i piedini in cortile (anche sua nonna è sempre andata in moto: ndr). A 4 anni ho iniziato con le prime garette di mini moto, esclusivamente per gioco, tipo sagra della salsiccia o della pasta… Ma sono cresciuto in fretta e stavo scomodo sulle mini, poi troppo agonismo intorno alle garette non ci piaceva, così un giorno ho chiesto di andare a giocare a rugby. Ho giocato a rugby fino ai 16 anni, sono stato selezionato per gli italiani, ruolo dell’estremo. Non ho però mai smesso di andare in moto, facevo cross, motard, a 14 anni 50 motard da strada. Nel 2014 è arrivata in negozio la minigp Ohvale, me ne sono innamorato subito, dopo qualche prova nei kartodromi, ho convinto i miei a fare il primo campionato CNV categoria Rookie, ho vinto; il secondo anno essendo molto più grande dei miei avversari bambini mi hanno passato nella categoria agonisti (con gli adulti) e sono arrivato secondo. Così ha avuto inizio la mia carriera agonistica. Nel 2016 ero pronto per passare alla ruota alta, ho provato la moto di mia mamma una Yamaha SZR 660 pronto pista a Cervesina, e mi sono subito trovato bene. In quell’occasione ho conosciuto Nino Di Gangi che mi ha fatto molti complimenti. Nino ci ha invitati ad una cena dove ho conosciuto Alessandro De Gregori e Giulia Pozzato del moto club TTN Racing Club. Era tutto pronto per iniziare la mia storia con le 300cc che sarebbe stato il giusto passaggio arrivando dalle minigp, ma mio papà si è ammalato gravemente e sembrava per me tutto finito. Invece, Nino è venuto da mia mamma e ha proposto di darmi la sua Kawasaki zzr 600 per fare il CRV, considerando che avevo 14 anni, mia mamma era preoccupata, ma come sappiamo fare bene noi motociclisti l’ho talmente sfinita che ha accettato… Così ad aprile 2017 ho preso parte alla mia prima gara con la Kawasaki di Nino, intanto mio papà era uscito dall’ospedale e ci accompagnava. Mi sono fin da subito sentito ben supportato e assistito da Alessandro, Nino, e Giulia che faceva l’ombrellina, mia mamma sempre al mio fianco. Prima gara a Varano nelle Q2 pianto una botta incredibile, moto a pezzi, Nino e mio papà riescono ad assemblarla con fil di ferro e nastro americano e parto per la gara. Al penultimo giro ho perso il coperchio dell’olio della pompa freno e mi lavo collo e tuta, non so come, ma per spirito di sopravvivenza ho finito la gara frenando con il posteriore, e ho vinto la mia categoria. Così è iniziata la mia avventura sulle due ruote! Primo podio tra lacrime di felicità di tutti con la 600 a 14 anni! Il secondo anno ho partecipato al CRV categoria Expert con una Kawasaki Ninja 636 e ho vinto. Nel 2019 ho partecipato al MES con una R6 che mi ha sponsorizzato mia nonna ed ho concluso 6°, anche perché l’ultima gara l’ho fatta con una 300 a noleggio per allenarmi perché mi era arrivata la proposta di fare una wild card a Magny Curs nel mondiale. Nel 2019 ho partecipato al Mondiale 300. Nel 2020 mi è arrivata l’occasione di provare una BMW 1000 del team 322, dove ritrovo la mia ombrellina Giulia. La prima volta che sono passato dalla 300 alla 1000 era ottobre 2020, mi sono terrorizzato, non riuscivo a tenere tutti quei cavalli, avevo gli occhi fuori dalla visiera…. era nel contesto della gara CRV a Cervesina, poi come sempre Alessandro De Gregori mi ha detto: non preoccuparti, se non vuoi fare la gara con la 1000 non la fai, nessun problema, ma visto che hai questa possibilità fatti ancora un turno, dato che ci sei… Cristian il marito di Giulia e Team manager del 322 mi ha sistemato la moto con un’erogazione più dolce, sono ripartito e… mi sono innamorato! Ho fatto la gara piazzandomi secondo! Non sono più sceso da quella moto!”.

Come valuti la tua esperienza sin qui?

“La mia crescita non è stata eseguita con i giusti step, sono passato dalla 600 alla 300, dalla 300 alla 1000. Purtroppo non ho potuto fare il giusto percorso perché un pochino di sfiga riguardo la salute di mio papà ha condizionato la nostra situazione anche lavorativa. Per fortuna la mia famiglia non ha mollato hanno sempre creduto in me, mia mamma prendeva il camioncino e partivamo in giro per l’Italia e non solo anche durante il Mondiale eravamo lei e io. Però sono contento perché mi sono guadagnato esperienza, guidando moto anche non adatte ma volevo arrivare ed ho imparato a passare sopra i problemi, prima di tutto dobbiamo dare del gas, poi si parla di tutto il resto Il CRV è stato per me un trampolino di lancio importante, è un ambiente bello ben organizzato, sono riconoscente e felice di averci preso parte. Ero il ragazzino più giovane ho corso con deroga speciale, mi hanno accolto bene tutti gli altri piloti”.

L’anno prossimo dove correrai?

“Con il Team 322 ho trovato una seconda famiglia, mi hanno aiutato a migliorare la guida e superare le difficoltà senza mai smettere di crederci. Abbiamo affrontato il primo anno nel National Trophy nel 2021, dovevo imparare tanto, qualche caduta di troppo non mi ha fatto concludere nella top ten, ma tutta esperienza che abbiamo messo da parte e nel 2022 abbiamo ottenuto dei buoni risultati, tipo un tempo come 1.36 a Misano e 1.52 a Mugello, Giulia è la nostra telemetrista, Cristian il Team manager e meccanico più ovviamente tutto l’organico indispensabile. Abbiamo concluso con la vittoria del Trofeo inverno a Bari”.

Cosa ti aspetti dal prossimo campionato?

“Nel 2023 siamo ancora un pochino indecisi tra CIV o National Trophy, più probabile il secondo, abbiamo raggiunto un buon livello di conoscenza della moto e del mio stile di guida, credo che riusciremo a fare un buon risultato ci sentiamo pronti e stiamo lavorando molto. Se raggiungeremo il budget necessario, vorremmo partecipare come wild card al Mondiale Superbike a Misano. Siamo carichi!”.

Hai mai paura in pista?

“No, non ho mai paura, ma non dimentico che è uno sport pericoloso, per questo lavoro molto come preparazione fisica e mentale per avere lucidità. Il Team mi dà la giusta sicurezza garantendomi sempre la moto in ordine. Andare in pista a quelle velocità non è un gioco è un lavoro, tutto deve farti stare bene. Sono comunque dell’idea che il nostro destino è già scritto, non faccio nulla a caso ma il mio più grande desiderio è andare in moto e andarci il più forte possibile, è un’ossessione, tutto gira intorno al calcolo dei tempi ed al raggiungimento di obiettivi, è bellissimo! Credo che se uno ha paura di andare in moto è meglio che smetta per il semplice fatto che se dovesse avere paura in pista rischia di fare cazzate”.

Quando non gareggi cosa fai?

“Non sono un amante della vita mondana, discoteca e serate non fanno per me. Mi piace il cinema e stare con gli amici. Amo lo sport in generale, pratico snowboard, nuoto, equitazione, bici. Resta inteso che la moto è al primo posto per cui Cross, Flat, Motard, appena possibile pista con la mia BMW. La giornata fuori dai circuiti inizia presto al mattino per allenarmi, comunque tutti i giorni. Dalle 9 sono in officina dei miei genitori dove lavoro dal lunedì al venerdì fino alle 19. Se non sono riuscito ad allenarmi bene, metto il Weight Vest (gilet zavorrato) anche al lavoro, per non perdere tempo. In estate nell’intervallo del pranzo vado a correre così da sopportare meglio le alte temperature in pista. Seguo un’alimentazione specifica tutta la settimana però ho il giorno di “Sgarro” pizza o schifezze varie”… Sono un “garista” un po’ in tutto, ci gioco, per esempio se partiamo dal lavoro per andare a casa con mezzi diversi mi piace arrivare primo, cerco il limite un po’ in tutto… mi “ingarello” ai semafori… mi diverte!”.

Il tuo pilota di riferimento?

“E’ una domanda per me difficile, perché credo che ogni pilota sia unico, guardo con ammirazione tutti i piloti veloci esamino il loro stile di guida la loro particolarità, cerco di cogliere tutto ciò che mi può servire per migliorare sempre di più. Seguo diversi piloti, ed ognuno mi regala emozioni, Valentino per tutto ciò che ha fatto e continua a fare per il nostro mondo, Marquez per l’esempio della forza e determinazione a superare le difficoltà, Redding mi piace per il suo stile, come Rinaldi e Del Bianco. Ho fatto una gara al Mugello testa a testa con La Marra, mi sembrava incredibile essere li a battagliare (anzi, alla fine gli sono stato davanti), con un pilota che seguivo e tifavo da ragazzino è stata una bellissima esperienza. Ecco non mi sento di dire che cerco di imitare un pilota, ne ammiro molti, ma rimango me stesso. Sono orgoglioso del mio Team anche per questo, non hanno mi hanno mai chiesto di cambiare il mio modo di guidare per adattarmi alla moto, ma hanno cercato di adattare la moto a me”.

Il tuo sogno?

“Non ho dubbi, è il mio sogno nel cassetto da quando sono bambino. Diventare un pilota nel Mondiale Superbike”.