Juventus, il punto: pesa il poco turn over applicato

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logo-juventusCome l’anno scorso, meglio dell’anno scorso. Paradosso che sta solo nel gioco di parole. Come l’anno scorso (leggere novembre 2012), la Juve si è fatta trovare esausta e svigorita al rientro dopo un’impresa europea: allora contro il Milan, vittorioso grazie ad un (dubbio) rigore di Robinho per mano di Isla; sabato per mano (meglio, piede, caldissimo piede) di Totti, trascinatore carismatico e tecnico della Roma.

Ma meglio dell’anno scorso (ossia, la stagione 2011/2012) la squadra bianconera ha fatto in termini statistici: dopo 25 giornate, l’ultimo campionato, aveva collezionato 50 punti; adesso, dopo lo stesso numero di gare, ha 5 punti e ben 13 gol in più (50 contro 37). Rispetto alla stagione conclusa con il successo di Trieste ed il trofeo alzato da Del Piero a Torino, inoltre, è migliorata anche la posizione: dopo il pari strappato a Milano il 25 febbraio, la Juve era in scia proprio del Diavolo, distante una sola lunghezza; ora, invece, è ben riparata da 4 punti, demerito soprattutto di un Napoli che puntualmente non sa cogliere le occasioni e rispondere presente nei momenti in cui i bianconeri rallentano.

Senza avversarie agguerrite, così, Buffon e compagni possono recuperare fiato relativamente con tranquillità. Ad avere un allenatore che lo permetta, ovvio. A Conte, non tanto la quarta sconfitta in campionato in sé, quanto la prestazione scialba ed apatica dell’Olimpico, non è per niente piaciuta.

Un po’ se l’è cercata, a dire la verità, schierando praticamente la stessa formazione contro Fiorentina, Celtic e Roma. Poco credibili le lamentale per le 3 partite in 7 giorni, se scegli di adoperare gli stessi giocatori, appellandosi poi ad un «nessuno ha detto che era stanco» come movente. Anche perché esausti, hanno ciccato la sfida di sabato sera cardini come Vucinic e Vidal, fuori partita e richiamati in panchina molto presto.

Proprio per dare riposo alle gambe di alcuni elementi più che stressati, Conte ha concesso due giorni di riposo. Proprio per richiamare gli stessi all’ordine, però, ha fissato la ripresa martedì mattina alle ore 8 (otto!) di mattina: mai, nella storia della Juve ed in quasi due anni di gestione del tecnico leccese, era stato organizzato un allenamento a quest’orario, insolito ovunque nel panorama calcistico italiano. Se le conseguenze degli impegni europei sono il mantenimento del primato con tranquillo vantaggio ed una sveglia albeggiante, ovvio, i bianconeri si augurano a maggior ragione di affrontarle fino a maggio.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]