Juventus, il punto: tanto equilibrio, rigore decisivo

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logo-juventusChi di “1-0″ ferisce, di “1-0″ perisce. Conte non sarà contento, ma è inevitabile riscontrare le somiglianze tra la vittoria del Milan all’andata e quella della “sua” Juve allo Stadium: partite con pochi acuti, equilibrio sostanziale, rigore decisivo.  Stavolta, è stato decisivo Vidal, ancora lui dopo la doppietta con la Lazio: altri 3 punti per la squadra bianconera, o meglio altri 3 in meno per lo Scudetto, verosimilmente festeggiato il 5 maggio.

Solo 1, invece, ne resta ai rossoneri, alla prima sconfitta del 2013 in campionato, sulla Fiorentina: altro che secondo posto, sarà lotta per conservare il terzo. Senza attaccanti, non senza idee, Conte: ancora il solo Vucinic (finto) punto di riferimento e tutti e 4 i centrocampisti centrali in campo (Pirlo-Pogba-Vidal-Marchisio) con il rientro annunciato di Chiellini. Senza Balotelli, non senza voglia di attaccare, Allegri: tridente (Robinho-Pazzini-El Shaarawy) e un Boateng in mediana con Montolivo su Pirlo.

Primo tiro dei rossoneri, con una girata da fuori di El Shaarawy, bloccato da Buffon. Prima occasione vera, però, per i bianconeri: un fallo di mano di Robinho ha portato al 7′ Pirlo dalla sua zolla preferita (ma il regista della Nazionale ha parti del campo che non gli vanno a genio?); il tentativo del “21″, deviato da Ambrosini, è diventato una serpe velenosa che solo un guizzo incredibile di Abbiati ha saputo deviare nel suo beffardo corso verso la rete.

Se la fortuna aiuta gli audaci, la sfortuna becca chiunque: pochi istanti dopo il poderoso intervento, il portiere ha accusato un riacutizzarsi di un problema al polpaccio (evidente, la fasciatura già applicata in quel punto) che l’ha costretto alla prematura resa. È entrato Amelia ed è uscita la Juve: almeno per 20′ il Milan si è fatto vedere più spesso dalle parti di Buffon e fatto sentire senza soste sulle gambe dei rivali. Tanti, i palloni persi da bianconeri insospettabili (Marchisio è stato redarguito in malo modo da Conte in plurime occasioni; Pirlo ha calibrato senza la canonica precisione più di un lancio): poche, però, le opportunità rossonere, dato che tali non si possono ritenete un tiro alto di Ambrosini, un tocco improbabile sottoporta di Robinho ed una girata al volo sballata di Montolivo. Meglio la squadra di Allegri, quindi, ma niente da ricordare.

A lungo entrambe attendiste e prudenti, le squadre hanno affrontato la ripresa con piglio diverso: la Juve finalmente stanziando nella metà campo avversaria, il Milan con l’inserimento di Muntari per un acciaccato Ambrosini. Tutta un’altra partita, allora: le formazioni si sono scomposte come non avevano fatto nel primo tempo, lanciandosi all’offensiva. Come Mexes, che, recuperata palla al 5′, è penetrato nel cuore del territorio bianconero ed ha tentato la conclusione, fermata da Buffon. Pareva tornare in crescita la compagine di Allegri, a quel punto.

Poi, un lancio, un errore ed una trasformazione ed in pochi secondi tutto è cambiato: al 10′ Pirlo ha osservato un movimento di Asamoah sulla sinistra e l’ha assecondato non proprio in maniera precisa. Ma proprio il metro fuori giri del lancio ha giocato un brutto scherzo alla difesa rossonera: il ghanese è comunque scattato, sorprendendo Abate ed anticipando un ritardatario Amelia. Rigore netto, come contro la Lazio. E come contro la Lazio Vidal si è presentato sul dischetto con una freddezza sovrumana: settimo centro dagli undici metri per il cileno, questa volta per giunta con una perfezione chirurgica, all’incrocio dei pali.

Effetto adrenalinico immediato per la Juve, che ha approfittato della demoralizzazione rossonera ed ha preso in mano il gioco, come non le era riuscita fino al vantaggio. Più (e subito) vicina la squadra di Conte al raddoppio, che quella di Allegri al pareggio: Mexes si è immolato per frenare Vucinic, Amelia ha bloccato un insidioso rasoterra di Bonucci. Senza forze e senza inventiva, il Milan ha provato qualcosa una volta che Bojan ha preso il posto di uno spento Robinho: qualche dribbling, suo e di Constant, e poco più.

Demotivante, in effetti, riscontrare che El Shaarawy è stato importante soprattuto (per non dire, solo) per alcune folate a marcia indietro ad inseguire la lepre bianconera di turno. Brutta vita senza Balotelli. Vendetta compiuta per la Juve, checché ne pensi Conte.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]