Juventus: possibile recupero di Giovinco per il derby?

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logo-juventusAncora un rientro, ancora un’attesa, ancora una speranza. Scomodiamo Friedrich Nietzsche, perché Sebastian Giovinco lo merita: il suo è un “eterno ritorno” alla Juve. Ritorno dall’esperienza ad Empoli, ritorno da quella a Parma, ritorno dagli infortuni. L’ultimo, storia di inizio aprile, l’ha tenuto fuori nella gara della disperata rimonta con il Bayern, dopo che all’andata era stato comunque costretto a guardare dai postumi dell’entrata assassina di Cambiasso.

Assente nelle partite che contavano il sogno di una stagione, suo malgrado ma anche sua condanna: mai decisivo, come tutti si aspettano da lui. Solo in Coppa Italia, in quest’annata che doveva essere della sua definitiva consacrazione, ha lasciato il segno risolutivo, due volte: alzi la mano chi se ne ricorda, però. Per il resto, finora, 9 gol tra campionato e Champions, frutti di 29 gare complessive da titolare e 2570 minuti.

Poi, dribbling, guizzi, indiscutibile impegno, sì, ma anche l’intermittente pioggia di fischi riservatagli dal pubblico amico, tanto severo perché tanto esigente nei suoi confronti. Lo vorrebbe trascinatore, leader, degno di quella “10″ che lui stesso non si è sentito di ereditare, ammissione di impotenza inequivocabile che non l’ha aiutato. Le mani ad invitare i tifosi ad aprire gli occhi, il dito sulla bocca a zittire le critiche: segni di un malessere che, non appena ha avuto l’occasione, Sebastian ha sempre esternato. Più per darsi forza che per rispondere ad appunti che forse lui stesso riconosceva.

Ora, è di nuovo sull’uscio del campo per l’ennesimo ritorno. Proprio alla vigilia della partita con il Torino, che, quando era una “Formichina” di 7 anni ancora non atomica, lo scartò in un provino. Proprio nell’imminenza del derby della sua città, quindi, quello che all’andata aveva contribuito a colorare di bianconero: suo, il secondo gol, intermezzo alla doppietta del concittadino Marchisio.

Con lui «abbiamo ricordato le tante stracittadine giocate a livello giovanile – ha detto Giovinco in settimana, in un confronto con allievi del settore bianconero – La sfida con il Toro, per gente come noi, ha un sapore particolare». Magari questa volta non la vivrà dal principio: Conte pare orientato a riproporre il 3-5-1-1, modulo che gli consente facilmente di virare in corsa alla difesa a 4, da tenere in considerazione visto il gioco offensivo della squadra di Ventura.

La “Formica” potrebbe avere l’ennesima occasione di diventare “atomica” a partita in corso, però: un gol che decida il derby, addirittura un gol che valga lo Scudetto potrebbe garantirgli un’iniezione di fiducia per l’avvenire. Deve imparare a restare, Giovinco, e spezzare il suo eterno ritornare.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]