Juventus: ritorno alla realtà e considerazioni di mercato

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logo-juventusÈ tempo di tornare alla realtà, per la Juventus, ad uno Scudetto che sembra vinto ma ancora non lo è, alla Lazio avversaria lunedì. Cosa è rimasto, però, dopo il triste risveglio dal sogno europeo? Sensazioni, consapevolezze, statistiche.

Rimpianti no, perché il Bayern Monaco si è rivelato troppo forte per alimentarne e perché, finché non si è infranto contro il “grattacielo” bavarese, il percorso bianconero in Champions, dopo 3 anni di assenza, è stato ricco di soddisfazioni.

Le sensazioni, infatti, restano positive, anche dopo la mancata “rimontona” e la conseguente eliminazione con nuova sconfitta. Incapace di ridurre con la sola forza dei nervi e del cuore un divario parso troppo ampio, la squadra di Conte si è comunque battuta con generosità, volitiva seppur inconsciamente rassegnata all’estrema difficoltà di riuscita. È emersa la costante crescita di Pogba, talento puro oggi, campione sicuro domani; Buffon ha fatto rimangiare a Beckenbauer le battute infelici di Monaco, dimostrando che per il “pensionamento” c’è tempo; Asamoah ha ridato segni della sua esuberanza, smarrita dopo la stressante campagna d’Africa a gennaio.

Oltre le suggestioni rosee, ci sono poi considerazioni che dovranno essere fondamenta per il futuro, per tornare da protagonista in Europa. Se l’esperienza la si può acquisire anche nelle sconfitte cocenti, il tasso tecnico dell’organico lo si può incrementare solo con innesto di caratura internazionale. Già sicuro Llorente, servirebbero almeno altri 3 tasselli, uno per reparto: innanzitutto, un attaccante che nutra sogni, fin dal nome (Jovetic, Suarez, Higuain, Ibra?); poi, una valida alternativa al trio difensivo, che potrebbe essere anche un giovane (il brasiliano Doria?); infine, un centrocampista che sappia surrogare Pirlo quando le gambe non lo sostengono (Poli quasi certo, Verratti già quest’anno?).

Perché -e qui si passa alle statistiche – è stato probabilmente proprio il regista, il bianconero ad esser mancato al grande appuntamento: all’andata, per sua stessa ammissione, aveva disputato una delle prestazioni più deludenti della sua carriera europea (54 passaggi eseguiti con il 48% di errore); al ritorno, pur risultando pericoloso sui calci piazzati (da fermo, appunto…), ha commesso errori banali, senza illuminare – come nelle sue corde- la manovra juventina (61 passaggi riusciti, mai decisivi).

Urge un’alternativa, quindi, per non spossare fisicamente il consumato (in tutti i sensi) direttore d’orchestra bresciano (ormai 34enne) ma anche per aprire a nuovi moduli e rendere più imprevedibile il gioco. Ci sarà un’estate per pensarci. Ora è tempo di riaprire gli occhi e guardare lo Scudetto da raggiungere.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]