Lauro : ‘Con l’Udinese dobbiamo riuscire a fare risultato a tutti i costi’

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Incontri Lauro e ti chiedi cosa che ci azzecca uno così. Che ci azzecca con i calciatori idolatrati, quelli un po’ ignoranti e magari supponenti. Incontri Lauro e ci fai un aperitivo. E intanto parli. Di lui e del Cesena. Proprio come faresti con un tuo vicino di posto allo stadio. L’unico dettaglio è che lui la partita la viva da una posizione abbastanza privilegiata. Questo privilegio però non te lo fa pesare, anzi.

Domenica il Cesena affronta l’Udinese, senza dubbio una delle squadre più in forma del campionato. A questo punto però, non si possono fare calcoli, servono i tre punti.
Dobbiamo assolutamente fare risultato, anche se loro sono in forma e si presentano con tanti giocatori di qualità. Sarebbe importante portare a casa i tre punti anche per dare un segnale forte alle nostre dirette concorrenti e sperare magari in un loro passo falso. Il Cesena in casa deve sempre provare a fare la partita, contando anche sulla spinta dei propri tifosi.

Se dovessi fare una previsione a quanto fisseresti la quota salvezza?
Mi sembra ancora presto per poter fare calcoli di questo genere, anche perchè nelle ultime giornate non è raro trovare chi gioca ormai senza stimoli e quindi possono sempre venir fuori risultati sorprendenti.

Com’è stato per te l’impatto con la Serie A?Che cosa è cambiato rispetto agli ultimi anni?
Sicuramente la Serie A è bellissima per molti motivi differenti. In primis l’attenzione mediatica che ruota intorno alle partite. Fa sempre effetto vedere a bordo campo tutte quelle telecamere. Poi giocare contro i campioni della nostra massima serie oltre che molto difficile è anche stimolante.
Diciamo che io in passato avevo solo assaggiato questo palcoscenico e tornarci, dopo un’annata da protagonista ha reso tutto più speciale.

Gli avversari più duri da marcare quest’anno?
Sicuramente Cavani e Maicon. Uno è in uno stato di grazia incredibile, l’altro è un giocatore davvero impressionante.

L’impatto per i tifosi è stata una vera e propria favola. Dopo le prime tre partite l’ambiente era carico a mille. Poi qualcosa ha iniziato a non funzionare e sono arrivati momenti di crisi. Qual è il vero Cesena?
Beh direi che la verità sta nel mezzo. Abbiamo avuto la fortuna di trovare all’inizio squadre ancora in fase di rodaggio e di essere in un momento davvero brillante. Poi sono arrivate le difficoltà, che ci aspettavamo tutti. Nessuna credeva certo di riuscire a salvarsi senza problemi. In Serie A ogni partita è difficile. La dote maggiore che una squadra deve possedere per fare bene, è l’equilibrio.

A proposito della scorsa stagione. In estate c’è stata una piccola rivoluzione all’interno dello spogliatoio. E’ arrivata una sorta di legione straniera ed un nuovo mister, molto diverso da Bisoli. Voi ‘vecchi’ come avete vissuto tutto questo?
Il cambio di allenatore è qualcosa a cui, chi gioca a calcio, deve essere abituato. Ficcadenti è molto diverso da Bisoli, ma è normale che sia così. Ogni mister ha le sue caratteristiche ed in carriera ancora non ne ho incontrati due uguali. Per quanto riguarda i compagni, all’inizio non è stato facile, anche per quanto riguarda le tante lingue che si parlano dentro lo spogliatoio, ma ora va tutto per il meglio. Siamo davvero un bel gruppo.

In termini numerici il Manuzzi non tradisce mai. Forse però quest’anno la spinta canora della curva sta un po’ mancando.
A dire la verità anche io ho notato questa cosa. Credo che tutto derivi dai dissapori che sono nati dopo la Tessera del Tifoso e questo dispiace molto, perché la Curva Mare unita fornisce una carica incredibile. Lo scorso anno tutto lo stadio era fantastico, ma la curva nel massimo del suo splendore la ho vista in un’altra occasione.

Quale?
Io giocavo nell’Ascoli e venimmo ad affrontare il Cesena, l’anno dopo la promozione a Lumezzane con Castori, La curva era incredibile. Da brivido veramente.

Tu ti sei affacciato nel mondo del calcio proprio quando stava cambiando. Hai vissuto di riflesso la figura del mitologico Rozzi ad Ascoli, e un po’ più in prima persona quella del grande Edmeo Lugaresi a Cesena. Queste figure stanno lasciando sempre più spazio a presidenti giovani. Cosa cambia nel rapporto con i giocatori?
Ricordo ancora il giorno della firma del contratto con il Cesena. Edmeo non aveva più nessuna funzione ufficiale, ma era presente. Era lì per far sentire la sua vicinanza alla squadra.
Io che ho vissuto, tutta l’epopea Campedelli mi sento sicuramente molto legato a questa dirigenza. Il fatto che fra me ed il presidente ci sia poca differenza di età, rende il nostro rapporto molto diretto.

In questi cinque anni a Cesena, hai collezionato ben 136 presenze, segnando zero gol.
Questo me lo dicono tutti ( ride) . E’ una cosa che mi dispiace. Sarebbe bellissimo sbloccarsi quest’anno, proprio adesso che conta tantissimo.

Dopo che avrai appeso le scarpe al chiodo ti vedi ancora all’interno del mondo del calcio?
Penso di si. Mi piacerebbe moltissimo poter fare l’allenatore. Anche se non amo viaggiare e spostarmi da una città all’altra, coinvolgendo anche i miei affetti. E questo potrà essere sicuramente un freno per le mie ambizioni future.

Bene Maurizio, la nostra chiacchierata volge al termine.Domenica speriamo di vederti esultare sotto la curva con tutta la squadra a fine partita. Vorrebbe dire vittoria per questo Cesena un po’ in affanno.
Sarebbe davvero bello. E’ stato bellissimo conquistarsi questa Serie A. Adesso dobbiamo mantenerla con le unghie e con i denti.

Incontri Lauro e ti dimentichi chi è. Ci parli come con un normalissimo ragazzo di trent’anni. Incontri Lauro e brindi nella speranza di una salvezza del Cesena. L’unico dettaglio è che, a fine anno, speri di vederlo brindare sul prato del Manuzzi, con addosso ancora la sua maglia. Proprio come quella volta, in una serata di fine Maggio, che ormai è già leggenda.

[Francesco Zani – Fonte: www.tuttocesena.it]