Lazio, Zarate: “Sono andato via perché c’era Reja. Non andavo d’accordo con l’allenatore”

513

Con l’arrivo di Vladimir Petkovic sulla panchina biancoceleste aumentano le possibilità di una permanenza a Roma di Mauro Zarate. Il “Dottore” si professa come un tecnico propositivo e offensivo, sempre fedele al 3-4-3 e alle sue varianti. L’attaccante argentino, come riporta il Corriere dello Sport, è l’uomo giusto al posto giusto. Zarate troverebbe posto nei tre d’attacco, partirebbe largo a destra o a sinistra, accanto a Klose ed Ederson. Avrebbe licenza d’affondare e colpire. Il Pibe di Haedo riaccenderebbe l’entusiasmo dei tifosi biancocelesti, che non l’hanno mai dimenticato. Petkovic in carriera ha sempre utilizzato uomini di corsa e talento, li ha scatenati sulle fasce per favorire il centravanti di turno. Proprio l’attaccante argentino torna a parlare in un’intervista esclusiva rilasciata al Corriere dello Sport.

Buongiorno Mauro, come va?
«Bene. Sono a Buenos Aires in vacanza. Non fa ancora freddo. Mi godo la famiglia, Natalie e Mia, la bambina. Tra pochi giorni mi sposo».

Il 31 maggio è scaduta l’opzione a favore dell’Inter. Moratti non ha esercitato il diritto di riscatto.
«La mia situazione è chiara. Sono di proprietà della Lazio. Se arriva una squadra che mi vuole, ne parleremo. Se Lotito intende tenermi, mi sta bene. Tornerò alla Lazio e cercherò di fare il massimo».

Ma Zarate preferirebbe tornare a Roma o trovare un’altra squadra?
«Non ci sono preferenze, bisogna anche vedere cosa ne pensa Lotito, non si può parlare adesso. E in questo momento non sto pensando a niente, ho voglia di fare le mie vacanze accanto alla famiglia».

All’Inter non è andata bene, poteva essere l’occasione giusta per Zarate e invece non è stato così.
«È andato tutto male. Non è stata una buona stagione, non solo per me. Tranne Milito, che ha segnato una valanga di gol, ci siamo quasi tutti espressi al di sotto delle nostre possibilità. Tre allenatori diversi, un campionato strano, abbiamo cambiato tante volte, ma adesso basta. È finita, bisogna ricominciare. E ho voglia di tornare a giocare e divertirmi».

Perché ha scelto di andare via dalla Lazio l’estate scorsa?
«Si sa. Sono andato via perché c’era Reja. Non andavo d’accordo con l’allenatore. La miglior opzione, per tutti, era quella del trasferimento all’Inter».

Altrimenti?
«Altrimenti sarei rimasto, non sarei andato via dalla Lazio. L’ho sempre detto, lo ripeto. Adesso dobbiamo vedere cosa succederà, se il mercato si muove, se Lotito mi vuole tenere oppure no. Non credo che sia questo il momento per parlarne, ma molto più avanti».

Se dipendesse da Zarate e non da Lotito?
«Io ho sempre voluto la Lazio, mi sono svincolato dall’Al Sadd. Dopo il primo anno dissi che sarei andato via solo se fosse arrivata una proposta irrinunciabile per la società. Poi sono successe altre cose. Ora, se Lotito volesse tenermi, sarei felicissimo. Ma vediamo cosa succede. Dobbiamo ancora vederci, deve parlarne con i miei fratelli (Rolando ha sostituito Sergio come procuratore, ndr)».

Una coppia formata da Klose e Zarate non sarebbe male.
«Klose l’ho conosciuto da vicino l’estate scorsa durante il ritiro di Auronzo di Cadore, già si intuiva come si sarebbe presentato. Ha dimostrato subito il suo valore nel campionato italiano. L’infortunio gli ha impedito di chiudere bene, credo che potesse fare ancora meglio. A vederlo allenarsi, ti rendi conto del personaggio. Esprime talento e molta professionalità».

All’Olimpico, l’ultima di campionato, Zarate non ha giocato. Che tipo di sensazioni aveva provato, nella partita d’andata a San Siro, rivedendo i suoi vecchi compagni?
«Una sensazione strana, non mi era mai capitato di affrontare la Lazio. Ho salutato tanti miei ex compagni».

A Roma si dice che Zarate quella sera evito di salutare i suoi ex compagni.
«Non è vero. Mi sono salutato con tutti, prima e dopo la partita. E’ vero che non sono entrato nello spogliatoio della Lazio, ma soltanto perché non mi sembrava corretto. Non avevo un buon rapporto con Reja, non era giusto che entrassi».

La Lazio ha appena ingaggiato Petkovic. Dicono proponga un calcio offensivo, il suo Young Boys divertiva con il 3-4-3. E un modulo ideale per Zarate.
«Non possiamo parlare di questo, stiamo andando troppo avanti. Di sicuro un tecnico che propone un calcio più offensivo alla Lazio penso possa fare bene».

Cosa si sente di dire ai tifosi della Lazio? Zarate era amatissimo dal popolo biancoceleste.
«Non c’è molto da dire. Loro sanno come sono fatto, nel bene e nel male. I tifosi della Lazio conoscono la mia vita forse più di me. Ricordo tante persone che incontravo per la strada, vicino a casa. Si parlava di tutto, erano amici. Un sentimento che ho sempre ricambiato».

Prima ha ammesso di aver sbagliato qualcosa o abbiamo capito male?
«Si, anche io ho sbagliato. Tutti qualche volta si sbaglia. Il punto non è dire “ho sbagliato”, ma riconoscere l’errore, capire che tipo di errore hai commesso, e perché è successo».

In questo caso bisognerebbe stabilire chi ha sbagliato di più tra Reja e Zarate…
«Meglio di no. Non parliamone».

[Francesco Ponticiello – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]