Mercato Inter: movimenti soprattutto a centrocampo

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logo-interNiente top-player, scordiamoceli. Con la stagione appena conclusasi, è tempo di calciomercato, nonostante il Mondiale sia alle porte. La kermesse brasiliana attirerà l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori, ma sarà proprio nelle settimane che verranno che l’Inter costruirà gran parte del suo futuro. Sarà la prima, vera Inter di Thohir, che non ha nascosto la volontà di imprimere il suo marchio di rinnovamento al club nerazzurro. Ma la mano dell’indonesiano si vedrà soprattutto nell’ambito del marketing e dell’apertura ai mercati finora poco perlustrati, come quello asiatico o americano. Invece, rimarrà deluso chi si aspetta subito colpacci per quanto riguarda il parco giocatori.

L’esborso sostanzioso di Hernanes è stato fatto soprattutto in ottica futura e, di fatto, viene considerato come il primo acquisto della stagione 2014-15. Ora ci sarà da coprire quei ruoli scoperti. Innanzitutto manca un centrocampista centrale di quantità e corsa. Al di là del modulo che verrà adottato, sembra evidente che Hernanes e Kovacic saranno punti fermi della linea mediana. Va da sé che servirà un elemento duttile, in grado di dare supporto in fase difensiva e sostenere i due qualitativi. Behrami? Forse. Visto l’addio a Cambiasso e Mudingayi, oltre alla partenza di almeno due tra Kuzmanovic, Alvarez e Guarin, è chiaro che andrà preso anche un altro interprete per il ruolo specifico di ‘metodista’ oltre allo svizzero. E qui i nomi sono svariati, al netto dei sogni impossibili.

Stesso discorso per l’esterno sinistro. Al momento, in rosa restano Jonathan, Nagatomo e D’Ambrosio: tre destri. Sul radar di Ausilio gravitano vari profili e anche qui alla fine verrà individuato quello che corrisponderà alle esigenze tecniche ed economiche.

In difesa la situazione è più stabile, con Ranocchia destinato a restare, la conferma di Juan Jesus e l’arrivo di Vidic. Da risolvere il riscatto di Rolando e la situazione in bilico di Campagnaro, ma il grosso è fatto. Al contrario del reparto offensivo, in cui l’addio di Milito e la probabile mancata conferma di Belfodil aprono scenari tutti da decifrare. Prima o seconda punta? La certezza è che non si potranno affrontare tre impegni (dando per scontato il passaggio ai gironi di Europa League) con solo Palacio e Icardi. Arriverà quasi certamente Ince, a cui bisognerà affiancare una seconda e una prima punta. Anche qui: nomi a bizzeffe, l’elenco è sterminato.

Quello che andrebbe sottolineato, al di là delle suggestioni, è la necessità oggi più di ieri di far quadrare i conti e costruire le basi per un’Inter vincente da qui a breve. Questo è l’obiettivo dichiarato di Thohir, che non a caso ha parlato sempre di 2-3 anni per tornare a lottare per i traguardi raggiunti appena 4 stagioni fa. Per cui, niente voli pindarici, ma soltanto sano realismo. E più che l’Arsenal, l’Ajax o il Borussia Dortmund (realtà troppo diverse per essere emulate nell’immediato), il riferimento che andrebbe preso dovrebbe essere quello dell’Atletico Madrid. Senza soffermarci sui conti e restando in ambito sportivo, i Colchoneros hanno dato dimostrazione in questi anni come si possa crescere gradualmente fino ad arrivare a vincere una Liga e giocarsi una finale di Champions senza spendere l’inverosimile. E sbaglia chi parla di miracolo, perché l’Atletico – dopo anni bui – è tornato pian piano a primeggiare in Spagna e in Europa, passo dopo passo, allenatore dopo allenatore. Fino a raggiungere l’apice con Simeone.

Scelte giuste al momento giusto e pazienza. Perché quando mancano i soldi, servono le idee. E allora basta alibi e sotto con il lavoro. Vincere si può, anche senza investire miliardi.

[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]