Mercato Milan: considerazioni sui punti deboli dei rossoneri

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logo-milanSe è vero che la matematica è una scienza esatta, altrettanto può dirsi della matematica applicata al mondo del calcio; nel senso che molto spesso i numeri sono indice rivelatore molto attendibile della salute di una squadra e molte volte denunciano le principali carenze di un organico alle quali dovrebbe farsi riferimento quando una finestra di mercato si apre, dando la possibilità di correggere eventuali difetti ricorrendo ad acquisti e cessioni.

Partiamo da un dato numerico inequivocabile, e da un dato fattuale: confrontando i numeri del Milan attuale con quelli dei rossoneri maturati nello stesso periodo l’anno scorso, il Milan ha 10 punti meno in classifica. Segno di una squadra che evidentemente ha fatto un passo indietro rispetto all’anno scorso: è nostro compito [e sarà anche il primario compito di Galliani] individuare il giusto modo di operare sul mercato per colmare il gap maturato con la campagna acquisti estiva. Il dato fattuale di partenza è invece rappresentato dalla probabilissima cessione di Pato e dall’eventuale [attenzione a darla per scontata come in questi giorni si legge sui giornali] cessione di Robinho, dalle quali il Milan dovrebbe ricavare un tesoretto di 25 milioni circa e maturerebbe un risparmio in termini di monte ingaggi.

Cerchiamo quindi di capire, confrontando i dati con quelli maturati l’anno scorso fino alla pausa invernale, quali sono i reali punti deboli sui quali i rossoneri dovrebbero lavorare per reinvestire intelligentemente il tesoretto rappresentato dalla cessione dei due brasiliani, giocatori che non hanno contribuito in modo significativo alla causa rossonera in questa stagione. Dall’analisi dei dati emergono alcuni particolari interessanti:

1. Il Milan rimane la prima squadra italiana per possesso palla. E’ un dato che, francamente, ci sorprende e mal si adatta alla composizione attuale della rosa rossonera. Il possesso palla infatti è sempre stato un marchio di fabbrica del Milan, una caratteristica che questa squadra ha nel proprio DNA. Di contro, questo è indubbiamente il Milan dotato del minor tasso tecnico di tutta l’era Berlusconi, considerazione che spinge a pensare che forse le armi su cui la squadra dovrebbe puntare dovrebbero essere differenti: pressing, corsa ed ordine tattico, per intenderci. A meno di reperire un giocatore dal tasso tecnico elevato [già invocato in estate da Allegri e rappresentato solo parzialmente da Montolivo] per tornare ad esaltare un tipo di gioco basato sul fraseggio e sul possesso prolungato.

2. I rossoneri hanno realizzato solo 3 gol in meno rispetto all’anno scorso. Questo dato deve far riflettere non poco, sopratutto se si considera le difficoltà in fase realizzativa patite nella prima parte della stagione, quando i rossoneri non riuscivano a trovare un assetto tattico adatto a valorizzare le proprie qualità, per intenderci; ciò porta ad effettuare diverse considerazioni:

1) Le eventuali cessioni di Pato e Robinho non comporteranno un danno in termini di gol per la squadra: In questa prima parte della stagione infatti i due brasiliani hanno giocato molto poco ma nella pratica l’attacco rossonero non ha patito un grandissimo peggioramento rispetto alla precedente stagione.

2) Il 4-3-3 è il modulo ideale per questa squadra. La stagione rossonera infatti può essere suddivisa fin qui in due momenti, nettamente opposti: Il Milan prima del 4-3-3 e il Milan dopo il 4-3-3. I rossoneri prima di adottare questa nuova strategia avevano notevoli difficoltà a trovare la via del gol, mentre con il passaggio al nuovo modulo si sono trasformati in una squadra efficace in avanti, che spesso riesce a realizzare più di una rete per incontro. La principale ragione del successo di questo modulo? Esso mette El Sharaawy nella posizione che gli permette di esprimersi al meglio, cioè quella di esterno sinistro d’attacco.

Quest’ultima considerazione individua però il secondo punto debole del Milan, dopo il discorso sul possesso palla: E’ una squadra che in questo momento in fase realizzativa dipende esclusivamente dalla forma di El Sharaawy. Un squadra che punta ad entrare in Europa non può permettersi infatti di affidarsi ad un solo giocatore per quanto riguarda il gioco avanzato: come reagirebbe il Milan ad un periodo di inflessione dell’italo-egiziano? Da ciò una nuova lacuna da colmare sul mercato: i rossoneri devono reperire un giocatore sul mercato che sia in grado di garantire un buon apporto di gol: in sostanza, devono trovare una nuova bocca da fuoco da affiancare ad El Sharaawy, che riesca là dove hanno fallito sino a questo momento sia Pato in termini di realizzazioni sia Pazzini in termini di gioco; l’italiano ha infatti realizzato un discreto score personale, ma quando è stato impiegato ha sempre dato l’impressione di essere avulso dal gioco, non aiutando mai i compagni nel fraseggio.

3. La difesa ha subito 9 gol in più. Ecco la reale discrepanza con la stagione appena conclusa: dai 17 gol subiti l’anno scorso fino a questo momento della stagione si è passati ai 26 incassati quest’anno. Questo dato, se unito alla considerazione che già l’anno scorso la difesa dei rossoneri denunciava un rendimento non all’altezza all’inizio dell’anno, ci fa capire dove si trova il problema principale di questa squadra: nella fase difensiva. Da troppi anni il Milan non si cura a sufficienza del mercato dei difensori; l’ultimo acquisto rilevante è rappresentato da Thiago Silva, ceduto però questa estate. Ne deriva che questo disinteresse nell’acquisire giocatori in grado di dare continuità di rendimento alla difesa, rappresentando i degni eredi della grande scuola difensiva rossonera, sta costando pesantemente in termini di punti alla squadra. Storicamente però è difficile reperire rinforzi all’altezza per il reparto arretrato a Gennaio: la difesa è infatti un reparto che ha bisogno di tempo per rendere al meglio; serve affiatamento tra gli interpreti e dunque necessita un assetto stabile. Ragion per cui le squadre sono poco inclini a cedere i propri difensori titolari a metà stagione: ciò comporta che questo investimento, assolutamente necessario, potrebbe essere posticipato alla sessione estiva.

In conclusione, il quadro che ne deriva fotografa una squadra che ha abbassato il proprio rendimento rispetto all’anno scorso: dato inconfutabile, ma facilmente preventivabile osservando il mercato di questa estate. I numeri analizzati fotografano quale sarebbe dunque la campagna acquisti ideale per i rossoneri, ovvero un acquisto per ogni reparto: un difensore centrale affidabile, un centrocampista tecnico e un attaccante con una buona media realizzativa. Il nostro auspicio è che ciò che non verrà, o non potrà essere fatto a Gennaio venga poi fatto in estate, per vedere un Milan all’altezza della sua storia a partire dalla prossima stagione.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]