Mihailovic: “Prima del modulo bisogna sistemare la testa”

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logo-sampdoriaSul modulo: “Non c’è un modulo al mondo che ti garantisca la vittoria. Prima del modulo bisogna sistemare la testa. Se tu non sistemi la testa puoi utilizzare qualsiasi modulo e non vinci. Ho in mente un modulo, ma devo mettere ogni giocatore, con le sue caratteristiche, in grado di fare meglio. Non mi piace giocare con la difesa a 3”.

Su Krsticic e De Silvestri: “Non li ho sentiti. A me piace vedere con i miei occhi quello che c’è, non voglio essere condizionato da fuori. Vedendo con i miei occhi posso capire meglio ciò che succede. So che psicologicamente è giù però bisogna dare fiducia e serenità e allora i risultati arriveranno”.

Su Lazio e Inter: “Queste sono belle partite. Sono contento quando ci sono queste partite. Bisogna capire bene quello che devi fare e come li puoi mettere in difficoltà. Lavoreremo questi due giorni, non sarà facile anche se io sono fiducioso che faranno bene. Per salvarci ci serve giocar bene, mettendo in campo cuore, grinta e determinazione. E anche un po’ di allegria. Noi che giochiamo a calcio siamo le persone più fortunate al mondo. Bisogna pensare positivo anche se i risultati non arrivano”.

Sul tempo per dare un’impronta alla squadra: “E’ difficile fare punti non giocando bene. Però non è facile farlo in poco tempo. Sono stato chiamato anche per quello, cercherò di farlo nel minor tempo possibile. Per prima cosa bisogna sistemare la fase difensiva, poi viene il resto”.

Su Maresca: “Se sta bene, non c’è nessun problema”.

Sulla rosa: “Io sono arrivato da poco. Conosco alcuni giocatori. Ho avuto la sfortuna di non essere qui subito per via degli impegni con la Serbia. Non voglio parlare di mercato. Qua tutti i ragazzi partono da zero. Non meravigliatevi se qui giocherà qualcuno che non ha mai giocato”.

Sul possibile ciclo in blucerchiato: “Io sono venuto qua con l’obiettivo di salvare la Samp, e sono convinto di poterlo fare. Poi vedremo”.

Sul campionato: “Il campionato è diviso in due fasce. La prima lotterà per l’Europa e le altre per la salvezza. Non vedo un Udinese o un Catania come l’anno scorso”.

Su Mancini: “Con Mancio ci conosciamo da 20 anni. Siamo come due fratelli. Ci confidiamo io con lui e lui con me. Ci siamo confrontati e da parte mia non c’è stato nemmeno un dubbio di venire qui”.

“Prima di tutto vi vorrei salutare tutti. Per me è una gioia grande essere qui, mi sento a casa. Prima di iniziare la conferenza, vorrei spiegarvi i motivi per cui sono cui a Genova. Prenderò in prestito da J.F. Kennedy tre frasi che dirò alla squadra per rialzare la testa. Dirò ai giocatori di non chiedersi cosa potrà fare la Samp per voi ma cosa potete fare voi per la Samp. Ho allenato nella Serbia giocatori che non predono stipendi, ma lavorano sperando un giorno in una grande chiamata. Non si devono mettere gli obiettivi personali davanti a noi, qua c’è solo il presente e la Samp. Qua c’è una maglia e bisogna avere l’onore di indossarla. Se sono diventato quello che sono, lo devo a quei 4 anni in blucerchiato. Sono convinto che raggiungeremo la salvezza, ma per giocare bene dobbiamo lavorare in settimana, giorno dopo giorno con orgoglio e amore. Un’altra frase di Kennedy è: ‘Gli uomini vincenti trovano sempre una strada, quelli perdenti una scusa’. Devo rinrgaziare due persone. Primo il Presidente della Federazione serba. Per me è stato difficile lasciare il mio paese. Io amo il mio paese, ho avuto giocatori bravi e spero in un domani tornare a fare questo lavoro. Poi un altro ringraziamento al presidente Garrone che ha aspettato. Infine, Kennedy disse: ‘Ich bin ein berliner’. Io sono fiero oggi di dire: ‘Io sono sampdoriano’“.

[Piras/Aiesi – Fonte: www.sampdorianews.net]