Milan: a un passo dall’apoteosi

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Il Milan passa a Brescia e vede avvicinarsi sempre più l’ambitissimo traguardo. Quello che ancora non si pronuncia né si scrive. Ma che si immagina. Soprattutto si desidera con tutto il cuore.

Che goduria strapparlo dalle maglie dei cuginastri! Per metà ce l’abbiamo fatta. Ma non è finita. Bisogna andare avanti con calma e umiltà. Partita dopo partita. Punto dopo punto. Ancora non abbiamo vinto nulla. Ha ragione Allegri. Calma e gesso. E pedalare. A Brescia abbiamo ammirato un Milan dignitoso e molto ben organizzato. Spuntato, forse, per via delle pesanti assenze di Pato e Ibra. Incisivo e determinato comunque. Il Brescia ha giocato con orgoglio e ostinazione, proprio come immaginavamo. Ha fatto la partita che doveva fare. Ha lottato fino allo stremo. Le rondinelle devono salvarsi. Era logico giocassero con quella intensità, con quella cattiveria agonistica.

Allegri non è stato a guardare. Ha affidato le redini del gioco a Seedorf e a Van Bommel confidando, in avanti, nei guizzi risolutivi di Cassano e di Robinho. I due hanno giocato bene palesando anche una buona intesa. Cassano ha acceso la luce un paio di volte con delle rifiniture eccezionali. Movimenti e intuizioni di gran classe. L’impressione, sempre più fondata, è che palla a terra riesca a fare qualunque cosa gli frulli nella capoccia. Robinho ha siglato il gol della vittoria. Guarda caso su passaggio di Cassano. Antonio s’è divorato almeno due gol ma ha inciso comunque sulla partita.

Dietro nessun problema. Salvo due occasioni dove Abbiati è stato bravissimo a salvare classifica e risultato (stupenda la parata in tuffo su tiro a rientrare di Diamanti), per il resto ci ha pensato la premiata ditta Thiago Silva-Yepes, praticamente insuperabile. Mario Yepes non finisce di stupire. Giocare al posto di un Totem come Alessandro Nesta non è facile per nessuno. Eppure lui lo ha sempre sostituito nel migliore dei modi e senza mai farlo rimpiangere. Un difensore centrale eccellente. Più che un semplice rincalzo, una sicurezza. E pensare che questa estate parecchi ne avevano criticato l’acquisto. I soliti sapientoni.

Thiago Silva è ormai sulla strada che solo i grandissimi, al Milan, hanno già percorso. Ci riferiamo a Franco Baresi e a Paolo Maldini, due che hanno scritto la storia dei rossoneri. Il brasiliano non è solo un fuoriclasse, è una sicurezza autentica. Abbiati è tornato il “portierone” per eccellenza. Semplicemente da Nazionale. Iachini ha impostato la partita pensando a coprirsi sulle fasce laterali. L’intento era quello di evitare pericolosi rifornimenti verso il cuore della propria area di rigore. Le sgroppate di Abate fanno ormai paura a tutti. Per larghi tratti del primo tempo il tecnico delle rondinelle c’è quasi riuscito. Abate e Zambrotta, infatti sono stati spesso risucchiati dai centrocampisti bresciani quasi mai riuscendo a spingere sulle corsie di propria competenza.

Nel secondo tempo la musica è cambiata. Il Milan ha iniziato a macinare il proprio gioco anche sulle corsie esterne e per i bresciani c’è stato poco da fare. Il Milan ha costruito la vittoria sul gioco palla a terra e sulle intuizioni dei propri fantasisti. Né poteva essere diversamente. Allegri è stato costretto a schierare un attacco assolutamente privo di ”torri”. Una vittoria sofferta, dunque, ma meritata. Allegri fa il pompiere e non sbaglia. Il gruppo è motivatissimo. Turbarlo sarebbe un errore grave. La squadra cresce mentalmente e nella concezione tattica di un gioco che il Mister vuole concreto, grintoso e senza tanti voli pindarici. E’ chiaro che con Ibra e Pato fai un gioco, senza di loro sei costretto a farne un altro. Cassano stenta ancora  a trovare la porta, ma la sua presenza in campo comincia a farsi sentire. Il barese si muove bene, verticalizza, aggredisce gli spazi, smarca il compagno più vicino davanti al portiere avversario. Vuole ritagliarsi un ruolo importante in questa squadra e si vede.

Robinho è un fuoriclasse assoluto fino all’area di rigore. Appena dentro si fa fregare dalla frenesia e sbaglia le cose più semplici, più elementari, più incredibili. A Brescia ha fatto gol. Quello della vittoria. Non solo. Ha davvero ben figurato. Finora Binho ha segnato 12 gol. Due in meno di Pato e Ibrahimovic che ne hanno realizzati 14. Non male per uno che ha fama di mangiarsi l’immangiabile. Domenica c’è da vincere a tutti i costi una partita delicatissima contro un Bologna affamato di punti e di vittorie. Giocare contro le squadre di Malesani non è mai facile. Sono squadre che giocano con la bava alla bocca e amano imbrigliare il centrocampo altrui per colpire di rimessa. In più i felsinei hanno un Di Vaio al quale non puoi permetterti il lusso di lasciare neppure un centimetro libero. Attenzione, dunque.

La campagna acquisti intanto imperversa. Sono già pronti a vestire il rossonero i difensori Mexes e Taiwo, rispettivamente centrale ed esterno sinistro, il portiere Marchetti, il trequartista brasiliano Ganso. Galliani e Braida sono alle prese con altre non meno importanti trattative. Si cercano un centrocampista centrale al posto di Pirlo e una punta di peso in grado di far rifiatare Ibrahimovic. Il primo nome è quello di Riccardo Montolivo della Fiorentina. Andrea Pirlo non rinnoverà il contratto con il Milan e Montolivo è uno dei pochi in grado di ereditarne le consegne.

Per l’attacco il nome caldo è quello del nazionale tedesco Miroslaw Klose. Bisognerà valutare con attenzione le condizioni fisiche di Inzaghi. L’arrivo di Ganso coinciderà con un altro addio, quello a panterone Seedorf. Marchetti sarà il secondo di Abbiati  al posto di Amelia. Philippe Mexes si alternerà con Nesta mentre il nigeriano Taiwo giostrerà sulla fascia sinistra. Il Milan dovrà poi decidere se confermare Ambrosini e Gattuso dando fiducia, come loro rincalzi, a Strasser e a Flamini, oppure cercare un nuovo mastino di centrocampo. Da valutare pure la posizione del giovane Merkel, stimatissimo da Allegri. Vedremo. Intanto godiamoci questo finale di campionato. Ce lo meritiamo davvero.

[Claudio D’Aleo – Fonte: www.ilveromilanista.it]