Milan e Juve: diverse liste di attesa. Il “Re” del mercato ha perso lo scettro? Prandelli, ottime convocazioni, tranne una…

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Un famoso Presidente degli anni ’80 diceva “c’è chi può e chi non può… io può”. La stessa domanda andrebbe fatta ad altri due Presidenti, uno che ha scritto la storia del nostro calcio, l’altro che vuole scriverla in fretta. I personaggi sono Silvio Berlusconi ed Andrea Agnelli; il primo, a quanto pare, non può (più), il secondo può, o meglio, potrebbe ma non vuole fare l’errore dei suoi predecessori Cobolli Gigli e Blanc: spendaccioni con la tasca degli altri. Per questo Milan e Juventus hanno una lunghissima lista d’attesa in entrata, che ogni giorno, su Tuttomercatoweb vi raccontiamo minuto dopo minuto.

Il mondo si è capovolto! Un tempo era il Genoa ad avere bisogno di 1,5 milioni di euro dal Milan, per ingaggiare un calciatore con il contributo di un altro club, adesso se Boateng vestirà la maglia più titolata, deve dire grazie al Presidente che più sta investendo su questo mercato: Enrico Preziosi. Interessante anche la trattativa per Bocchetti, mettere sul piatto della bilancia Marek Jankulovski può essere una buona idea ma, in questo momento, non ci sono le condizioni per accontentare il ceco.

Abate serve per la lista Champions, dove è obbligatorio l’utilizzo di calciatori provenienti dallo settore giovanile, e come direbbero a Milano, “alla fine della fiera”, Gasperini non ha poi così bisogno du un laterale difensivo se arriva Insua, nelle prossime ore. Complimenti a Luca Antonini, che dopo aver conquistato il Milan ha conquistato anche la maglia della Nazionale. E pensare che nel luglio del 2009, di ritorno da Forte dei Marmi, Galliani lo fece uscire in lacrime da Via Turati 3, per un rinnovo mancato e poi arrivato tre mesi dopo, grazie alla scommessa vinta da Leonardo. La lista di attesa della Juventus è ancora più lunga, semplicemente perchè in uscita ci sono più calciatori. Una volta sistemati Camoranesi, Poulsen e Tiago ci sarà la svolta; se la svolta arriverà con l’acquisto di Krasic. Marotta deve piazzare altri due colpi, di quelli veri, e deve puntare al secondo posto in campionato per giustificare la spesa e per vincere questa partita. L’inizio è stato positivo ma il calcio d’agosto non fa testo. I rumors che vogliono un Marotta biancorossonero non trovano conferme ma, l’augurio per le casse degli Agnelli è che non escano più da Torino 4,8 milioni di euro (come già successo con l’operazione Storari) per rinforzare le tasche della società di Berlusconi.

Ci sorprende questo mercato anonimo della Fiorentina. Che fine ha fatto lo scettro, e anche il trono, di Re Pantaleo? Si fa soffiare Insua dal Genoa per 500 mila euro, non ci sorprende con altri fuochi d’artificio dopo aver perso Jovetic, non riesce a rifilare a nessuno in Europa, Adrian Mutu e, per il momento, lo salva solo la vantaggiosa operazione economica che ha portato in Toscana Gaetano D’Agostino. Sinisa farebbe bene a preoccuparsi perchè, di questo passo, ci sono molte squadre più attrezzate dei viola. Il colpo del “Corvo” è atteso entro il 31 agosto, non ci deluda Direttore.

In chiusura un passaggio sulla Nazionale, che potrebbe sembrare anacronistico, ma volevo sfruttare lo spazio del lunedì per aggiungere una voce a questo coro. Complimenti a Prandelli per il coraggio mostrato, seppur si tratti solo di un’amichevole di agosto, nel convocare gli scarti di Lippi. Segnale forte alla Nazione. Complimenti per le scommesse Viviano, Antonini, Molinaro ma un errore lo ha già fatto: Amauri, in azzurro, proprio no! Non per le qualità calcistiche, quelle non si discutono anzi un attaccante così lì davanti fa comodo, non per una questione di razzismo ma per il falso moralismo del brasiliano mostrato in questi mesi e per la sua vera nazionalità.

Premesso che fu un errore ammettere a Coverciano anche Camoranesi, la decisione di Amauri rischia di aprire una lunga lista di oriundi. Non ci dimentichiamo che Amauri disse sì a Dunga, quasi in ginocchio, non dimentichiamoci che fino a pochi mesi fa l’attaccante della Juventus era brasiliano con i colori verde-oro stampati nel cuore. Un cittadino non si riconosce in un Paese per il suo passaporto e/o perchè ha sposato una signora italiana ma per le origini che ha e per dove è nato e cresciuto. In bocca al lupo, caro Amauri, ma l’Italia è degli italiani.

[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]