Milan, Kakà come Sheva. Ecco come Agnelli “rivoluziona” la Juve. Napoli, Bastos non arriva

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E’ stata la settimana del mercato, non c’erano dubbi che sarebbe stato così. Quando si ferma il campionato, i giornali devono comunque continuare a vendere e siccome la Nazionale di Prandelli, in questo momento, ha poco appeal sugli italiani, meglio tuffarsi sul mercato. Ad ottobre di carne sul fuoco ce n’è; i rinnovi entro febbraio per chi va in scadenza a giugno, le manovre per gennaio e gli affari per la prossima estate. In questo periodo, tra giornali e web, ne sentirete tante in giro, ma prendete per buono solo il 20%, sia questa una guida per non incappare nel fantamercato: lo diciamo contro i nostri stessi interessi.

Vedere Kakà all’Inter sarebbe come vedere Maradona tornare a giocare nel Napoli. Una storia senza senso, perché Kakà non è Ibra e perché la famiglia Leite ha ancora troppi interessi in Via Turati. Non c’è bisogno di alcuna clausola contrattuale per evitare di vedere Kakà in nerazzurro. La possibilità di un ritorno a Milanello, invece, non è del tutto inverosimile; molto dipenderà dal futuro di Ronaldinho e da come si comporterà il Real Madrid senza Kakà, in queste settimane di stop forzato del brasiliano. Un suo eventuale ritorno al Milan, per Braida e Galliani, sarebbe un errore come lo fu per Shevchenko. I cavalli di ritorno, al Milan, non hanno mai funzionato e quando il mercato si fa con il cuore, e non con la testa, non porta mai buoni risultati. Ci sarebbe ovviamente da fare i conti con una clamorosa minusvalenza del Real, con l’ingaggio di Kakà e con la formula del trasferimento. La soluzione si troverebbe, non è questo il problema, ma Kakà deve appartenere al passato di questo club e non al futuro.

Capitolo Juventus: Andrea Agnelli migliora sempre di più il suo operato. In 5 mesi (fu nominato Presidente il 19 maggio 2010) ha fatto più di quanto avessero immaginato di fare Cobolli Gigli prima e Jean Claude Blanc poi. La Juve sta svoltando grazie alle operazioni di Andrea Agnelli ed ai consigli della Signora Allegra, sua mamma. Il braccio di ferro, sebbene con la solita eleganza della famiglia Agnelli, con la Federazione, il riavvicinamento con una parte della tifoseria dissidente, il rapporto con la squadra. Le uniche decisioni che Agnelli non ha potuto prendere sono state la nomina del Direttore Sportivo, Beppe Marotta, e la scelta dell’allenatore, Luigi Delneri.

Nonostante tutto, il Presidente è sempre al fianco dello staff tecnico, non facendo mancare mai il giusto sostegno. Andrea Agnelli, adesso, dovrà vincere altre due partite: si è mosso con i vertici della Gazzetta dello Sport per chiedere maggiore equilibrio ed obiettività quando sulla rosea si parla di Juve, club con il maggior numero di tifosi in Italia. Entro fine anno, Agnelli ridisegnerà anche il C.D.A. bianconero. Jean Claude Blanc lascerà la società non appena finito il progetto stadio; entro fine anno potrebbe già abbandonare la carica di Amministratore Delegato e Direttore Generale. Inizialmente si diceva a gennaio, forse, bisognerà aspettare la primavera per un altro grande rientro: Romi Gay, che tornerà ad occuparsi dell’area commerciale della Juventus e del marketing del club. Gay era uomo di fiducia di Antonio Giraudo e Giraudo è un secondo padre per Andrea Agnelli.

Nessun incarico, almeno per i prossimi due anni, invece, per Michele Giraudo, giovane ventenne, figlio dell’ex A.D. bianconero attualmente a Torino per uno stage formativo. Andrea Agnelli prepara il colpo con l’Avvocato Luigi Chiappero, il quale avrà un ruolo (da Consigliere) molto più ampio ed importante nella Juve, dopo averla difesa brillantemente in alcuni casi spinosi, come la vicenda calciopoli ed il presunto doping Cannavaro. Chiappero appartiene alla casa madre Chiusano ed ricoprirà ruoli delicati, come il rapporto con la Federazione Italiana Gioco Calcio, oltre ad occuparsi di tutta la parte di diritto sportivo. Non cambia la posizione dell’Avvocato Michele Briamonte, anche perché la vicinanza (forse troppa?) al Dottor Grande Stevens non consente ad Agnelli di prendere decisioni, come nel caso dell’Avvocato Vitiello, nell’occhio del ciclone. Non si toccano gli Amministratori del Consiglio di Amministrazione, Sant’Albano, Saà, Zentuti, Montanaro e Venesio.

Tornando al mercato, quello di casa Napoli, nei giorni scorsi si è parlato di un possibile arrivo a gennaio di Bastos, terzino brasiliano del Lione. L’eccessiva valutazione del suo cartellino (circa 20 milioni di euro) non consente a De Laurentiis eccessivi sogni di gloria. Il Presidente partenopeo non vuole accollarsi una spesa così importante per un terzino. Bastos, probabilmente, finirà in Spagna od Inghilterra perché in questo momento in Italia mancano acquirenti realmente motivati.

[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]