Milan, Kakà: i pro e i contro a livello tattico, atletico e umano

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logo-milanPuntuale come ad ogni riapertura di mercato, anche questa volta i tifosi rossoneri devono fare i conti con il solito tormentone di mercato: Kakà torna al Milan oppure no? Al riguardo, i tifosi rossoneri sono fortemente divisi. C’è chi valuta negativamente l’operazione pensando che il brasiliano sia ormai un calciatore giunto al capolinea, chi per ragioni sentimentali riaccoglierebbe a braccia aperte il figliol prodigo [e la storia rossonera è piena di casi simili ndr], chi invece pensa che l’ex pallone d’oro abbia ancora qualcosa da dare al mondo del calcio giocato e battezzerebbe il ritorno del brasiliano come un vero e proprio affare per il Milan.

Dal nostro punto di vista, cercheremo di valutare pro e contro dell’operazione, per capire se un eventuale ritorno di Kakà possa considerarsi una buona mossa dal punto di vista tecnico-economico: per fare questo, prenderemo come riferimento alcuni parametri che consideriamo fondamentali per avere una valutazione dell’affare nel suo insieme.

L’ASPETTO ATLETICO

Un’analisi dell’operazione parte evidentemente dal considerare le motivazioni che hanno fatto sì che il pubblico spagnolo non abbia mai potuto ammirare la vera forza del Brasiliano. La memoria corre quindi a quella famosa estate del 2009 ed ai motivi sottesi alla cessione del brasiliano. Si è molto vociferato in merito alle condizioni del ginocchio sinistro del giocatore e ad una sospetta pubalgia che affliggeva l’atleta. In effetti nei primi tempi dell’avventura a Madrid il calciatore ha parecchio faticato a trovare la migliore condizione, fermato molto spesso da vari problemi di natura fisica.

Ammettendo dunque che i problemi fisici di Kakà siano ormai definitivamente superati, e dando per scontato che le difficoltà a trovare spazio non sono riconducibili ad uno scarso impegno in allenamento [tutti conoscono la grande professionalità del calciatore], c’è una considerazione a monte da fare, per certi versi basilare: Kakà ha sempre avuto nella progressione la propria arma migliore, e quando un calciatore basa il proprio gioco sulle doti atletiche, inevitabilmente è soggetto ad un calo nelle prestazioni con il passare del tempo. Nessuno si aspetti quindi di rivedere lo stesso giocatore che quattro anni fa lasciò Milanello: il Kakà attuale nonostante i soli 30 anni non riuscirà più a riprodurre sul campo le progressioni alle quali aveva abituato l’esigente pubblico del Meazza. Nonostante questo, Ricardo ha indubbiamente un bagaglio tecnico che ci fa pensare che il calciatore, sebbene attraverso un modo di giocare differente rispetto al passato, sia ancora in grado di incidere sull’andamento di un incontro: se osservate le poche occasioni in cui è stato chiamato in causa a Madrid infatti, Kakà raramente ha deluso le attese. Il problema è che al Real la concorrenza è altissima e gli spagnoli hanno l’esigenza di non togliere spazio a Mesut Ozil, che è un concorrente davvero agguerrito per un posto sulla trequarti.

L’ASPETTO TATTICO

A nostro avviso, questo è l’aspetto che induce maggiormente ad una riflessione sull’opportunità di un ritorno di Kakà. Il brasiliano è un trequartista: può adattarsi a giocare esterno, oppure seconda punta, ma la posizione migliore per esaltare le sue doti è quella dietro alle punte. Un ruolo che nel Milan attuale, schierato con il 4-3-3, non c’è più. Il Brasiliano tornando a Milanello dunque dovrebbe adattarsi a ricoprire una posizione di campo differente da quella più adatta ad esaltarne il rendimento. In ogni caso, a nostro avviso non si ripeterebbe in questo senso quello che sta già accadendo con Boateng: la discriminante delle due situazioni risiede proprio nel diverso bagaglio tecnico a disposizione dei due calciatori; come dire, quando si hanno a disposizione piedi raffinati, l’adattamento a ruoli differenti risulta più semplice. Da questo punto di vista quindi, Kakà potrebbe essere utile per elevare il tasso tecnico dei rossoneri, il quale abbiamo detto più volte, in questo momento è al di sotto dello standard abituale del Milan.

L’ASPETTO UMANO

Questo elemento connesso all’operazione viene solitamente messo in secondo piano quando si ragiona sulla bontà o meno del ritorno alla base del giocatore, ma a nostro avviso rappresenta una delle possibili chiavi del successo di un rientro a Milanello di Kakà. Il Milan attuale ha assolutamente bisogno di leader, di giocatori che sanno cosa vuol dire giocare a certi livelli e possono insegnare ai giovani cosa voglia dire stare al Milan, che da sempre è una società particolare e nella propria storia è piena di calciatori degni di entrare nella hall of fame del club. Lunedì sera Gennaro Gattuso, altro grande ex e di diritto entrato a far parte della storia rossonera, ospite alla trasmissione Undici condotta da Pierluigi Pardo, ha espresso un concetto molto semplice sull’attuale inversione di politica rossonera: “La strada dei giovani va bene, ma solo con i giovani non si vince”. Servono guide a questo spogliatoio, che si è forse disfato di troppi calciatori esperti in un colpo solo, e rischia così di accusare forti limiti di esperienza. E’ fuori da ogni ragionevole dubbio che in questo senso il ritorno di Kakà restituirebbe alla rosa un calciatore che può assolvere il compito di chioccia per tutti i giovani che sono già presenti in squadra e per quelli che la raggiungeranno nelle sessioni di mercato seguenti.

L’OPINIONE: Insomma, tirando le somme, sono spinto a ritenere che molto probabilmente il giocatore che eventualmente tornerà da Madrid non sarà più un giocatore decisivo, ma indubbiamente sarà un calciatore utile alla causa rossonera. Ovviamente, un giudizio complessivo non può prescindere dal conoscere le cifre alle quali eventualmente si concluderebbe l’affare. Per intenderci: se la formula fosse quella del prestito per un anno e mezzo, con corrispondente dimezzamento dello stipendio del calciatore, credo che l’operazione possa giudicarsi come vantaggiosa per il Milan, mentre se il Real insistesse per ottenere un conguaglio economico oppure il giocatore avanzasse pretese contrattuali piuttosto esose, i rossoneri dovrebbero a mio avviso chiudere la trattativa e orientarsi verso altre piste. Un ritorno bene accolto quindi, ma al giusto prezzo.. non dimentichiamoci, infatti, che nel calcio gli affari non si fanno con il cuore ma con la testa.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]