Milan: prima cedere poi comprare. Restare un lusso garantisce competitività

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Se non cedi, non compri: il comandamento di ferro è inciso a Milanello e ben spiega la situazione dell’attuale mercato rossonero. Il budget di Fininvest è stato stanziato: per la prima squadra ci sono 15, massimo 20 milioni di euro. Una cifra che i palati fini definiscono “da ridimensionamento” o “da Europa League”: alla fine basta ricordare che, con quei soldi, Marco Branca ha comprato Lucio e Sneijder e ha portato il resto a Papà Moratti.

Questione di occhio, non di danè: se l’ingegno e la creatività sono morti, beh, allora 20 o 200 poco cambia, se non che con certe cifre, la squadra competitiva sulla carta sanno farla tutti, salvo finire come il Real Madrid.

Il Milan di Allegri (si aspetta il termine della stagione del Cesena, che libererà Bisoli per il Cagliari, per l’annuncio) deve ripartire dalla fantasia in campo come in sede di mercato: se sul rettangolo di gioco potrà pensarci un Ronaldinho che dovrà riprendere la missione lasciata con Leonardo, in via Turati toccherà a Galliani e Braida mettere da parte le cantilene della crisi ed amministrare al meglio quant affidatogli dalla proprietà. Con la speranza che l’errore dello scorso anno abbia lasciato qualcosa: 15 milioni “secchi”, all in su Huntelaar, il principe delle riserve… Tantovaleva tenerli in tasca, invece di concedere il contentino (molto “ino”) ai tifosi. Proprio dalla cessione dell’olandese, che quantomeno non si è svalutato negli ultimi 12 mesi, si può racimolare altro margine di manovra: alla prima offerta adeguata, Benfica o Inghilterra che sia, tanti saluti con pochi rimpianti.

Il Milan può intraprendere due strade e con nessuna delle due si sposa bene l’olandese: la prima è quella di una squadra rinforzata da 3-4 titolari giovani, di gamba e prospettiva, dal costo limitato. La seconda è quella di un crack, in attacco, ed un paio di comprimari: a tal proposito, le smentite di Raiola su Ibrahimovic lasciano il tempo che trovano, visto che è proprio lo stesso agente a ronzare spesso in via Turati da ormai diversi mesi, guarda caso da quando Ibra si è reso conto di non aver molto a che spartire con l’impianto di gioco del Barcellona di Guardiola. Un altro “estraneo” è Flamini: guadagnasse la metà, sarebbe il rinforzo ideale, ma con uno stipendio da big ed un amore incontrollato per il cartellino rosso, evidentemente meglio monetizzare.

Per Massimo Oddo, non esiste “ricavo” dalla cessione del cartellino, ma transare l’ultimo anno di contratto ad una nuova società sarebbe già un bel risparmio: da sottolineare però come il numero 44, con dignità e professionalità, non abbia intenzione di restare come peso morto come alcuni dei suoi colleghi invece sembrano orientati a fare… Per il repulisti generale, bisognerà attendere il 2011: intanto una mano per il futuro può arrivare dall’estero ed in tempo brevissimo. Non i Russi di cui tanto si è parlato in questa settimana, ipotesi al momento fantascientifica e che meriterebbe un capitolo a parte (perchè, ad esempio, un ingresso di un nuovo 30% dovrebbe cambiare la politica del restante 70% di una società?), ma dalla Svizzera: l’assegnazione degli Europei 2016 all’Italia significherebbe lavori a San Siro e consequenziale passo in avanti del calcio italiano nelle entrate dallo stadio, voce fondamentale e deficitaria nei bilanci dei club della Serie A.

Se il Milan riuscisse a valorizzare il suo marchio come fatto da Real Madrid e Manchester United, allora sì, che anche senza elargizioni particolari da parte dell’azionista di maggioranza, si potrebbe tornare a sognare grandi, clamorosi colpi: i primi passi sono stati mossi con il nuovo accordo, presentato la scorsa settimana con Infront, che rivoluzionerà la politica delle sponsorizzazioni nel mondo rossonero. Meno aziende ma con maggiori investimenti, seguendo l’indirizzo che renderebbe il Milan un marchio di lusso come effettivamente la sua bacheca confermerebbe: a quel punto però, tasto dolente, al passato dovrebbe far fronte il presente ed il futuro… Un motivo in più per rinforzare una squadra che ne ha bisogno in maniera vitale, senza rovinare un ingranaggio che potrebbe ricominciare a regalare soddisfazioni in un futuro prossimo.

[Francesco Letizia – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]

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