Milan: Vecchi ricorda Rosato

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Nuovo appuntamento con l’angolo ‘Veri Milanisti’. In esclusiva per i nostri lettori abbiamo incontrato Villiam Vecchi, indimenticato portiere del Milan degl’anni ’60 e ’70, nei ricordi dei tifosi anche nel ruolo di preparatore dei portieri nello staff tecnico di Carlo Ancelotti.

Sette stagioni a Milanello, 71 presenze e 8 trofei: debutta con la maglia del Milan il 18 febbraio 1968, Milan-Inter 1-1, e chiude la sua lunga parentesi rossonera a Salonicco il 20 marzo 1974. In apertura un aneddoto su Roberto Rosato, altro grande e indimenticabile ex del Milan di fine anni ’60, una splendida cartolina dal passato in suo ricordo a quasi un anno dalla sua scomparsa.

Villiam, raccontaci un aneddoto su Rosato.
Mi piaceva guardare Roberto quando giocava a calcio-tennis prima dell’allenamento. Era favoloso, stava dietro e le prendeva tutte.

Dal passato al presente: Il Milan è finalmente Campione d’Italia. Quest’anno ti aspettavi lo scudetto?
Beh, era ora. Erano sette anni che non lo vincevamo. E’ un giusto premio alla società che quest’anno ha puntato su quello, ha investito e l’ha vinto.

Analizzando la prestazione di ogni singolo reparto, senza alcun dubbio la vittoria finale è arrivata anche grazie all’apporto dato dall’ottima difesa.
La difesa si è comportata molto bene, e lo dimostra il fatto che è stata la miglior difesa del campionato. Però è anche vero che quando si vince è merito di tutta la squadra.

Christian Abbiati è tra i migliori protagonisti della stagione. Qual è il tuo giudizio? Come vedi la situazione portieri per il futuro del Milan?
Christian ha fatto molto bene, gli ho fatto i complimenti perché ha fatto il più bell’anno della sua carriera. In futuro? Mah, Abbiati è giovane, perciò altri tre o quattro anni li farà. In futuro non lo sò, non sò quali investimenti farà la società. Sicuramente il problema del portiere al Milan non esiste. Per adesso.

Oggigiorno quale dev’essere la caratteristica principale sulla carta d’identità di un buon portiere?
Un buon portiere oggi, specialmente in Serie A, dev’essere forte psicologicamente perché gli rompono sempre, dal lunedì alla domenica. Quando giocavo io i media rompevano di meno, erano meno assillanti. E’ chiaro che era tutto diverso; oggi il calcio è cambiato completamente.

[Redazione Il Vero Milanista – Fonte: www.ilveromilanista.it]