Montella-Allegri: sfida nella sfida

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logo-milanPrecisiamo, qui ne parliamo solo per dovere di cronaca; il convincimento è che Allegri siederà sulla panchina del Milan anche nel campionato 2013-2014, del resto, è quella la naturale scadenza del contratto e motivi per pensare a cose diverse non ce ne sono. Tuttavia, è inutile nasconderlo, la sfida Allegri-Montella si nasconde tra le pieghe di questo Fiorentina-Milan e solletica molte fantasie volte al passaggio di consegne tra i due “sfidanti”. La stampa nazionale in generale, è di fatto scatenata dietro l’ipotesi di Montella come possibile successore di Mister Allegri a fine campionato.

Ma quali sono, se ve ne sono, sostanzialmente, dal punto di vista tecnico, le differenze tra i due tecnici. Proviamo a mettere a confronto quanto Allegri ha fatto vedere in questi tre anni di Milan e quanto Montella ha dimostrato nella sua breve esperienza dapprima a Roma, poi a Catania, infine a Firenze. Di base, attualmente, entrambi praticano il 4-3-3, ma se quest’anno Montella ha più spesso schierato la propria squadra col 3-5-2, Allegri dal suo canto, ha abbandonato il consolidato 4-3-1-2.

Non c’è dubbio che tali schieramenti vengano dettati dai calciatori che si hanno a disposizione ragion per cui, la mancanza di Ibrahimovic ha spinto Allegri a togliere Boateng da dietro le due punte, ruolo svolto egregiamente negli ultimi due anni, e provarlo dapprima nei tre di centrocampo, da ultimo sull’out destro nei tre davanti. Montella, considerati i vari Borja Valero, Pizarro e Aquilani, ha preferito avere due laterali di spinta ai loro fianchi (Cuadrado e Pasqual) con tre difensori centrali a presidiare la zona difensiva (Gonzalo Rodriguez, Roncaglia e Savic o Tomovic).

Da questo punto di vista, le differenze sono dettate dai giocatori in organico, resta il fatto però che Montella preferisca un centrocampo tecnico, di palleggiatori, mentre Allegri lo preferisca muscolare, valga per tutte la scelta di Van Bommel al posto di Pirlo e quest’anno De Jong, in alternativa Ambrosini, ad un altro tipo di calciatore.

É acclarato pertanto che Montella dia alle proprie squadre un “taglio” di gioco o se preferite, per dirla alla Berlusconi, sia un “sarto” più indicato per la “stoffa” che sogna il Presidente per la propria squadra. La storia del Milan sta li a dimostrare che al Milan piace “fare giuoco”, “costruire giuoco”; da questo punto di vista, Montella ha i requisiti giusti per fare breccia nel cuore di Berlusconi, un pò meno, forse, in quello di Galliani da sempre innamorato dell’allenatore livornese e col quale ha un rapporto simbiotico.

Del resto, i risultati parlano per Allegri. Il lavoro svolto nel campionato in corso è stato enorme ed egregio tanto che oggi il Milan si gioca l’accesso diretto alla Champions League essendo a soli due punti del Napoli secondo e distanziando proprio la Fiorentina di sei, quarta in classifica. Ancora, per gli anni a venire, il Milan ha già varato il suo progetto improntato sui giovani ed ha già designato Massimiliano Allegri quale capo di tutti gli allenatori rossoneri dalla prima squadra a scendere fin nelle giovanili. Non vediamo motivi per alimentare ulteriori voci.

Certo, la sfida, è affascinante e intrigante per i più maliziosi. Noi continuiamo a ritenere Allegri saldo alla panchina del Milan anche per il prossimo anno, in futuro chissà, Montella è bravo e si presenta bene. Per dirla alla Galliani, anche lui ha “le phisique du role”, vediamo chi la spunterà nel duello di domenica da “mezzogiorno di fuoco” certi comunque che, in ogni caso, Allegri stia già lavorando al Milan che verrà.

[Sandro Cerisano – Fonte: www.ilveromilanista.it]