Napoli, Benitez: il modo giusto di impiegare i giovani

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logo-napoliCambio di modulo, cambio di mentalità, internazionalizzazione. Non solo. Benitez ha fatto un altro passo avanti che qui a Napoli non si apprezzava forse dai tempi della serie C, quando Reja faceva esordire qualche giovane. Vitale, Schettino, Grieco, poi un lungo lunghissimo silenzio fino all’anno scorso, quando Mazzarri concedeva qualche scampolo di partita di fine stagione: inutile ai fini della classifica, utile solo ai fini delle raccolte degli almanacchi. Qui a Napoli la paura più grande è quella di bruciare i giocatori giovani. Nemo profeta in patria insomma, in piena controtendenza con la mentalità di Benitez. É sicuramente per questo che Mazzarri ai vari Tutino, Insigne junior ed Ammendola, aveva solo concesso i minuti di recupero dei secondi tempi, giusto il tempo di indossare la maglietta e togliersela per fare la doccia.

Chi la doccia se l’è fatta dopo qualche minuto, ma sicuramente col sorriso sulle labbra è stato Davide Bariti, in giro per prestiti fino a quest’anno, ha giocato dieci minuti finali della partita col Livorno. Certo, si dirà, vincevamo quattro a zero col Livorno. Si dice bene, ma se si pensa che in Inter-Napoli 0-3 di due anni fa facemmo esordire un certo Cristian Chavez, meglio tenersi il giovane Davide e farlo crescere all’ombra di tanti campioni.

Ombra di cui ne beneficia anche Rafael, il giovane portiere brasiliano di cui si dice un gran bene: Reina sta facendo grandissime prestazioni, che per un portiere promettente è l’ideale per crescere bene. Buone impressioni quelle che ha destato il giovane portiere: le amichevoli estive al San Paolo e le prestazioni in allenamento a Dimaro hanno fatto pensare a molti che il futuro della porta azzurra è assicurato. Magari, il buon Rafa, potrebbe farlo esordire in Coppa Italia.

A proposito di esordio, chi non è fortunato è Bruno Uvini. Benitez lo menzionò tra i probabili difensori da schierare in coppia col Albiol, e invece non ha giocato fino al battesimo col fuoco al San Paolo: dopo un minuto col Catania, Mesto si fa male, esce, e il simpatico Bruno, a volte difensore ed a volte traduttore, si adatta a terzino destro tutta la partita e raccoglie anche qualche applauso per l’impegno.

Chi ha raccolto molti applausi è stato sicuramente Duvàn Zapata: macchinoso, lento, difficoltoso nell’ambientarsi. Questi gli epiteti che si è meritato. Intanto, questo ragazzone ha avuto il merito di provarci ed ha fatto bene: il gol col Marsiglia ha fatto esultare tutti anche i suoi più aspri criticoni e adesso ha il coraggio di entrare e sentirsi più forte e più sicuro dei suoi mezzi.

Altrettanto sicuro, dei suoi mezzi, può esserlo Josip Radosevic: venuto in Italia come un oggetto misterioso, ma prima le parole rassicuranti di De Laurentiis (“Col nuovo allenatore troverà più spazio”) e poi l’impiego centellinato di Benitez, hanno fatto conoscere il giovane croato alla platea azzurra.

L’impiego dei giovani calciatori è forse la massima espressione del coraggio di un allenatore. Più di un cambio di modulo, più della scelta dei tiratori dei calci di rigore. Benitez, in modo intelligente, li impiega nella maniera giusta, senza gettarli nella mischia col rischio di bruciarli, dando loro la fiducia necessaria a farli sentir pronti quando un momento di difficoltà li chiamerà ad essere protagonisti. Chiedetene ad Uvini…

[Michele Bellame – Fonte: www.tuttonapoli.net]