Napoli-Bologna 3-0: tris perentorio e indiscutibile quasi umiliante

213

logo-bolognaUna sconfitta era prevista e prevedibile, al San Paolo contro il super Napoli di Hamsik, Behrami, Callejon, Pandev, Higuain e del nuovo condottiero Rafa Benitez. Ma così, con un 3-0 perentorio e indiscutibile, fa male. È umiliante. Pioli, nonostante la partenza di Taider e le non perfette condizioni del figliol prodigo Perez, inizialmente in panchina, non abbandona il 4-2-3-1 con Diamanti e la coppia greca Kone-Lazaros alle spalle di Bianchi. Davanti alla difesa ci sono Krhin e Della Rocca, non esattamente una diga.

Dopo cinque minuti è già chiarissimo quale sarà il copione della partita, con i padroni di casa a fare il bello e il cattivo tempo e il Bologna a contemplare la bravura degli avversari: Hamsik si inserisce centralmente e prova a servire Callejon, Antonsson interviene in scivolata ma la palla si impenna e raggiunge comunque il trequartista spagnolo, il cui splendido diagonale al volo di destro si stampa sul palo. Primi brividi di una stagione che si preannuncia tremendamente difficile.

Al 10’ lo spauracchio Kone ci prova da lontanissimo senza creare grossi grattacapi a Reina, in una delle rare sortite offensive rossoblù. Il Napoli infatti continua a premere sull’acceleratore e a collezionare occasioni da rete, come al 18’ con un colpo di testa di Hamsik troppo centrale e al 20’ con un pericolosissimo traversone di Callejon sul quale nessuno riesce ad intervenire. Ma è solo il preludio del gol.

Al 32′ Garics pensa bene di lasciare libero sulla corsia di sinistra Hamsik, giocatore di caratura internazionale, che prende la mira e scarica una gran botta che Curci respinge centralmente, favorendo così il tap-in di Callejon a porta sguarnita. Siamo sotto, anzi, stiamo lentamente affondando.

Al 39’ Higuain segna ancora ma è fuorigioco, sembra che si possa andare al riposo sotto solo di una rete e invece no, perché lo slovacco col numero 17 è scatenato, all’ultimo secondo raccoglie un perfetto suggerimento di Zuniga, si beve sia la bella statuina Garics che Curci in uscita e deposita nel sacco il punto del 2-0. Gambe tagliate, match già chiuso, mentre si sparge la voce che Guaraldi in tribuna non è soddisfatto. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

In campo c’è un Bologna non solo povero di qualità, ma anche di idee e di grinta. Una squadra timida, lenta, scolastica, prevedibile, in balia della forza fisica e del furore agonistico degli uomini di Benitez. Una squadra troppo dipendente dall’estro del suo unico giocatore di livello, Alino Diamanti, peraltro in serata no.

La difesa azzurra è pressoché inoperosa, Behrami regna incontrastato sul centrocampo e Hamsik illumina, mentre sul versante opposto spiccano in negativo Garics, impreciso al cross e addormentato in difesa, Krhin, con i suoi continui passaggi in orizzontale al limite dell’irritante, e Christodoulopoulos, il più deludente in assoluto dall’inizio del ritiro a oggi. Gabbiadini era decisamente un’altra cosa.

La ripresa è semplicemente una formalità per il Napoli, che sfiora il tris già al 4’ con uno scatenato Callejon in contropiede e al 5’ con una sassata su punizione di Higuain, rischiando qualcosa solo al 16’ su una bella iniziativa di Bianchi che aggira Albiol ma calcia alto. Il sigillo conclusivo dei partenopei arriva al 17’ ed è lo specchio dell’intera partita: Maggio si invola indisturbato sulla destra e mette in mezzo per Higuain, tocco di punta dell’argentino all’indietro dove Pandev anticipa un marmoreo Krhin appoggiando la sfera a rimorchio per la stoccata vincente del solito Hamsik. Doppietta per lui, stadio in delirio e Bologna sotterrato. Che tristezza.

Nell’ultimo quarto d’ora i ritmi si abbassano e i rossoblù si fanno vedere qualche volta in avanti giusto per timbrare il cartellino della presenza. Si salvano solo Moscardelli e Crespo, entrati con il piglio giusto e protagonisti di un paio di combinazioni apprezzabili. Al 35’ è proprio il terzino spagnolo ad andare vicino al gol, ma il suo intervento in spaccata si spegne sull’esterno della rete.

Finisce così, con una bella mazzata tra capo e collo, con tre schiaffoni che una proprietà seria dovrebbe obbligatoriamente interpretare come un campanello d’allarme e correre ai ripari, ma che in questo caso rischiano solo di essere lo sgradevole antipasto di un campionato amarissimo. San Paolo rovente, Napoli seria candidata per la vittoria dello scudetto, ma non ci si può sempre nascondere: se nell’ultima settimana di mercato la rosa non sarà rinforzata con almeno un paio di giocatori funzionali al gioco di Pioli, questo piccolo Bologna rischia grosso. Scendete da quella tribuna e datevi da fare!

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]