Napoli: come cambia con Benitez? Analisi ruolo per ruolo

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logo-napoliIn un’estate che, climaticamente, tarda ad arrivare, puntuale invece si presenta il tempo del calciomercato: da sempre il momento di sogni, speranze, e purtroppo, incubi per i tifosi di tutte le squadre. E Napoli ovviamente non fa eccezione: dopo aver messo a posto il tassello dell’allenatore, ora tiene banco la questione Cavani. Dalla sua cessione o meno, le strategie del club cambieranno, e non di poco. Tanti nomi sono stati fatti, dimenticando forse la qualità di una squadra che quest’anno ha raggiunto un risultato straordinario, quel secondo posto che vale la qualificazione diretta alla prossima Champions League. Cerchiamo allora di analizzare, reparto per reparto, quali giocatori potranno dire ancora la loro, considerando l’arrivo di Rafa Benitez alla guida del Napoli, che introdurrà un nuovo sistema di gioco. Addio alla difesa a tre, dopo sette anni (tra Reja e Mazzarri) in cui la squadra ha giocato quasi sempre con questo modulo. Ed è proprio questo cambiamento che potrebbe rappresentare, almeno inizialmente, un trauma per i calciatori abituati da tempo al vecchio sistema; oppure, a voler vedere l’altra faccia della medaglia, lo stesso cambiamento potrebbe rappresentare un’opportunità per migliorarsi.

PORTIERI – Morgan De Sanctis ha rinnovato il suo contratto proprio quest’anno, fino al 2015: nelle ultime ore pare rimbalza un interessamento della Roma, ma è un’ipotesi remota che lasci Napoli. Ha rinunciato alla Nazionale, la sua esperienza è un bene prezioso, e sebbene quest’anno abbia palesato qualche insicurezza, resta una risorsa per la squadra, che Benitez di certo apprezzerà. Dovrà fare i conti con il cambio di preparatore dei portieri, da Nunzio Papale a Xavi Valero: non dovrebbe rappresentare un problema per uno come De Sanctis, bravo nell’autogestirsi. E’ aperta la successione al ruolo di dodicesimo: Rosati non convince e dovrebbe essere ceduto; a quel punto bisognerà capire la strategia del Napoli: prendere un giovane (Perin?) da far crescere all’ombra di De Sanctis, per poi lanciarlo titolare nella stagione successiva (con Morgan a fargli da chioccia) oppure uno di discreto affidamento (Pelizzoli?), già pronto all’occorrenza. Per il terzo portiere, c’è Colombo che va in scadenza; di lui il Napoli apprezza la serietà e la professionalità: non è escluso un rinnovo.

DIFENSORI – E’ in retroguardia che avverrà il cambiamento maggiore: il Napoli non si schiererà più a tre, bensì a quattro. Una linea che Mazzarri aveva già provato nella stagione appena terminata, e che spesso ha dato buoni frutti. I due centrali devono avere una caratteristica importante: la velocità. Ed è qui che potrebbe sorgere qualche problema. La perdita di Campagnaro, alla luce del nuovo modulo, diventa ancora più grave: Hugo è il difensore perfetto per questo tipo di schieramento. Cannavaro non si tocca, questa è la certezza da cui parte Benitez: il capitano avrà bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare i nuovi movimenti, ma la sua esperienza potrebbe attenuare il “trauma”. E alla fine, soprattutto per lui il cambiamento potrebbe rappresentare un’opportunità: chissà che, disputando un’ottima stagione, Prandelli non possa alla fine convincersi (venuta a mancare l’attenuante della difesa a tre) di aver bisogno anche di lui per la spedizione brasiliana del Mondiale 2014. Chi al suo fianco, poi? Nell’attuale rosa ci sono Gamberini e Britos. Per caratteristiche, l’uruguaiano potrebbe essere l’ideale; piede sinistro (in contrapposizione al destro di Cannavaro) e buona percezione del ruolo: giova ricordare che ha giocato le sue migliori partite proprio da centrale, nel periodo della squalifica del Capitano. Gamberini avrebbe un ruolo da comprimario, pur essendo quello più abituato a giocare a quattro, per averlo fatto in tanti anni di militanza con Prandelli alla Fiorentina. Infine Rolando: a giugno finisce il prestito dal Porto, la sua permanenza è ancora in bilico. E’ chiaro però che proprio qui il Napoli dovrà intervenire: considerando anche la Champions League, potrebbero servire addirittura due rinforzi. Cambia il modo di giocare anche sulle fasce: gli esterni saranno ovviamente più bassi, con compiti di appoggio alla manovra, più che di spinta. Titolari potrebbero essere Armero a sinistra, Maggio o Zuniga a destra; per loro due però c’è ancora l’incognita della permanenza in azzurro legata alle sirene dell’Inter, accese ovviamente da Mazzarri. Completa il reparto Mesto, destinato ad avere un ruolo marginale o forse addirittura ad essere ceduto. Di certo Benitez avrà bisogno di una doppia coppia su entrambi i lati: necessario anche in questo caso il ricorso al mercato.

CENTROCAMPISTI –  Con l’arrivo del nuovo allenatore, la mediana non sarà più quella a cui siamo stati abituati: sarà un centrocampo di soli due elementi dinanzi alla difesa a quattro, più due esterni alti ed un regista avanzato dietro la punta, che, in fase di non possesso, si abbasseranno a turno. Per il suo gioco, Benitez necessita di calciatori con una capacità tecnica superiore a quella di contrasto, praticamente il contrario di quelle che erano le priorità del suo predecessore. Vuole il mediano interditore, con al suo fianco un metodista tecnico. Quelli che ha avuto alle sue dipendenze, Mascherano e Xabi Alonso tra tutti, sono naturalmente bravi a contrastare gli avversari, ma innanzitutto forniti di tecnica sopraffina. Hamsik è sicuramente il più dotato tecnicamente tra i centrocampisti azzurri, e dovrebbe ricoprire la posizione di regista avanzato dietro alla punta, un finto trequartista: la sua capacità di inserirsi senza palla potrebbe essere sfruttata al massimo se collocato in questo modo. Tecnicamente apprezzabile è lo stesso Dzemaili, reduce da un esaltante finale di stagione. Ideale, per lui, sarebbe la collocazione da interno destro di un centrocampo a tre. Ipotesi remota, invece, quella di finto trequartista dietro la punta. Assai più probabile la posizione di metodista davanti alla difesa, ruolo in cui si gioca la maglia con Inler, suo compagno di nazionale. La posizione di mediano interditore sarà sicuramente affidata a Valon Behrami, la sorpresa più felice della scorsa stagione. Sarà lui il frangiflutti dinanzi alla difesa nella linea a due. Gli si affiancherà uno tra Inler e Dzemaili, a meno che gli scenari di mercato non regalino un altri interprete (Lucas Leiva?). Il pacchetto si completa con El Kaddouri, che grazie alla sapienza tattica dello spagnolo potrebbe maturare ancora di più, Donadel, che è prossimo alla cessione, e Radosevic, che per ora resta un oggetto misterioso.

ATTACCANTI –  É ovvio che il punto fermo, in caso di una sua permanenza (circostanza che negli ultimi giorni pare sempre più possibile) sarà Edinson Cavani. Per il Matador non c’è bisogno di presentazioni, i numeri impressionanti degli ultimi tre anni sono sotto gli occhi di tutti. Le squadre allenate dal tecnico spagnolo, inoltre, hanno sempre esaltato i grandi centravanti, come testimoniano i 24 gol di Mista del Valencia nel 2004 e le 95 marcature di Torres nelle tre stagioni e mezza vissute con Rafa tra Liverpool e Chelsea. Altro uomo chiave potrebbe essere quel Lorenzo Insigne che tanto bene ha fatto l’anno scorso nel suo esordio in Serie A. Ritroverebbe la posizione che l’ha reso giocatore importante (esterno d’attacco nei tre in appoggio alla prima punta) e sarebbe finalmente libero dai sacrifici in fase di copertura che gli richiedeva Mazzarri. Da tener presente, inoltre, la grande propensione alla fiducia che Benitez ha verso i giovani, altro elemento discordante rispetto alla precedente gestione. Due componenti (modulo e fiducia ai giovani) che potrebbero favorire il rientro alla base di Edu Vargas, considerato anche che il club ha per contratto il diritto di chiederne il ritorno anticipato entro metà luglio.

Turboman a Napoli ha giocato pochissimo e male, in una posizione estremamente lontana dalle sue caratteristiche. Veniva schierato come prima punta, quando il suo ruolo naturale è proprio quello di esterno offensivo destro, posizione che si sposa perfettamente con i dettami del nuovo tecnico. Per Goran Pandev va fatto un discorso diverso: il macedone ha ancora due anni di contratto, è un talento indiscusso ma più volte nell’arco della stagione ha evidenziato cali di rendimento fisico che gli sono costati il posto da titolare. A suo favore gioca la grande duttilità tattica ed il fatto che Benitez conosca le sue caratteristiche in virtù della loro comune esperienza all’Inter nel 2010.  Difficile, in questo momento,  ipotizzare una permanenza al Napoli per Emanuele Calaiò, che potrebbe ricoprire il ruolo di prima punta nello scacchiere azzurro ma che al momento non sembra rientrare nei piani del tecnico spagnolo. L’Arciere deciderà nei prossimi giorni il suo futuro e sono varie le voci che lo vedrebbero come erede di Bianchi al Torino.

[Balzano/Calemme – Fonte: www.tuttonapoli.net]