Napoli: è tornata la “macchina da guerra”

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logo-napoliQuella macchina da guerra che per gran parte del campionato ha viaggiato insieme alla Juventus è tornata. Quando il Napoli è al top sul piano psico-fisico non c’è avversario che tenga ed a pagarne le conseguenze è stato il malcapitato Genoa. In attacco è tornato a tutti gli effetti anche il vero Pandev – quello che sapeva essere decisivo ad inizio stagione – ed anche Hamsik ne ha beneficiato: i due parlano la stessa lingua ed hanno infiammato il San Paolo con giocate d’alta scuola. Dzemaili è ormai a tutti gli effetti quel co-titolare che Mazzarri ha atteso per oltre un anno e sulla sinistra Armero non ha fatto rimpiangere Zuniga certificando che il Napoli, in quel ruolo, è già coperto per affrontare il doppio impegno.

Secondo posto consolidato, almeno per il momento, come giusto che sia per una squadra che merita più di ogni altra di centrare la Champions diretta. Per la continuità avuta durante tutto il campionato ed anche il gioco espresso per buona parte della stagione. Se poi consideriamo che il Milan ha raccolto tanti punti con continui episodi arbitrali a favore allora il discorso non ha motivo d’esistere. Nonostante tutto i rossoneri sono lì e proveranno a riaprire i giochi: il Napoli però potrà contare su due risultati su tre e quindi potrà aspettare e ripartire. Probabilmente la situazione preferita da Mazzarri che preparerà la gara che si prevede congeniale alle caratteristiche degli azzurri.

La stagione attuale, che vede il Napoli ad altissimo livello, avendo costretto la Juventus a fare meglio della scorsa stagione per mettere le mani sullo scudetto, non può portare alla fine del ciclo. Nonostante una grossa fetta della tifoseria sia sorprendentemente stufa o delusa dalla stagione, il Napoli continua a crescere, il gruppo è ormai plasmato, e nel momento che l’ultimo gradino di crescita si avvicina non si può perdere Walter Mazzarri. Fa bene De Laurentiis a provarle tutte per convincere il tecnico toscano, che negli ultimi tempi ha dato l’impressione di aver deciso per la permanenza. Le continue titubanze di Mazzarri vanno chiaramente inquadrate nella volontà di avere garanzie precise. Se dovessero arrivare allora ci sarebbe la firma anche sul triennale. Chiaro il segnale lanciato sulle parole del presidente sui giovani. “Giovani o vecchi, l’importante che siano forti”. Mazzarri vuole vincere e, non avendo gradito tante critiche arrivate in questa stagione, sa che nella prossima già ripetersi sarebbe un fallimento per un piazza che spesso sembra annegare nei propri isterismi.

In alcuni momenti quasi s’è sollevata una sommossa contro alcune scelte o dichiarazioni dell’allenatore. Che il toscano debba migliorare qualcosa nella gestione del turnover è chiaro; che non sia un grande comunicatore è sotto gli occhi di tutti, così come però che è uno dei migliori tecnici italiani – se non il migliore in considerazione del materiale umano a disposizione in questi anni – ed il ruolo di Mourinho di turno dietro lo telecamere lo lascia volentieri ad altri. E’ palese la disparità di trattamento rispetto ad altri allenatori, che in campo tra l’altro non hanno fatto vedere neanche la metà del suo valore. Per mesi il tecnico è stato sbeffeggiato per i suoi sfoghi sul manto erboso del San Paolo, fino a quando è stato sostituito ed i risultati – sul piano del gioco palla a terra – si sono visti. “Vale anche per gli avversari” si sono limitati a ripetere fino alla noia in tanti, non tenendo conto che forse ad essere penalizzata è soprattutto la squadra che deve fare gioco, anzichè quella che si piazza in dieci dietro il pallone ed attende. Ricorderete la gara con la Sampdoria, col pallone che diventa pazzo con rimbalzi irregolari ed il Napoli che non può far girare palla in velocità per aprire  varchi nella difesa blucerchiata. Altri allenatori parlano del campo realmente come alibi e nessuno ha nullla da ridire. Montella disse che la sua squadra era stata più penalizzata rispetto al Cagliari nel giocare a porte chiuse nel silenzio. Non immaginiamo neanche la campagna anti-Mazzarri se quelle parole le avesse pronunciate lui. All’Inter addirittura si appellano all’arbitro per un rigore quando subiscono tre gol dall’Atalanta, due in dieci minuti, senza mostrare un’idea di gioco o qualcosa che ne sia almeno un lontano parente. Mazzarri fu criticato duramente, ad esempio, per le proteste in seguito ad un gol ingiustamente annullato a Pandev allo scadere contro il Cesena dopo una gara dominata. Altro capitolo riguarda gli obiettivi stagionali: le dichiarazioni sull’importanza della Champion sono state viste come mancanza di mentalità, per altri come un voler mettere le mani avanti sul fallimento (?) scudetto, ma poi Conte in conferenza sottolinea come l’obiettivo della Juventus – cioè del club più vincente in Italia – sarà sempre quello di arrivare almeno in Champions, ma nessuno ha mosso alcun appunto. Concludiamo in bellezza con il mito del “Mazzarri non valorizza i giovani”. Cosa avrebbe dovuto fare più precisamente?

Schierare Fideleff e Vargas da titolari? Continuare a soccombere con Fernandez anche in campionato dopo  disastri Europei e quelli fatti in campionato sia da centro-destra che da centrale? L’argentino al Getafe s’è conquistato una maglia da titolare, ma in una squadra comunque a metà classifica, senza ambizioni da scudetto o secondo posto ed in una difesa a quattro. Per quanto riguarda Radosevic da queste pagine più volte vi abbiamo informato sulle qualità dell’ex Hajduk che sta facendo ottime cose con la Primavera e che sicuramente avrà grandi prospettive. Ma nel momento di maggiore difficoltà del Napoli, con giocatori di una certa esperienza in difficoltà, come si fa a pensare di mandare nella mischia un ’94? Pur di attaccare il tecnico s’è detto qualsiasi cosa: s’è esaltato il giocatore fino a farlo diventare titolare della Croazia quando nelle ultime due partite non è andato neanche in panchina, tant’è che poi è stato aggregato all’Under 21 ed è stato recentemente convocato nell’Under 20.

Il giocatore sta crescendo con la Primavera, si giocherà la Coppa Italia nel ritorno con la Juventus ed i play-off scudetto. Dal prossimo anno, dopo un ritiro con la prima squadra, bisognerà poi scegliere se aggregarlo da quarto centrocampista oppure dargli continuità altrove. Probabilmente El Kaddouri meritava maggiore spazio (quando però?) ed in Europa anche lui – probabilmente non aiutato dal contesto – ha deluso. Non è eccessivo accusare il tecnico di “bruciare” i giovani? Se la società avesse assicurato al tecnico Pogba qualcuno dubita che non avrebbe preso il posto di Inler o Dzemaili? Non difendiamo il tecnico a prescindere, avendo più volte sottolineato alcuni limiti, come il turnover esasperato in Coppa o sulla poca rotazione in alcuni momenti di difficoltà dei titolarissimi, ma in molte situazioni – e si può continuare all’infinito – qualcuno ha evidenziato di essere prevenuto.

[Antonio Gaito – Fonte: www.tuttonapoli.net]