Napoli, il punto: da 0 a 10 sulla sfida contro il Torino

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logo-napoliZero le reti in campionato di Higuain, che anche contro il Torino deve fare i conti con la sfortuna e con quel nervosismo che è il peggior amico di un bomber. Il volto di Gonzalo racconta più di ogni altra considerazione questa frustrazione che ha radici innaffiate dalle solite chiacchiere da bar che lo riguardano.Togliere il gol ad uno come lui è come togliere a Lupin la possibilità di rubare. Affetto da una strana forma di gol-mania.

Uno a Maggio per la dormita in occasione della rete di Quagliarella. L’esterno, autore di una buona prova, ha rischiato di compromettere la sfida ai granata per l’ennesima letale distrazione difensiva. Una costante di questo suo inizio di stagione. Una incongruenza per uno che ha fatto della disciplina e dell’attenzione i cardini sui quali poggiare una carriera in cui l’ambizione ha superato di gran lunga il talento. Il tempo logora ogni cosa.

Due gli spunti di Michu nel corso della gara: un assist ad Insigne nel primo tempo e la traversa nella ripresa. Piccoli segnali da parte di un calciatore che vive una situazione psicologica non certo facile, essendo costantemente nel centro del mirino più di Clint Eastwood nell’omonimo film. Se qualcuno si aspetta un fenomeno, verrà deluso. Se qualcuno si aspetta un bidone, verrà deluso.

Tre occasioni in pochi secondi al minuto 24. Affidare il racconto di questo avvio di stagione al più abile narratore non avrebbe lo stesso impatto dell’azione che riassume alla perfezione il momento azzurro: imprecisione, sfortuna, sufficienza, rassegnazione. Roba da mandare tutti in analisi. Tifosi compresi.

Quattro le reti in campionato di quel perfezionista di Callejon. Nel primo tempo è una furia quando capisce che i suoi non girano con i giri giusti del motore. Nella ripresa sale in cattedra, iniziando a martellare con la ritmicità di un pendolo sulla sua fascia. Alla fine trova il gol senza nemmeno volerlo perchè la fortuna gli audaci sempre li aiuta. É il quarto del suo campionato e vale ancora tre punti. Fondamentale, come il rum nel babà.

Cinque alla leggerezza di Albiol al 70’. Quagliarella ha la colpa – una manna dal cielo per il Napoli- di accentuare la caduta e di indurre l’arbitro a propendere per la simulazione, ma la trattenuta reiterata in area dello spagnolo entra di diritto nella top ten delle cose senza senso di questa stagione. Ma dov’è quel punto di riferimento sempre lucido e concentrato della scorsa stagione? Il Napoli ha troppo bisogno di lui.

Sei più – e quanta fatica ci costa – a Fabio Quagliarella. In una delle giornate peggiori del calcio italiano, eroso da polemiche e sviste (?) arbitrali, è doveroso omaggiare la splendida rete dell’ex attaccante azzurro. I ricordi della sua avventura al Napoli non sono sicuramente da custodire nella cassaforte della memoria, ma chi ama questo giochino non può non apprezzare giocate come quella che hanno portato al vantaggio del Torino. Senza rimpianti, sia chiaro.

Sette alla capacità di Koulibaly di tradurre sul campo il concetto di provvidenziale. Una sua chiusura in area sul El Kaddouri  al 42′ è probabilmente il momento chiave del match. Uno strapotere fisico che, di gara in gara, si fonde con delle ottime letture in fase difensiva. Un mix esplosivo che fa solo bene al Napoli. La potenza è nulla senza controllo, dicevano. Questa potenza, con questo controllo, possono diventare devastanti.

Otto le reti segnate in campionato in sei giornate. Una miseria, se si considerano le occasioni prodotte. Le marcature potevano tranquillamente essere il doppio. Questione di dettagli, della capacità di non dare nulla per scontato. Quella capacità che distingue un maniacale campione, dallo sporadico protagonista di giornata. Lavorare su questo aspetto sarà fondamentale. Perché un palo o una traversa non sono sfortuna: sono tiri sbagliati.

Nove alla notte da leone di Insigne. É una serata dalle emozioni contrastanti quella di Lorenzo, un percorso di purificazione che passa dall’Inferno degli errori del primo tempo alla liberazione per una ripresa condita da un gol ed un assist. Una gara da raccontare, che resta marchiata a fuoco sulla giovane pelle di questo ragazzo oggetto di un giudizio sempre più severo perché ha l’accento uguale al nostro. Un triste destino. Un meraviglioso destino. É il prezzo da pagare per regnare in casa propria.

Dieci punti in campionato, sette raccolti nelle ultime tre uscite, tre vittorie consecutive  in sette giorni considerando l’Europa League.  Partiamo da un punto: il Napoli non è un malato immaginario. Però, citando proprio l’opera di Molière, “Che bella cosa è saper qualcosa” e dopo la gara con il Torino sappiamo qualcosa in più sulle condizione del paziente. Sappiamo che in attacco ha un potenziale sconfinato. Sappiamo che nonostante tutto gli azzurri restano la squadra favorita per il terzo posto. Sappiamo che ricompattando le fila si potrà ancora vivere una stagione importante in Italia ed in Europa.  Lo scudetto resterà anche per quest’anno un utopia, prima verrà metabolizzata questa verità, prima si riuscirà a far meglio. Il quadro è questo. E questo è il migliore dei mondi possibili. Al momento.

[Arturo Minervini – Fonte: www.tuttonapoli.net]