Oggi è nato il Genoa di Ballardini con tanto carattere e personalità

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«Fu un generale di vent’anni occhi turchini e giacca uguale, fu un generale di vent’anni figlio d’un temporale». I versi di Fabrizio De Andrè (a parte ovviamente l’età) definiscono Davide Ballardini perfettamente come un comandante che ha dato la carica ai suoi uomini e li ha condotti alla riscossa contro una Roma che ha retto metà partita. Sicuramente frutto di un costante lavoro settimanale del tecnico che ha saputo mutare pelle alla squadra: le ha dato la carica giusta per una prova di carattere che mancava da un po’ di tempo, riuscendo a rimontare e ribaltare il risultato. Insomma, da oggi è nato il suo Genoa: sia per schemi, per modulo e per personalità. Ma bisogna ricordare anche il merito del presidente Preziosi che ha mantenuto tutte le sue promesse: prima ha acquistato i giocatori necessari per il tecnico poi ha detto a tutti di aspettare. E il tempo gli ha dato ragione: i risultati e le soddisfazioni stanno arrivando.

E consentite anche a me dopo la fantastica partita di oggi pomeriggio di dire: belin che Genoa!!! Bisogna usare il dialetto genovese per far comprendere ciò che accaduto oggi a Marassi. Proverò a descriverla: la gara ha avuto due volti. La Lupa dei 7 colli aveva tanta benzina in corpo nella prima frazione di gioco ed è stata agevolata dagli errori commessi sui calci piazzati dalla difesa del Grifone. Nell’occasione del gol di Mexes c’è la scusante del suo fallo su Dainelli (Ma dov’era Orsato? E cos’ha sentito quando Totti lo ha mandato a quel paese? Er pupone nun se tocca). Ma il difensore rossoblù non ha attenuanti sul raddoppio di Burdisso, lasciato libero di fare ciò che voleva. Ballardini avrà ancora da lavorare su questo aspetto negativo della difesa. Mettiamoci anche il fatto che il centrocampo rossblù, a parte ovviamente lo stratosferico Kucka, non ha reso al meglio. La marcatura di Brighi su Milanetto (che inizia gustamente a essere stanco dopo tante gare da titolare) e l’aggiunta del cursore Taddei come terza punta con Totti e Borriello ha creato notevoli problemi al Genoa che aveva ancora la testa allo spumante post derby. C’erano però i segnali provenienti da Palacio e Floro Flores (molto sfortunato) che facevano capire che non tutto era perduto.

E il 3-0 segnato da er Pupone ha incredibilmente cambiato le sorti della gara, soprattutto dal punto di vista psicologico. La Lupa era soddisfatta del suo “pasto” e si è letteralmente seduta, invece il Grifone ha iniziato in quel momento ad aver fame. Ed è arrivato poco dopo il gol di Palacio: in quel momento il generale Ballardini ha deciso che era il momento di cambiare le carte in tavola e di suonare la carica. Fuori Rossi e Milanetto, dentro Paloschi e Veloso: il Genoa si è trasfigurato d’incanto. L’ex giocatore del Parma si è dimostrato un rapace, o meglio un Grifone, dell’area di rigore: fa perdere subito la trebisonda ai difensori avversari e insacca la seconda pappina. Il portoghese la prende per mano e dirige le operazioni: il suo tocco vellutato, soprattutto sui calci d’angolo, dà maggiore pericolosità sui calci piazzati. Poi Palacio umilia la difesa con il 3-3: la Roma ormai vacilla, Ranieri si è ormai chiuso in una difesa a 5 togliendo Borriello e mettendo Loria. La Lupa ha paura del colpo finale e il Grifone lo sta preparando. Ed è ancora “Palo” a buttarla dentro: è un giocatore rinato ed ha fatto rinascere il Genoa. Esplode la festa al Ferraris: la classifica ormai non dà preoccupazioni.

I tifosi si staranno chiedendo dove può arrivare il nuovo Genoa di Ballardini. Alt! Fermi tutti! Bisogna vivere alla giornata: “carpe diem”. Godiamoci questa seconda epica vittoria dopo quella nel derby e poi pensiamo alla gara di domenica a Catania (secondo impegno del Grifone nel “football dinner” delle 12.30). Dal risultato in terra etnea trarrem poi gli auspici.

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]