Palermo-Lazio 5-1: confezionato il “disastro-bis”

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PALERMO – Il disastro è servito. Campanelli d’allarme, e molti, avevano trillato con prepotenza dopo la sconfitta europea contro l’Atletico Madrid. Ma nessuno si sarebbe aspettato il disastro-bis, ravvicinato ed umiliante. In quel di Palermo, nella bella Sicilia, la Lazio offre ben poco di cui gioire, incassando 5 reti, rilanciando le ambizioni di Europa League dei padroni di casa, mortificando le proprie.

LE FORMAZIONI – Nella sciagurata notte palermitana Reja porta in panchina tre Primavera, Sbraga, Zampa ed il talentino Barreto. Dall’Uruguay ad Uruguay, davanti parte titolare Alfaro dal primo minuto, tra la curiosità e l’attesa degli addetti ai lavori e dei tifosi biancocelesti, al fianco di Miroslav Klose. Nel reparto più in debito di uomini, quello difensivo, viene arretrato Ledesma, al fianco di Zauri e Dias, Candreva nel centrocampo a 5 torna nel ruolo che predilige, al centro, mentre sulla fascia sinistra va Garrido. In panchina, dopo 4 mesi di calvario, si rivede Mauri. Nel Palermo, leone in casa, fuori dalle mura amiche sempre in difficoltà, Hernandez non ce la fa , Ilicic vince il ballottaggio con Zahavi e si piazza dietro Budan e capitan Miccoli.

LA CHIAVE – Gli infortunati possono essere una parziale scusante, gli assenti anche: il Palermo capitalizza ogni occasione che riesce a creare, ed un motivo ci sarà. Difesa improvvisata, modulo misterioso per gli stessi interpreti, attacchi confusionari e senza verve: questa la fotografia del match, e non è in bianco e nero. Tutta nera per la Lazio, tutta bianca per i padroni di casa, questa serata palermitana.

PRIMO TEMPO – La squadra di casa sembra aggressiva e corta, sul pezzo, ma è la Lazio a bussare per prima. Dopo un minuto di gioco è subito Alfaro ad essere imbeccato da Klose, lanciato in profondità, ma il nuovo acquisto biancoceleste sciupa una clamorosa occasione tirando alle stelle. Prima occasione per la Lazio in quel di Palermo, prima occasione subito per Alfaro, primo gol fallito. Al 6′ un cross dalla sinistra di Balzaretti mostra subito le lacune di Ledesma al centro: Miccoli gli ruba l’attimo e colpisce verso la rete. Per fortuna di Marchetti, il pallone finisce a lato, di poco. Un paio di minuti dopo ancora Miccoli imbeccato da Ilicic non trova la sfera, la Lazio sembra soffrire dietro, ma appena si affaccia dalle parti di Viviano fa paura: Alfaro al volo da fuori area, costringe il numero 1 della squadra di casa agli straordinari. Poi il Palermo passa, Miccoli dal limite serve Barreto, che lascia partire un destro micidiale e trafigge Marchetti. Palermo in vantaggio, ma la Lazio non ci sta, e subito prova ad acciuffare il pareggio, affidandosi ad un tiro di Hernanes, che finisce alto sopra la traversa.

La squadra romana non riesce a trovare le giuste misure nel nuovo modulo e Matuzalem non prende in mano le redini del centrocampo, per condurre più avanti la squadra. Nota positiva come sempre Miro Klose, che si abbassa per favorire gli inserimenti dei centrocampisti, e di Alfaro, oggetto misterioso, e per questo difficile da decifrare nei suoi movimenti repentini. Al 19′ minuto ancora Donati dal vertice dell’area di rigore, indisturbato, lascia partire un bolide che si infila sotto il sette opposto, dietro l’incolpevole Marchetti. Il Palermo raddoppia, sempre approfittando delle proprietà balistiche dalla distanza dei suoi centrocampisti, colpevolmente lasciati liberi di tirare, senza alcuna opposizione. La Lazio sembra ancora viva, ma il Palermo chiude con attenzione, e davanti sembra poter cogliere sempre impreparata l’improvvisata difesa biancoceleste. Dopo la prima mezz’ora di gioco le squadre sono già lunghe, gioia per gli occhi, croce degli allenatori. Al 35′ minuto la storia si ripete: Mantovani impatta da fuori, e ancora spavento per Marchetti, fortunatamente immotivato. La conclusione si spegne a lato. Al 40′ un nervosissimo, e diffidato, Dias si prende il giallo, mettendo nei guai Reja, e propiziando la punizione che porterà al terzo gol: dalla destra Miccoli imbecca Silvestre, che sfrutta i suoi centimetri per mettere il pallone alle spalle di Marchetti. Primo tempo da incubo, chiuso dalla ciavattata di Alfaro, che sparacchia alto un pallone vagante in area di rigore, seguito a ruota da Candreva nel tirare decisamente fuori dallo specchio: in 5 minuti il mercato di gennaio della Lazio. Il Palermo che ha preso il largo nei primi 45′, Lazio in bambola, che sembra non riuscire ad uscire dal ruolo di vittima sacrificale.

SECONDO TEMPO – Il secondo tempo inizia con un cambio inaspettato: Reja toglie Klose per Kozak, per aggiungere centimetri, e far rifiatare il tedesco, evidentemente. Il copione non cambia molto, del resto: dopo 2′ minuti Barreto prende di infilata la difesa biancoceleste, serve Budan che si presenta di fronte a Marchetti, e con un tiro rasoterra sul primo palo timbra il cartellino. Quarto gol, e il disastro è servito. La reazione della Lazio tarda a palesarsi: tiro basso e debole di Hernanes, manovra di gioco impacciata, ma non tutto è perduto. C’è tutto un secondo tempo da giocare, e Miccoli ne dà dimostrazione al 6′: in posizione dubbia viene imbeccato, e non può far altro che segnare. Marchetti non può che raccogliere il pallone depositato in fondo alla rete. Matuzalem da fuori prova a trovare almeno il gol della bandiera, Viviano respinge, e Alfaro gli spara in faccia il tap-in decisivo: che decisivo in questo modo non può essere, ovviamente. Si comincia a far la conta dei latitanti: l’evanescente Hernanes, Candreva praticamente mai nel vivo del gioco, Lulic che non è mai riuscito ad affondare. Al 14′ la porta di Viviano si dimostra stregata: angolo spizzato da Alfaro, beno o male comunque presente in tutte le azioni offensive, sul secondo palo Gonzalez colpisce di testa verso la rete, ma Viviano respinge compiendo un mezzo miracolo.

Mezzo, perchè il resto lo aggiunge Gonzalez, che non riesce a ribadire in rete. Ancora Alfaro, al 16′ della ripresa, sempre di testa, dirige il pallone non troppo lontano dall’incrocio. La Lazio insiste, prova a gettare in area palloni su palloni, mostrando qualche barlume del carattere che abbiamo celebrato dopo la rimonta contro il Cesena. Al 17′ Matuzalem, anche lui diffidato, si becca un giallo sacrosanto per un intervento su Ilicic a centrocampo, porzione di campo in cui il Palermo spadroneggia a suo piacimento. Al 21′ dopo 4 mesi torna una lieve nota positiva,  rientra in campo Mauri, sostituendo Alfaro, che di certa auspicava un esordio migliore. Al 25′ Hernanes calcia una punizione dal limite centrale, senza essere minimamente pericoloso. Al 28′ minuto della ripresa altra tegola, per compromettere ulteriormente quel che è già irrecuperabile: Dias si becca il secondo giallo, e finisce negli spogliatoii anzitempo, sotto gentile invito di De Marco. Al 31′ entra Scaloni per Hernanes, cambio imposto dalla prematura uscita dal terreno del centrale brasiliano. Il resto è uno stanco trascinarsi verso la fine, con un Palermo pietoso che evita il colpo di grazia, l’ennesimo colpo di grazia, e la Lazio che non vede l’ora di tornare a Roma. C’è tempo per un giallo a Candreva, un rosso per Reja, imbestialito con Della Rocca, reo di aver impreziosito eccessivamente la sua ultima giocata, ed il gol di Kozak, al 40′, che definire rete della bandiera sembra essere sin troppo scontato. De Marco fischia senza recupero, o quasi,due minuti scarsi, e sveglia i biancocelesti dal loro incubo palermitano. I giocatori della Lazio, immersi nella festa rosanero del “Barbera”,  abbandonano il campo mestamente, senza scusanti. Neppure le assenze, sempre pesantissime, possono giustificare 5 gol subiti al passivo, e la prestazione più brutta del 2012, capace di oscurare per turpitudine perfino il disastro di Siena.

[Luca Capriotti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]