Perché non è stata impedita la trasferta dei tifosi serbi?

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Permettete una domanda? Come ha fatto il tifoso serbo vestito di nero come un black block a entrare incappucciato con una tenaglia di ferro e divellere la rete di recinzione dello stadio? Sicuramente, per dirla con Bob Dylan, «risposta non c’è o forse chissà, perduta nel vento sarà». Per evitare gli incidenti di stasera a Genova c’era una sola soluzione da praticare a monte della partita: la prevenzione. Ma non è stata applicata: eppure sarebbe stata l’uovo di Colombo per evitare tutto quello che è successo stasera. Solo per un caso non è scappato il morto.

Non si capisce come mai ci sia stata scarsa informazione delle autorità del paese slavo con quelle italiane riguardo ai precedenti penali e alla “fama” dei tifosi che sarebbero arrivati nel capoluogo ligure. Considerato l’atteggiamento poco trasparente di Belgrado, le autorità italiane avrebbero dovuto impedire l’ingresso nel nostro territorio dei sostenitori. In fin dei conti la Serbia non fa parte dell’Unione Europea e si sarebbe potuto applicare l’unico provvedimento da prendere: il divieto di trasferta. Per fortuna le forze dell’ordine allo stadio hanno mostrato grande sangue freddo e professionalità: è bastato il loro intervento sul campo in assetto antisommossa per quietare abbastanza i bollenti spiriti dei supporter ospiti.

Tornando alla mia domanda inziale, come ha potuto entrare una tenaglia nonostante i tornelli e i sistemi di sicurezza all’ingresso dello stadio di Marassi? E’ davvero un brutto infortunio per la politica del governo che aveva affermato più volte che non sarebbe entrato uno spillo nei nostri impianti. E invece un gruppo di 300 serbi ha violato il blocco in barba a ogni tipo di controllo. Solo durante il campionato i tifosi italiani devono essere sottoposti a ogni sorta di restrizioni e verifiche a cominciare dalla schedatura della tessera del tifoso. Lo sa bene anche chi prova a entrare allo stadio con una bottiglietta di plastica d’acqua: si apre il tappo per evitare il lancio in campo. Ma ciò non è servito per i serbi che sono entrati nel Tempio armati anche di fumogeni e petardi di ogni tipo. Insomma, il danno e la beffa.

In più i tifosi ospiti hanno tenuto sotto scacco, distruggendo numerose vetrine di negozi e aggredendo anche il proprio portiere, il centro del capoluogo ligure violentato ancora una volta dopo le tristi vicende del G8 del 2001. E’ inutile chiedere il risarcimento dei danni allo stato serbo: adesso seguiranno inutili interrogazioni parlamentari e dichiarazioni politiche di ferma protesta. Ci sarà il 3-0 a tavolino dell’Uefa: ma che senso ha avuto giocare per sei minuti una gara in un ambiente surreale e carico di tensione? Ripeto, sarebbe stato opportuno impedire semplicemente la trasferta.

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]