Pescara: chi sale, chi scende, le sorprese, i probabili 11

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Sedotta e abbandonata da Zdenek Zeman. Il Delfino Pescara è saltato nel cerchio della Serie A, impresa giudicata impossibile solo qualche anno fa. Dall’onta del fallimento alla passione del patron Daniele Sebastiani, dalla sofferta salvezza con Cuccureddu in panchina (2009) a Zemanlandia e alla coraggiosa scelta di Giovanni Stroppa, nella tanto attesa massima serie.

STORIA – L’Associazione Sportiva Pescara viene fondata nel 1936 dalle ceneri dell’omonima società sportiva e al suo primo anno conquistò subito la promozione in Serie C. La cadetteria arrivò nel 1940, poco prima dell’interruzione dei torneo per il conflitto bellico. Nel dopoguerra il Pescara ripartì dalla Serie C, quasi 30 anni di calvario sino al nuovo salto in B nel 1974-75, dopo una doppia promozione. Tre anni più tardi i biancoazzurri salirono per la prima volta nella massima serie, una stagione sciagurata con soli 17 punti conquistati. Il cammino della società proseguì tra continue ascese e cadute, come miglior piazzamento un quattordicesimo posto nel 1987-88, qualche soddisfazione con Giovanni Galeone in panchina ed alcuni giovani di prospettiva come il futuro laziale Cristiano Bergodi e Sandro Tovalieri tra i tanti. L’ultima stagione in A è datata 1992-93, poi tanta cadetteria prima della caduta in terza serie. Sul finire del 2008 la squadra fallisce, ripartirà con il nome di Delfino Pescara. Nel 2011 arriva alla presidenza Daniele Sebastiani, e’ l’anno di Zemanlandia ed il salto in A con i gioiellini Insigne, Immobile, Verratti.

CURIOSITA’ – Le prime partite negli anni ’30 venivano giocate nella attuale Piazza 1°maggio. Il 20 gennaio 2009, dopo il fallimento, la società ripartì sotto la presidenza del boss della pasta Giuseppe De Cecco e dell’imprenditrice edile Deborah Caldora, figlia di Armando, il presidente della prima promozione in A. Il Pescara è la prima e unica squadra abruzzese ad aver conquistato la massima serie. In uno spareggio per tornare in A contro il Monza, nel 1979, circa 40mila tifosi raggiunsero la città di Bologna per sostenere la squadra: si tratta di uno dei massimi esodi del nostro calcio. Delio Rossi e Davide Ballardini (due degli ultimi quattro allenatori biancocelesti), hanno allenato anche il Pescara rispettivamente nel 1996-97/2000-01 e 2006-07. Il record di presenze appartiene a Michele Gelsi (337), il massimo goleador è Federico Giampaolo (65). Giovanni Stroppa, tecnico degli abruzzesi, vanta 50 presenze condite da 5 reti con la maglia della Lazio (1991-93).

SQUADRA Stroppa, zemaniano per eccellenza, si affida ad un 4-3-2-1, modulo provato alcune volte lo scorso anno al Sudtirol anche se in Trentino, per sfruttare elementi di fascia come Campo e Schenetti preferiva un 4-2-3-1. I pali sono difesi da Perin, uno dei massimi esponenti dell’eredità di Gigi Buffon: classe ’92, grinta da vendere, sublime lo scorso anno in prestito a Padova. Nella linea a quattro a destra non ci sarà lo squalificato Zanon, al suo posto Balzano, ancora in difficoltà nella nuova realtà dopo un’ottima stagione di B. A sinistra troviamo l’esperto Bocchetti, copertura centrale garantita dal goleador Terlizzi e dal baby dell’Under 21 Capuano (classe ’91). Centrocampo a tre che sfrutta l’interdizione di Cascione, i piedi buoni del saggio Colucci e la grinta di uno tra Blasi e il danese Nielsen. Sulla trequarti coppia di peperini formata dal “giallorosso”Caprari e l’estroso colombiano Quintero (entrambi classe ’93), Weiss squalificato, l’unica punta sarà il croato Vukusic, in attesa di sbloccarsi nel nuovo campionato.

BONUS&MALUS – La difesa va ancora registrata. Resettare i particolari dettami zemaniani d’emblèe non è semplice, non a caso proprio i reduci della passata stagione come Romagnoli, Balzano e Capuano hanno trovato maggiori difficoltà nelle prime uscite. La coppia di centrali è ben assortita, a destra Balzano spinge parecchio, Bocchetti meno, resterà più ancorato per contenere le sfuriate di Candreva. Il Pescara è la seconda difesa più battuta del campionato ma è in netta ripresa, i biancoazzurri hanno collezionato 7 punti nelle ultime 3 partite e all’”Adriatico” l’ambiente sarà caldissimo, per una partita attesa da 35 anni. Mediana folta e combattiva, pecca di qualità e può andare in difficoltà contro i palleggiatori laziali. Attenzione ai due talenti tascabili, Caprari e Quintero: il primo preferisce allargarsi sull’esterno per giocarsi l’uno contro uno e provare il cross, Quintero svaria su tutto il fronte, gioca sul velluto ma sembra piuttosto gracilino per il nostro campionato e tende ad eclissarsi dalla partita.

OCCHIO A… – Gianluca Caprari vive una sorta di derby, essendo cresciuto nella Roma (proprietaria di metà del cartellino). Motivazioni particolari per un ragazzo chiamato al salto di qualità, dopo un ottimo finale di stagione lo scorso anno con Zeman che, a suo dire, ha contribuito alle sue buone prestazioni. Si esalta quando gioca a ridosso della linea di fondo, con Stroppa sta scoprendo questa nuova posizione più centrale, ma appena può tende a decentrarsi per sfruttare le sue qualità: corsa, dribbling ed abilità nell’uno contro uno. In competizione con lo slovacco Weiss per un posto da titolare.

PROBABILE FORMAZIONE – (4-3-2-1) Perin; Balzano, Terlizzi, Capuano, Bocchetti; Blasi (Nielsen), Colucci, Cascione; Quintero, Caprari; Vukusic. All.: Stroppa.

[Davide Capogrossi – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]