Primo impegno del Milan in Tim Cup

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Comincia la Coppa Italia del Milan. Ritorna una competizione spesso snobbata ma che, in stagioni particolari, può avere più di un significato. Consideriamo innanzitutto che, dall’arrivo di Allegri, i rossoneri hanno certamente dato maggior peso al trofeo arrivando nelle ultime due edizioni a giocarsi l’accesso alla finale in trasferte combattute a Palermo e Torino. Va ricordato poi che questo, tanto per non dimenticarselo, è un anno diverso, di ricostruzione e taglio netto col passato. Tralasciare un obiettivo per scarsa motivazione potrebbe essere più dannoso per gli altri fronti rispetto alla fatica di giocare qualche partita in più (soprattutto con la formula della partita secca fino alla semifinale).

Si è parlato poi finora di tutti gli obiettivi che al Milan sono preclusi: Scudetto impossibile, terzo posto difficile e Champions utopistica. Tanto vale allora cercare di arrivare in fondo alla coppa Italia e provare a vincerla. Dopo i buoni propositi bisogna necessariamente fare i conti con la realtà dei fatti. La realtà dice che il Milan dalle due rose in una è un lontano ricordo e che anzi, pesando i titolari, non è sempre possibile schierare una formazione di prima scelta nemmeno in campionato. Spazio dunque a coloro che giocano poco, sperando di passare il turno con le loro forze e la loro determinazione.

Il Milan è un cantiere aperto. Ci sono più di trenta giocatori in rosa ma molti di questi non hanno praticamente mai giocato. Segno che la rosa, nel suo complesso, non convince Allegri.

Chi troverà spazio nell’undici titolare? Il mister potrebbe decidere di tenere alta la tensione disponendo gran parte della rosa tipo. In caso di turn over invece i più accreditati ad inserirsi sono Bojan, Emanuelson, Acerbi e Zapata. Due nomi sono però particolarmente stuzzicanti: Muntari e Niang.

Dopo l’investitura a salvatore della patria in seguito all’infortunio di De Jong il ghanese, dato per rientrante contro la Reggina, dovrà subito dimostrare il livello esibito la scorsa stagione. Di Niang invece conosciamo solamente i pochi spunti di Napoli, le bizze fuori dal campo e un non esaltante rendimento con la Primavera. Siamo sinceri, il ragazzo crede di dover stare in prima squadra e non è certo stimolato dal giocare nelle giovanili. Una presunzione poco sana forse, ma anche potenziale segno di personalità da grande giocatore.

Non è solo Niang a giocare per il suo futuro rossonero. Nella Reggina militano infatti, in prestito, Rodrigo Ely e Gian Mario Comi. Che siano loro il centrale e il centravanti del futuro?

[Elia Lavelli – Fonte: www.ilveromilanista.it]