Quando la Coppa Uefa non faceva ridere

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La Coppa Uefa: bella, maestosa, nostalgica. E di grandissimo appeal. Nulla a che vedere con l’Europa League di questi tempi, vera e propria competizione di serie B. L’Inter l’ha vinta tre volte, stabilendo il record assieme a Liverpool e Juventus.

Eppure c’era un ritornello, un ritornello che noi interisti abbiamo dovuto sorbirci per troppo tempo: “Non la vincete da quando la televisione era ancora in bianco e nero!”. I detrattori si riferivano, ovviamente, alla prestigiosa Champions League, che prima del 22 maggio 2010 mancava nella bacheca nerazzurra dal lontano 1965. Tutto vero, i dati son dati. Ma… c’è un ‘ma’ grosso come una casa. Anzi, un grattacielo.

Un conto è dire che l’Inter non vinceva la coppa dalle grandi orecchie da tantissimo tempo, ben altro discorso è affermare che non si vinceva nulla in Europa dal ’65. Eh no, qui qualcosa non mi torna. Non mi torna proprio. E’ il caso che mi spieghi nei dettagli, perché forse ai più distratti è sfuggito qualcosa. Un qualcosa che si chiama Coppa Uefa. Eh già, avete letto bene. E toglietevi quel sorrisetto dal viso. C’è proprio poco da ridere.

Stagione 1990/91. Leader incontrastato Lothar Matthäus. Alla competizione, oltre alle italiane, partecipano, tra le altre, Borussia Dortmund, Bayer Leverkusen, Benfica, Twente, Atlético Madrid, Fenerbahçe, Røsenborg, Bordeaux, Valencia, Siviglia, Monaco e Sporting Lisbona. L’Inter arriva in finale eliminando il Rapid Vienna ai supplementari sul neutro di Verona, rimontando l’Aston Villa in un match diventato leggendario, superando senza difficoltà Partizan Belgrado, Atalanta e Sporting Lisbona. Poi il derby con la Roma, deciso, di fatto, già nel match d’andata. Il ritorno, curiosamente, si giocò il 22 maggio…

Stagione 1993/94. E’ l’anno di Dennis Bergkamp. In lizza: Deportivo la Coruña, Bordeaux, Borussia Dortmund, Celtic, Auxerre, Valencia, Karlsruher, Eintracht Francoforte, Nantes, Twente, Bayern Monaco, Atlético Madrid, Juventus, Tenerife, Sporting Lisbona, Olympiacos Pireo, Aston Villa, Lazio. L’Inter regola Rapid Bucarest, Apollon Limassol, Norwich, Borussia Dortmund e, in semifinale, il Cagliari. Finale senza storia col Salisburgo: secondo successo in Uefa.

Stagione 1997/98. Protagonista assoluto Luiz Nazario de Lima, il Fenomeno, al secolo più semplicemente Ronaldo. Le avversarie più temute si chiamano Celtic, Deportivo la Coruña, Auxerre, Arsenal, Ajax, Olympique Lione, Lazio, Rangers, Schalke 04, Benfica, Athletic Bilbao, Bordeaux, Aston Villa, Monaco 1860, Liverpool, Atlético Madrid, Nantes. I nerazzurri liquidano subito gli svizzeri del Neuchâtel Xamax, ma devono faticare tantissimo contro i francesi del Lione e poi dello Strasburgo. Ai quarti la vendetta con lo Schalke, che aveva vinto ai rigori nella finale maledetta del Meazza un anno prima, mentre in semifinale Ronaldo trascina all’ultimo atto i suoi compagni sul campo innevato di Mosca. A Parigi, nella prima finale unica della Coppa Uefa, la squadra di Gigi Simoni strapazza la Lazio dei vari Marchegiani, Mancini, Casiraghi, Nedved, Jugovic, Nesta, Favalli e Almeyda. Per intenderci, l’ossatura biancoceleste che si laureerà campione d’Italia in seguito.

Per capirci: nel ’91, la finale fu Stella Rossa-Olympique Marsiglia (non il top del top…); nel ’94, il Milan soppiantò, strameritando, il Barcellona spocchioso di Cruijff, giungendo ad Atene dopo il girone (Porto, Werder Brema e Anderlecht) e una semifinale secca al Meazza contro i francesi del Monaco; nel ’98, si ricorda una finale amara per gli juventini, battuti dal Real Madrid, ma in precedenza i bianconeri avevano affrontato Dynamo Kiev e Monaco.

Insomma, storicizzando gli eventi, non è che ci fosse tutta questa differenza a livello qualitativo tra Coppa dei Campioni e Coppa Uefa. Se attualizziamo, infatti, tantissime di quelle squadre in lizza per l’Uefa, oggi avrebbero partecipato all’attuale Champions League. Chiariamo: qui nessuno intende affermare che sia meglio avere in bacheca tre coppe Uefa piuttosto che tre coppe Campioni. E, tanto meno, non mi sognerei mai di togliere meriti a chi quella coppa l’ha alzata più volte dell’Inter: sarebbe stupido e inappropriato. Ma, allo stesso tempo, asserire che l’Inter mancava dalla scena europea da 45 anni è una bugia enorme. Degna di chi di calcio sa davvero poco. E’ il caso di ribadirlo, almeno di tanto in tanto.

E voi? Ridete ancora?

[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]