Roma: ieri, oggi e domani

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Il risveglio, brusco, alle prime ore del mattino. Senza dormire un granchè la Roma giallorossa ha assistito all’ennesimo atto di tragedia sportiva: sconfitta di rito e dimissioni “forzate”, uno scenario già vissuto in passato che fa da sfondo ad un caos indescrivibile intorno alla squadra e alla società.

RANIERI – Ieri è terminato un ciclo. Testa bassa e pensieri volanti, l’immagine del Marassi è quella di un allenatore impotente: dopo tanti anni in giro per il mondo pensava di poter gestire ogni tipo di situazione, farlo a “casa sua” era stata una sfida da “perdere il sonno”, ma l’evolversi delle cose (un vero e proprio “precipitare”) ne hanno scalfito la corazza e l’animo. “Lascio, mi dimetto per il bene della Roma, serve un segnale forte”. Le sensazioni affidate ad un comunicato, il silenzio stampa imposto da ignoti aveva alimentato voci di ogni tipo nel dopo gara contro il Genoa. La squadra, salvo pochi (i soliti noti), non rispondeva più da tempo: Carlo Martello vedeva sfuggire il suo sogno giorno dopo giorno. “Roma è la mia casa”. Forse San Saba, non Trigoria. O almeno non più. Screzi, parole e frasi pronunciate a mezza bocca, la voglia di scendere sempre meno a compromessi, una serie di atteggiamenti che lo hanno messo con le spalle al muro davanti ad un gruppo sempre meno disposto a tollerarlo. Nel momento di transizione che sta vivendo la società, la compattezza della squadra (quasi tutta, lo ripetiamo) si è rivolta verso un unico obiettivo: non la vittoria, non il recupero dopo una partenza thrilling, ma spingere Ranieri verso l’orlo del baratro (nonostante tutto l’ormai ex tecnico non ha lesinato belle parole nei confronti della squadra e dell’ambiente augurando “di tenere alta la bandiera, sempre e comunque”), offrendo prestazioni indegne e contando sul parafulmine garantito dall’allenatore.  “Ringraziamo Claudio Ranieri per la professionalità e l’impegno profusi nel corso dell’avventura alla guida della Roma”. La sintesi di quasi un biennio in poche righe, formali, in un comunicato diramato dalla società nel primo pomeriggio, seguito dall’attestato di stima di Rosella Sensi, principale “sponsor” della candidatura del tecnico nel settembre di due anni fa. “Il gesto di Ranieri è quello di un grande uomo, capace di portare avanti la Roma in un momento delicato”. Come cambiano le cose in pochi mesi: fino a qualche settimana fa il popolo giallorosso ne invocava la conferma in un progetto stile Manchester United, adesso non rimane che un pallido ricordo del feeling che fu…

MONTELLA – Il presente guardando al passato. Vincenzo Montella è il nuovo allenatore della Roma, una scelta maturata nell’immediato post-Genoa che affonda le sue radici nella crisi recente: da tempo, a Trigoria, si spingeva per l’aereoplanino, figura ad interim capace di mettere d’accordo tutti, dai tifosi allo spogliatoio. Come in tutte le novità, possono presentarsi dei “pro” e dei “contro”, il bilancio potrà essere fatto solamente a fine stagione, la speranza è che, essendo stati i giocatori i primi a “sottoscrivere” l’opzione-Montella ( in serata, ieri, era circolato il nome di  Serse Cosmi, desideroso di allenare in giallorosso ma subito bocciato da piazza e calciatori ), da adesso in poi non vengano cercati alibi di nessun tipo. Lavoro e poche chiacchiere, un campionato da onorare con un occhio alla Champions, il banco di prova per il bagaglio d’esperienza dell’ex attaccante , formato da ottimi risultati con i giovanissimi e “buttato” ( “Ascolto tutti ma decido io” ha voluto puntualizzare a poche ore dalla nomina) nella mischia del grande calcio. “Sono onorato” si è lasciato sfuggire all’uscita dal Fulvio Bernardini, mostrando grande carica ed un pizzico di incredulità: da domani sarà Serie A, un palcoscenico in cui verrà affiancato da Aurelio Andreazzoli, già collaboratore di Luciano Spalletti e partner designato per aiutare il neo tecnico. Buona fortuna, a Montella e alla Roma…

FUTURO – Un’incognita il domani della Roma. A livello sportivo si è tornati indeitro nel tempo, verso stagioni che dicevano tutto già a marzo: piazzamento Champions quantomeno “compromesso”, sfida in atto per accaparrarsi un posto in Europa League e coppe in agrodolce, tutte eventualità che all’inizio dell’anno non avrebbe ipotizzato nemmeno il più inguaribile dei pessimisti. Il primo passo verso la “rivoluzione” è stata la sostituzione di Ranieri, accontentando le volontà dei giocatori nel cercare il capro espiatorio più facile, adesso c’è da programmare l’anno prossimo, rispettando la disponibilità di Montella ma puntando su allenatori di spessore diverso. Ancelotti è il desiderio, per il carisma ed il curriculum rappresenta il viatico giusto ai mali oscuri della Roma: i bookmakers d’oltremanica lo danno già nella capitale, basta guardare alla cattiva stampa che lo accompagna per capire le basi su cui poggiano rumors e voci sul futuro giallorosso. “Non mi dimetto”, le polemiche dopo l’uscita dalla FA Cup (sconfitta ai rigori contro l’Everton) stringono il cerchio intorno alla sua avventura londinese: Mourinho o Van Basten sono dietro l’angolo, un motivo in più per scegliere Roma. Chi, nel dubbio, continua a lavorare nell’ombra, è la cordata americana: a metà marzo scadrà il termine dei trenta giorni di trattativa esclusiva, a fari spenti si continuano a fare passi avanti per gettare le fondamenta della nuova Roma. Non resta che attendere…

[Mirko Porcari – Fonte: www.forzaroma.info]