Roma, il punto: premiata la duttilità tattica dei giallorossi

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logo-romaLuis Enrique praticava solo il 4-3-3, Zeman praticava solo il 4-3-3. Pur con diverse interpretazioni, nell’ultimo anno e mezzo la Roma è stata guidata da due tecnici che seguono il proprio credo e che poco amano i cambiamenti. Marquinho in proposito è stato chiaro qualche giorno fa: “Per Zeman i giocatori devono adattarsi al suo gioco, Andreazzoli invece si adatta ai giocatori e fa bene”. Appena incaricato di guidare la squadra, il tecnico toscano si è confrontato con i giocatori ed è immediatamente passato alla difesa a tre, che meglio sembra adattarsi alle caratteristiche della squadra.

L’ex collaboratore di Spalletti, in questi anni, ha avuto modo di sperimentare diverse soluzioni di gioco e ieri, nella ripresa, ha addirittura cambiato in corsa: dal 3-4-3 è passato al 4-3-3 con Burdisso e Romagnoli al centro e Piris e Torosidis sulle due fasce. Il greco, dopo aver arato la fascia destra, si è spostato sulla sinistra e ha tenuto bene nel momento in cui la Roma sembrava maggiormente in affanno. Nel primo tempo, invece, aveva offerto una spinta continua sull’out di destra, scodellando in area tre cross tesi e precisi che hanno ingolosito l’attacco giallorosso. Il gioco dei capitolini non è certamente spumeggiante come quello mostrato, a tratti, durante la gestione Zeman ma l’importante è riuscire a trovare un po’ di continuità e quella di ieri è la terza vittoria consecutiva, che riporta entusiasmo e sorrisi a Trigoria. Merito anche di uno Stekelenburg in giornata di grazia.

L’olandese, a cui Andreazzoli ha affidato la porta della Roma, sta ripagando il tecnico giallorosso con alcune prestazioni ben oltre sopra la media. Ieri è stato strepitoso, arrivando a murare qualsiasi iniziativa genoana. Così e così Piris, invece, saltato spesso da Borriello mentre Burdisso, rigore a parte, ha giocato una buona gara. Non può che essere positiva la partita di Romagnoli, e non solo per il gol ma anche per una prestazione praticamente perfetta. E ha solo 18 anni. In avanti, non ha brillato Osvaldo mentre sono terminate da tempo le parole per Francesco Totti. Ieri ha raggiunto Nordahl diventando, così, il secondo marcatore di sempre in serie A e prendendosi prima l’abbraccio dei suoi tifosi e poi dei suoi figli. Tutta Roma oggi celebrerà il suo Capitano: di lui si sottolineano ovviamente i gol ma anche ieri si è messo a disposizione della squadra, sacrificandosi come un 18enne qualsiasi e, nel finale, servendo l’assist a Simone Perrotta. Ha dovuto superare parecchi ostacoli e ignorare troppe critiche ma la storia nessuno potrà mai cancellarla. Da ieri è il secondo marcatore di sempre in Serie A, pur non essendo una punta di ruolo. Sempre con la stessa maglia, sempre con la stessa voglia, sempre con la stessa passione.

[Alessandro Carducci – Fonte: www.vocegiallorossa.it]