Roma, il punto: verso i moduli “spallettiani”?

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logo-romaL’epilogo della storia di Zeman alla Roma si chiude con un gesto, quello di un tifoso che, salutando il mister a Trigoria, gli regala il suo abbonamento. E non è il gesto di un singolo ma di un’intera tifoseria. In molti quest’anno sono tornati allo stadio trascinati da un entusiasmo di cui l’unico responsabile è stato il maestro. Poi, nel corso dei mesi, qualcuno ha dovuto rivedere le sue posizioni, altri sono rimasti fedeli a quello che, più che un gioco, è stato da sempre definito una filosofia di vita. Quella di scegliere il rischio, di divertire, di creare spettacolo. La fenomenologia del boemo l’abbiamo apprezzata nel corso degli anni. La sua schiettezza, il suo essere mai banale, il suo coraggio, la sua etica professionale. E tutti hanno creduto che questa sarebbe stata la volta della riscossa, per noi e anche un po’ per lui. Ma ci si è dimenticati di una verità che negli anni ci ha sempre accompagnato: il risultato è casuale, la prestazione no.

E anche in questa occasione questa frase si è rivelata profetica: i risultati non ci sono stati ma c’è stato un momento in cui il tifoso si è diverti. Poi, come capita nelle migliori famiglie, qualcosa si è spezzato e la situazione è diventata partita dopo partita irrecuperabile. Al suo posto Aurelio Andreazzoli , un uomo che conosce bene la Roma e i suoi giocatori, e che avrà sulle spalle un’eredità pesante. Teso ed emozionato nel corso del primo allenamento, ancora non si sa come farà giocare la squadra. Forse seguirà i moduli spallettiani oppure sorprenderà tutti regalando qualche sorpresa. Avremo modo di scoprirlo domenica a Genova, contro la Sampdoria. Per concludere, un saluto a mister Zeman, sicuri che in cuor nostro continueremo a tifare per lui, anche seduto su una panchina diversa.

[Marco Pomarici – Fonte: www.vocegiallorossa.it]