Mondiali Russia 2018

L’ennesimo one-man show dell’uomo bionico chiamato Ronaldo

Il portoghese realizza una tripletta contro la Spagna diventando l’unico calciatore a segnare in quattro edizioni dei Mondiali e degli Europei

SOCHI – Nello scenario Olimpico una gigantografia da medaglia d’oro. Un’immagine stilizzata, triplicata e narrata in tutte le lingue del mondo. Declinata con quella consapevolezza di avere quel privilegio divino di assistere ad un’altra pagina di storia, un altro gigante frammento della carriera di Cristiano Ronaldo. Un diamante nell’erba fresca di Sochi, splendente come se la sua giovinezza fosse una linea tracciata verso l’infinito, condottiero mai domo e protagonista assoluto di una sfida al cardiopalma.

Un copione perfetto messo in scena da Portogallo e Spagna: sei reti ed il personaggio principale pronto a prendersi l’intero palcoscenico con quella maglia numero 7 che è già parte fondamentale della storia di un paese, parte di ciò che calcisticamente ci circonda. Una tripletta e forse non sarebbe nemmeno una novità ma nel Mondiale tutto cambia, ogni cosa assume contorni diversi e a tratti indefiniti. Come la traiettoria della punizione calciata nel finale, una dichiarazione di guerra da parte di chi è riuscito a segnare almeno un gol in 4 Mondiali e 4 Europei giocati. Non sono statistiche ma pennellate sul quadro volto a rappresentare il prototipo dell’atleta perfetto, concentrato perennemente verso la costante ricerca della perfezione meccanica.

“Io sono qui”. Lo ribadisce più volte il concetto quasi a rassicurare il suo popolo e ad intimorire l’avversario che nulla può dinanzi allo strapotere tecnico e caratteriale. Le grandi responsabilità lo affascinano, lo isolano dal mondo circostante fino al momento dell’esplosione, del leggero rumore della rete dopo l’ennesimo pallone infilato in fondo al sacco. Ronaldo non è sceso a compromessi col mondo, lo ha sempre immaginato come un terreno fertile su cui piantare la sua bandiera, issarla in ogni angolo conosciuto su questo pianeta. Non poteva iniziare meglio il suo quarto Mondiale alla guida di un Portogallo che sogna di ripetere l’impresa compiuta in Francia due anni fa. Dall’Europa al Mondo, pane quotidiano dell’uomo bionico che ieri sera ha deliziato i palati fini dell’olimpo con un altro one-man show. Una sola domanda resta in sospeso nell’alone magico: “Ma chi l’ha mai visto uno così?”

Alessio Evangelista
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Alessio Evangelista

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