Salvatore Bocchetti: «Che momento fantastico quando Gasperini mi disse che avrei giocato nel derby»

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Nostalgia delle sfide tra blucerchiati e rossoblù. Nostalgia per le trenette al pesto e la napoletanissima pasta alla genovese. Dalla Russia con amore Sasà Bocchetti racconta in esclusiva ai microfoni di Pianetagenoa1893.net i ricordi delle stracittadine all’ombra della Lanterna e le sue sensazioni irripetibili.

Il difensore di origine partenopea spiega però che al Rubin Kazan, dov’è stato ceduto la scorsa estate, sta avendo tante gratificazioni: ma gli mancano tanto i duelli con la magica maglia del Genoa con gli attaccanti della Sampdoria. E ci descrive minuziosamente la sua “prima volta” nella “madre di tutte le partite” quando Gasperini gli disse di togliersi la tuta e di giocare dal primo minuto: sembra oggi, invece correva l’anno di grazia 2008, mese di dicembre, nell’era del Principe Milito. «Questo particolare non l’ho mai raccontato a nessuno» ci confida Bocchetti. E quando gli rammentiamo che i tifosi rossoblù non l’hanno dimenticato, aggiunge: «Anche io li ricordo con grande affetto».

Lei ha giocato le stracittadine dal 2008 al 2010: quali sono state quelle più importanti?
«Come impatto il più importante è stato certamente il primo derby: per intenderci quello del 7 dicembre 2008. Avevo tanta tensione: me lo avevano descritto come una partita importantissima e unica nel suo genere. Posso testimoniare che così è stato per il calore dei tifosi e l’atmosfera che la precede. L’entusiasmo e le coreografie dei genoani non hanno paragoni».

Qual è il derby che ricorda però in modo particolare?
«Ricordo con grande piacere quello del 3-0 del novembre 2009. Noi giocammo benissimo: fu una gara perfetta e la Sampdoria fu annichilita sotto i nostri colpi».

Chi era l’attaccante avversario che fu affidato in quella occasione alle sue “cure”?
«Pazzini veniva spesso nella mia zona e non gli feci toccar palla. A volte c’era anche Cassano, ma più raramente poiché giocava più largo a sinistra. Quella sfida la ricordo per uno scontro fortuito che mi costò un infortunio al naso e mi costrinse a giocare con un cerotto».

Torniamo con la moviola al primo derby e al suo primo impatto…
«C’erano i tifosi della Sampdoria che tiravano oggetti in campo prima della partita: rimasi molto impresso poiché era la mia prima volta. Diciamo però che mi è poi capitato tante altre volte».

C’è un episodio particolare della sua “prima volta”?
«Mister Gasperini mi aveva convocato: come sempre teneva rigorosamente segreta la formazione. Io non credevo di giocare, speravo di essere almeno in panchina. A 10 minuti dall’inizio, mentre svolgevo il riscaldamento con i compagni, l’allenatore mi chiamò in disparte e mi disse che mi avrebbe schierato subito in campo. Mi spiegò cosa avrei dovuto fare: ero il giocatore più felice del mondo. Fu una serata perfetta: Milito segnò il gol della vittoria e disputai un’ottima gara».

Rispetto al periodo in cui lei era a Genova sono andati via tanti grandi protagonisti come Pazzini, Cassano, Milito, Thiago Motta, Palladino. Sarà un derby in tono minore?
«E’ vero che mancheranno molti campioni del passato. Però devo dire che cambiano i giocatori, ma restano tante altre caratteristiche del derby: ci sono sempre l’attesa e la tensione per i calciatori. E’ una gara unica, importantissima e piena di fascino che dà comunque la carica e le motivazioni per cercare di esprimersi al meglio sul rettangolo verde del Ferraris. Per me era una gara dal sapore particolare: avrei voluto disputarla tutte le domeniche. Sapevo benissimo che i genoani ci tenevano tanto a vincerla e noi ci sentivamo determinati al massimo».

Le mancano la stracittadina genovese e il nostro campionato?
«In Russia mi trovo bene: ho giocato la Champions in un grande club come il Kazan che mi dà tante soddisfazioni professionali. Però è ovvio che mi mancano partite emozionanti come il derby, dove si vedono le gradinate e le tribune piene molto prima del fischio d’inizio. Sono indescrivibili le sensazioni che ho provato in quei frangenti. Al Genoa poi ho lasciato tanti amici che sento spesso. Nella vita mai dire mai: un giorno potrei sempre ritornare».

Sperando che una ragazza russa non le rapisca il cuore….
«No, non può accadere (NDR: ride di gusto). Sono fidanzatissimo con una ragazza napoletana che amo tanto. Lei è in Italia ma riusciamo spesso a incontrarci».

Lei vedrà la partita domani in tv?
«Certamente. Non la perderei per nessuna cosa al mondo: voglio tifare Genoa a squarciagola».

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]