Sampdoria: le dieci mosse per risorgere

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La retrocessione è ancora una ferita aperta e pulsante, ma, per riemergere al più presto dalle sabbie mobili del campionato cadetto, è necessario gettare le basi per il futuro sin da ora.

In attesa del CdA annunciato da Edoardo Garrone e previsto per venerdì, al termine del quale conosceremo il nuovo assetto societario, riassumiamo alcune “regole” utili da seguire affinché la B possa rappresentare soltanto il purgatorio e non l’inferno.

Competenza. Affidarsi ad un direttore generale e/o sportivo che abbia buona conoscenza della categoria ed un curriculum solido alle spalle. Lo stesso dicasi per l’allenatore: meglio evitare nomi suggestivi, ma azzardati, per accontentare i nostalgici, così come chi da tempo è fuori dal giro. Non è il momento delle scommesse, servono certezze.

Suddivisione dei ruoli. Individuate le componenti tecniche e dirigenziali della prossima stagione, sarà fondamentale lasciare lavorare ciascuno nel proprio ambito di competenza, lavorando di concerto, ma senza interferire in aree di cui non si ha piena conoscenza. Nello specifico: i settori amministrativi e sportivi sono collegati, ma ben distinti.

Lungimiranza. La programmazione è basilare, un progetto da perseguire rappresenta la base per un futuro sereno ed è fonte di richiamo anche per i allenatori/giocatori che possono interessare.

Investimenti. Investire sul mercato, affidandosi ad elementi di qualità per la categoria o comunque a giocatori supportati dalle giuste motivazioni. Vale la pena affrontare il “rischio d’impresa” per evitare di prolungare la permanenza in B con conseguenze disastrose per il bilancio.

Esperienza. Giusto richiamare alla base i giovani più meritevoli tra quelli che si sono distinti in cadetteria, ma sicuramente per risalire è necessario dare vita ad un mix equilibrato di esperienza e freschezza, analogamente a quanto era riuscito a creare Marotta all’inizio dell’era Garrone.

Determinazione. Il campionato di serie B è lungo, dispendioso fisicamente, tosto più a livello quantitativo che qualitativo. Contrastare, pressare, correre sono iverbi da coniugare per 42 giornate. Dribblare, fintare, eccedere in leziosità quelli da riservare solo a sporadiche situazioni di gioco. Chi non ha i proverbiali “attributi” in questo momento non è utile alla causa.

Pulizia. Il termine è stato utilizzato da Edoardo Garrone nella zona mista del Ferraris al termine di Samp-Palermo e si ricollega al punto precedente. La rifondazione deve essere sia a livello di organizzazione societaria, sia di squadra sul piano motivazionale e psicologico.

Comunicazione. Aspetto tralasciato con troppa leggerezza nella stagione 2010/2011, dovrebbe rappresentare invece una forma di dialogo con la tifoseria e con i media. Ogni dichiarazione ha una valenza e deve essere, oltre che soppesata, supportata da fatti concreti.

Tifoseria. In un momento particolarmente difficile, segnato dall’introduzione della discussa e discutibile tessera del tifoso, il pubblico blucerchiato si è ricompattato di fronte alle difficoltà, mobilitandosi in trasferta per stare vicino ai colori, caricando l’ambiente in ritiro e cantando tra le lacrime dopo il fischio finale che significava retrocessione. E’ il bene più prezioso da cui ripartire.

Umiltà. Intesa come mettere da parte l’orgoglio e il blasone, affrontando la categoria con onore; ma soprattutto come capacità di cospargersi il capo di cenere. Non basta riconoscere gli errori, occorre anche non ripeterli.

Se queste componenti saranno presenti, la prossima stagione potrebbe rivelarsi un periodo transitorio da cui uscire più forti, coesi e consapevoli di prima. Adesso però è la società a dover compiere la prima mossa sullo scacchiere e solo il tempo potrà infondere nuovamente fiducia ad un rapporto minato da una concatenazione di scelte miopi e scellerate. Rimbocchiamoci le maniche e che il nuovo ciclo abbia inizio.

[Serena Timossi – Fonte: www.sampdorianews.net]