SPECIALE MARADONA – Diego, Tu chiamaLe Emozioni se vuoi ….

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Nascere nel Maggio del 1990 significava nascere nel pieno della festa per il secondo scudetto del Napoli, ma purtroppo coincideva anche con quel declino che di lì a poco avrebbe infranto i sogni, i cuori e le speranze di una città, di un popolo. Erano  gli anni di Maradona, il protagonista indiscusso della storia azzurra ma anche del calcio mondiale. Mi è stato raccontato, ho letto infinite pagine sul web, ho visto tanti video.

Eh già, io sono nata nell’era della tecnologia. Ho sentito parlare di Lui quando ancora non potevo capire chi fosse. Non ho urlato al cielo per un suo goal, non ho esultato per gli scudetti, non ho partecipato ai festeggiamenti in piazza, non l’ho neanche mai visto giocare dal vivo. Eppure solo leggendo il suo nome mi vengono i brividi. Scrivere di Lui evoca in me un qualcosa di sublime, emozionante. Non ricordo di preciso quando, ma è entrato nella mia vita e non me ne sono accorta, ho imparato ad amarlo, ricordo gli occhi lucidi di chi raccontava gli aneddoti più importanti, di chi decantava d’averlo visto giocare. Da bambini si sogna tanto, e così con le mie ali della fantasia incominciai a pensare “un giorno vedrò anch’io quel signore di cui tutti sono pazzamente innamorati”.

Ma di lui sentivo solo parlare in tv, “non tornerà” dicevano i miei cugini. Nel frattempo la mia generazione preferiva innamorasi dei nuovi campioni, delle grandi squadre, di quelle che giocavano in Europa ed erano sulla bocca di tutti. Io, come del resto tanti altri bambini della mia età, imparavo ad amare il Napoli seppur privato del suo gioiello. Cresceva sopratutto il desiderio di “scoprire” tutto dell’idolo intoccabile, sacro, dei napoletani. Mi ha raccontano una mia nonna ‘acquisita’, che abita in Via Leopardi accanto allo stadio, che erano anni in cui la casa tremava quando il San Paolo esplodeva per Diego. Mai così prima di Lui, mai più così dopo di Lui. La mia cultura, iniziata con una ricerca asfissiante per un doppione di una Sua ultima figurina Panini del ‘91, pian piano cresceva, imparavo ad amarlo ed inconsciamente divenne il mio ‘preferito’.

A casa di un amico c’erano diverse “collezioni” di videocassette di partite del Napoli in cui gioca El Pibe de Oro e non mi stancavo mai di guardarle, non avevo potuto ascoltare dal vivo ‘la musica’ della mia città in festa per ogni suo goal, per le grandi vittorie, per ogni suo gesto, ma potevo cogliere attraverso quei filmati l’atmosfera che si respirava al San Paolo. Imparai così il mio primo coro “Maradona è meglio e’ Pelè…”. Passavano gli anni e iniziai a capire che vedere Diego giocare rimaneva un’utopia, un sogno. Tuttavia leggendo le infinite biografie, seguendo le interviste in tv imparai da lui stesso che i sogni prima o poi si realizzano. Quando meno te lo aspetti! Era inizio giugno 2005, Ciro Ferrara organizzava il suo addio al calcio e annunciava che ci sarebbe stato Maradona. Impazzii solo al pensiero. Erano passati ben 21 anni dalla sua presentazione al San Paolo e ben 14 anni dalla sua ultima stagione al Napoli.

Non potevo mancare. E così il mio papà portò me e mio fratello allo Stadio. Diego ci regalò pochi minuti facendo un giro di campo, non toccò il pallone, ma il mio desiderio era quasi appagato. Stare lì, in quell’atmosfera surreale, mi fece rimpiangere ancor di più di non essere nata venti anni prima. Un’emozione che solo ricordandola mi brillano gli occhi. Si parla e si parlerà sempre di Lui, il genio, la tenacia ma anche talvolta la sregolatezza, è pur sempre un uomo dai nobili valori dal cuore grande e con un amore incondizionato per la mia Napoli. Un cuore, spesso sofferente, che ha fatto sorridere migliaia di persone di ogni età. La sua umiltà, la sua disponibilità e la sua passione per il calcio rimarranno impresse per sempre nella mia mente e nel mio cuore, così come per molti altri. Diego tu sei e sarai per sempre il numero UNO. In tutto. Tu puoi ancora regalarci tante emozioni, questo cuore t’aspetta ancora. Hai solo 50 anni e sei già una leggenda, io ne ho appena venti e spero che un giorno tornerai per farci sognare. Grazie Diego, Auguri!

[Angela Sarah Morlando – Fonte: www.tuttonapoli.net]