Superato il Brescia, questo Bari deve temere solo le emergenze

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A stretto giro il destino restituisce al Bari quanto sottrattogli quattro giorni fa. Un legno aveva impedito ad Almiron di bucare la porta interista in avvio di gara con i campioni d’Europa; quella traversa ha però strozzato l’urlo del gol dell’ex (il bresciano Cordova) in apertura di ripresa, allorché, dopo l’iniziale vantaggio di Rivas ed il pari di Koné, erano le rondinelle bresciane ad essersi impadronite delle chiavi del match, con l’undici biancorosso in inedita versione catenacciara.

Partiamo da qui: non era facile rialzarsi dopo i quattro ceffoni infrasettimanali rimediati alla Scala del calcio; non era facile continuare a fare i conti con le defezioni che costringevano ancora una volta mister Ventura a disegnare la formazione anti- Brescia (nonostante il recupero – e si è visto tutto – di Alessandro Gazzi). Pronti… via! Ed è subito promozione per la scelta (che aveva lasciato perplesso qualche osservatore) di Rivas in campo dal primo minuto: l’argentino fa ammattire il diretto marcatore (l’esordiente Daprelà, mai in grado di contenerlo) e arriva là dove il pur vitalissimo Barreto non può.

A quel punto il Brescia (alla vigilia descritto in modo molto suggestivo come “il Bari dello scorso anno” per entusiasmo, vitalità e capacità di trovarsi a memoria) inizia a carburare e fa davvero sul serio: prima il pareggio di Konè, in extremis al posto di Diamanti, quindi l’occasionissima di Possanzini, divorata al cospetto di un Gillet che poco avrebbe potuto.

Ed il Bari resta a guardare, in un atteggiamento attendista, probabile postumo della sconfitta di Milano più che della pur innegabile bontà della manovra bresciana, rischiando di fare harakiri. Deve essere stata la traversa da Cordova direttamente su punizione ad aver scosso il gruppo che in Almiron e soprattutto in uno scatenato Barreto trova la chiave di volta del match. Il brasiliano decide di far goal (slalom stile Joao Paulo e intervento di Martinez: rigore trasformato in modo impeccabile), invertendo l’inerzia ed anzi, anche in virtù dell’innesto di Alvarez, ricacciando definitivamente il Brescia nella propria metà campo.

Morale: questo Bari ha qualità ma ha anche gli uomini contati; ha un allenatore unico nel leggere i segnali del gruppo e mettere in campo la squadra, peccato debba usare le sue doti soprattutto per gestire le emergenze. Il film di questo campionato è giocato su questa somma algebrica. Non resta che viverlo.

[David Giampetruzzi – Fonte: www.tuttobari.com]