Torino-Atalanta 2-1: salvezza più vicina per i granata

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Non è stata la goleada dell’andata, ma il Torino, che per tutto l’arco della partita ha creduto di più nella vittoria, anche in questo caso ha fatto sua l’intera posta in palio. L’Atalanta è colpevole di essere scesa in campo con l’intento di strappare ai granata il pareggio e alla fine, invece, si è ritrovata con nulla in mano. Ventura ha schierato la squadra con il consueto 4-2-4, in difesa i rientri di Darmian e Ogbonna e a centrocampo affiancando a Gazzi Vives e sostituendo l’infortunato Santana con Stevanovic. Colantuono si è affidato al 4-3-2-1 con in attacco Moralez e Brienza più impegnati in fase difensiva e posizionati troppo bassi che non a supportare Denis, che così non creava sufficiente profondità anche perché poco aiutato dai due compagni di reparto.

Nel secondo tempo nel tentativo si recuperare lo svantaggio mister Colantuono manda in campo a far coppia con Denis Livaja togliendo dalla mediana Radovanovic e posizionando Brienza a destra e Moralez a sinistra con Cazzola e Carmona in mezzo al campo, ma a parte il momentaneo pareggio la mossa non sortisce l’effetto sperato, seppur l’Atalanta appaia meno lenta nella manovra e un po’ più incisiva nei tentativi di impostare l’azione offensiva. L’intento di pareggiare da parte dei bergamaschi è sottolineato dal fatto che una volta segnato Colantuono toglie Moralez e inserisce Giorgi per coprirsi e difendere il risultato, mossa che alla fine non premia perché il Torino riagguanta il vantaggio con Birsa.

Nel primo tempo la partita non ha offerto grandi spunti se non in qualche occasione come il tiro di Barreto (15’) che finisce altissimo sopra la traversa dopo che il brasiliano, ben servito da Bianchi, si era inserito ottimamente trovandosi a tu per tu con il portiere avversario e lasciandosi così sfuggire clamorosamente l’occasione di siglare il suo primo gol con la maglia granata. Altri tentativi di sbloccare il risultato, tutti ad opera del Torino, al 20’ e al 40’ Cerci e 28’ Bianchi, ma Consigli è sempre attento a non farsi sorprendere e a deviare sul fondo. E’ al 42’ che si sblocca la partita quando Cerci, ben innescato da Vives e con l’Atalanta sbilanciata, d’interno sinistro fa partire il tiro indirizzando la palla sul secondo palo e infilandola in porta senza che Consigli, pur tuffandosi, riesca a intercettarla.

Nella ripresa il Torino ha provato a chiudere l’incontro in più occasioni, ma non sempre la mira è stata perfetta o Consigli è stato attento a deviare tiri per altro non così pericolosi. Però va dato atto alla squadra granata il merito di aver continuato a inseguire la vittoria anche dopo il rigore fischiato per un intervento di Gillet per allontanare la palla dai piedi di Livaja, in occasione dell’unica azione pericolosa prodotta dai bergamaschi nella partita. Il portiere granata, seppur abbia toccato la sfera, ha inevitabilmente anche impattato con l’avversario e l’arbitro Bergonzi non ha potuto far altro che decretare il penalty trasformato da Denis, con Gillet che intercetta la palla con il corpo, ma non riesce a impedire che finisca nella rete alle sue spalle. L’occasione più clamorosa tocca ancora a Barreto che al 72’ su sponda di Bianchi centra in pieno la traversa. Il Toro non ci sta a uscire dall’Olimpico con un solo punto visto poi che gli avversari a parte il rigore non hanno mai tirato in porta e ci riesce all’87 quando Darmian crossa e Birsa, anticipando Scaloni, colpisce la palla di controbalzo e la spedisce in rete.

Positivi i rientri di Darmian e Ogbonna che hanno dimostrato quanto siano giocatori attenti e affidabili e capaci di leggere le situazioni e l’andamento della partita, purtroppo non si può dire altrettanto di Stevanovic che non ha ancora ritrovato lo smalto dei momenti migliori e non è risultato incisivo nel saltare l’uomo e spesso ha perso palla. Discorso differente per Vives, che non partiva titolare dal cinque gennaio nella partita con il Catania, il centrocampista, spesso utilizzato come esterno mascherato, oggi nelle intenzioni di Ventura doveva innescare la manovra offensiva, ma soprattutto nel primo tempo è stato controllato da Moralez e Denis e in poche occasioni è riuscito ad agire come era nei piani e quando lo ha fatto ne è scaturito il gol di Cerci.

Nella ripresa Colantuono ha cambiato l’assetto della sua squadra e allora Vives qualche possibilità in più di agire l’ha avuta, ma il chiodo fisso dell’Atalanta di provare a non perdere gli ha impedito di esprimersi al meglio. Anche Bianchi è tornato a giocare dal primo minuto, ha provato riuscendoci a tratti a dialogare con Barreto e a proporsi inserendosi negli spazi in modo da creare superiorità numerica in attacco e a ricevere le imbeccate di Cerci, Birsa e Vives. Il capitano è anche andato al tiro in alcune occasioni, ma non ha avuto la fortuna di poter esultare incrementando il suo bottino stagionale di sette gol. Nel complesso la sua prestazione è stata più che sufficiente, ma lui stesso vuole fare meglio perché sa che è in grado di dare di più.

Con la vittoria sull’Atalanta il Torino si è assestato saldamente in cima alla colonna di destra della classifica a una sola lunghezza dal Parma che occupa l’ultimo posto della colonna di sinistra e a due dalle inseguitrici Sampdoria e Chievo. Nove punti separano i granata da quota quaranta e mancano tredici giornate dalla fine del campionato. Il miniciclo con squadre che lottano per lo stesso obiettivo di mantenere la categoria è iniziato nel migliore dei modi, ora la sfida che i granata devono porre a sé stessi è quella di continuare e fortemente volere i tre punti anche con Cagliari e Palermo, in questo turno rispettivamente i primi vincenti con il Pescara mentre i secondi ieri avevano pareggiato con il Chievo.

Conquistare sei punti nelle prossime due partite è alla portata del Torino, basta che ci creda fino in fondo.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]