Alessio Cerci è arrivato al Torino perché con le sue capacità deve fare la differenza e mettere nella condizione i compagni dell’attacco di segnare. Anche se la sua preparazione estiva con la Fiorentina non è stata ottimale, ormai ha avuto tutto il tempo necessario per mettersi alla pari con i compagni del Torino e acquisire la miglior forma, infatti, a sprazzi ha fatto vedere che può assolvere il compito per il quale è stato preso. Il problema è che finora Cerci si è fatto vedere a sprazzi, da lui, invece, ci si attende continuità di rendimento.
Senza le sue accelerate, senza che punti e salti l’uomo, senza che vada sul fondo e crossi o si accentri per servire un compagno o provi in prima persona il tiro in porta, senza tutto questo il Torino fa fatica a rendersi pericoloso in zona gol. Indubbiamente la stessa cosa la deve fare chi si trova sull’altra fascia, la sinistra, però le aspettative su Cerci, è inutile negarlo o far finta di non saperlo, sono maggiori. Perché sono in molti ad attendersi che lui faccia la differenza: l’allenatore che l’ha fortemente voluto, i compagni che attendono le sue giocate, la società che per la sua comproprietà ha speso 2,5 milioni di euro, i tifosi che ripongono in lui parte delle speranze per la salvezza e non ultimo Cerci stesso che a venticinque anni deve dimostrare di saper sfruttare appieno i doni che madre natura gli ha fatto.
Domenica contro il Bologna Cerci dovrà disputare novanta minuti più recupero ad alto livello com’è potenzialmente in grado di fare. La gara ha una valenza ben superiore rispetto al valore che di per sé ha perché si tratta di una partita casalinga dove il Torino finora ha conquistato quattro punti in cinque gare e dove ha lasciato almeno tre punti per strada (sconfitte con Cagliari e Parma) e per di più affronterà una squadra che ha lotta per la salvezza, quindi una diretta concorrente. Cerci ha una grande occasione sfruttarla o sprecarla dipenderà prima di tutto da lui.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
