Torino-Juventus 0-2: Vidal-Marchisio firmano il derby, scudetto a -1

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logo-juventusNeanche il cuore granata è riuscito a fermare la cavalcata “furiosa” della Juventus. Il Toro, autore di 80′ di puro sacrificio e stoica determinazione, si è arreso soltanto nei minuti finali alla squadra bianconera, poggiatasi a lungo sulle lunghe leve di Pogba (il migliore) e passata con Vidal e Marchisio: il centrocampo, insomma, l’arma letale della Vecchia Signora. Che ora è ad un punto, solo uno, dallo Scudetto.

Derby acceso, non qualitativamente eccelso, comunque nei ranghi della sportività, nonostante le previsioni nere. Attimi di tensione fuori, con le forze dell’ordine chiamate ad intervenire per separare le frange più accese degli ultras decise nel voler entrare in contatto,

Attimi di spettacolo dentro: non esaurito, l’Olimpico è stato comunque acceso dalla passione granata, con tanto di cuore gigante e toro in bella mostra. Forse frastornato dal calore del pubblico, Buffon ci ha pensato qualche secondo in più al momento della monetina, scegliendo alla fine di andare sotto la curva granata: «Meglio prendere subito i fischi», avrà pensato il capitano. Le premesse ambientali, del resto, si sono puntualmente concretizzate: aggressivo su ogni pallone, il Torino, al punto da costringere Conte a comandare più volte la difesa a 4 con lo scalzamento indietro di Lichtsteiner.

Aggressiva perché aizzata dal suo tifo, la compagine di Ventura, ma anche insidiosa perché pronta a pungere in contropiede con le spine Santana e Cerci. Tempo di adeguarsi a clima (pioggia dirompente) e ostilità, però, e la Juve ha iniziato a palesare la sua superiorità tecnica, giungendo pure due volte a conclusione con Vucinic: prima il montenegrino ha ciccato il pallone, sprecando un inserimento favoloso nel cuore della retroguardia avversaria, poi ha trovato l’opposizione di un difensore nel mentre di un’azione convulsa, conclusa con un nulla di fatto anche per evidente posizione irregolare di Pogba.

Sono state soprattutto le incursioni senza palla a mettere in difficoltà Ogbonna e compagni: quelle dell’asse di destra (Lichtsteiner-Pogba) e quelle dell’asse di sinistra (Asamoah-Vidal). Questo perché le vie centrali sono state tamponate dalla mossa della vigilia: Meggiorini di fatti a uomo su Pirlo, concentrato solo sul regista da seguire, praticamente senza compiti altri.
Spaventato, il Torino con il passare dei minuti ha guardato sempre meno verso Buffon e sempre più verso Gillet. Come esemplificato da Masiello al 35′: l’esterno granata, disturbato dalla pressione di Pirlo, ha rinunciato all’idea di rilanciare in avanti la ribattuta di un calcio di punizione ed ha finito con l’innescare il contropiede di Asamoah, non gestito a perfezione e vanificato dal fuorigioco di Marchisio (inutilmente in gol su tocco poco furbo di Vucinic). Tanto gioco bianconero, ma occasione più grande per i granata: al 43′, recuperata palla, Santana ha impegnato Buffon con un tiro a giro, potente ma non troppo angolato, alzato sulla traversa dal portiere della Nazionale.

Aspra nel primo tempo, la partita lo è stata se possibile ancora di più al principio della ripresa, complice un terreno reso paludoso dal diluvio torinese e da una sterilità della Juve che ha tenuto in vita il Toro, orgoglioso e tenace, tutto cuore e polmoni. Poi, stanchezza imperante, le due squadre hanno calato il ritmo, limitandosi al superfluo.

Una fiammata al 33′, quando Cerci è sfuggito ad Asamoah in contropiede sul versante destro e con l’esterno per poco non ha trovato il piede di Bianchi al centro dell’area. Lì, un minuto dopo, la maglia di Jonathas (subentrato ad uno stremato Meggiorini) è stata vistosamente allungata dalla trattenuta di Bonucci: era rigore, ma l’arbitro ha lasciato correre. Pronta, però, la reazione bianconera. E che reazione: al 40′, è giunta ad un soffio dalla rete, con un Pogba, ben servito da un traversone diagonale di Asamoah, incredibilmente sciupone a due metri dalla porta; pochi secondi dopo l’ha realizzata.

Vidal -ancora lui, sempre lui – ha controllato il pallone ai 30 metri, il tempo di farlo rimbalzare e lo ha scagliato nell’angolino basso alla destra di Gillet, lì dove il portiere non sarebbe mai potuto giungere. Come contro la Lazio, come contro il Milan, il gol del cileno ha chiuso le ostilità. Perché il Toro, irrimediabilmente, è crollato: ha perso i nervi (espulso Glik, al raddoppio dopo il rosso dell’andata) e preso un’altra rete. È stato Marchisio, su suggerimento di testa del subentrato Quagliarella, a spingere in porta il terzo pallone in due derby stagionali.

Anche nello stadio granata, quell’Olimpico teatro delle stagioni più tristi della storia bianconera, la Juve ha prevalso, più forte della pioggia, della stanchezza, dei ricordi. Tanto forte da essere, con 4 giornate a disposizione, ad un punto, solo uno, dallo Scudetto.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]