Torino: posizione in classifica frutto di quanto seminato

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Il Torino con i suoi otto punti (nove realmente conquistati, ma ne aveva uno di penalizzazione) occupa il sesto posto in classifica in coabitazione con Fiorentina, Genoa, Roma e Catania. Per una neo-promossa è un avvio di stagione assolutamente positivo ed è lecito domandarsi se la posizione in classifica rispecchia il valore fin qui espresso dalla squadra. Per capirlo bisogna prendere in considerazione dati incontrovertibili, come sono quelli elaborati da Panini Digital, dati che tengono in considerazione tutti gli aspetti di una partita: fase difensiva e offensiva.

I dati medi delle sei giornate disputate dicono che il Torino ha una posizione in classifica in linea sia con quanto produce in campo sia con quanto raccoglie. Possesso palla 25’:54’’ corrispondente al 49,16% e risulta al 7° posto; palle giocate 568,5 (7°); supremazia territoriale 9’:50 (10°); tiri verso la porta 12,2 (11° con Catania e Lazio); tiri nello specchio della porta 5 (9°); gol fatti 9 (4° con Lazio, Roma e Bologna); angoli 5,2 (11° con Inter); pericolosità 51,2 (8°) con un attacco alla porta avversaria del 48,7%; gol subiti 4 (3°) con una protezione dell’area del 56,03%. Questi dati corrispondono a due nette vittorie (Pescara e Atalanta), tre pareggi (Siena, Sampdoria e Udinese) e una sconfitta.

Avere una classifica in linea con il valore della squadra permette di guardare al futuro con serenità poiché finora il Torino non ha conquistato i punti casualmente o, per dirla in altri termini, grazie alla fortuna, ma è arrivato dove le sue forze e la sua capacità l’hanno condotto. Ovviamente questo non dà garanzie assolute per il futuro, ma porta ragionevolmente a ipotizzare che se il cammino proseguirà sulla strada intrapresa e se non subentreranno infortuni di giocatori chiave (ogni scongiuro è lecito) l’obiettivo di una tranquilla salvezza è raggiungibile. Magari poi se alla riapertura del calciomercato a gennaio saranno presi i giocatori che il mister ritiene utili per un ulteriore salto di qualità allora si potrà ipotizzare, senza voler fare il passo più lungo della gamba, anche un traguardo più ambizioso, soprattutto se il Torino in rapporto alle altre squadre e all’andamento del campionato risulterà con valori e forza superiori a quelli di chi deve lottare per non retrocedere. Tenere i piedi ben saldi a terra è obbligatorio dopo sei giornate, senza però dimenticare che se ci fosse la possibilità non bisogna accontentarsi del minimo sindacale.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]