Toro: è necessario cambiare modulo?

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Nell’ultimo periodo, a parte la tennistica vittoria con il Gubbio, il Torino ha dimostrato di non aver più quella brillantezza che lo aveva contraddistinto per larga parte del campionato, un pò perché a causa degli infortuni, più o meno gravi, alcuni giocatori hanno dovuto allenarsi in modo discontinuo o forzosamente rimanere fermi per periodi lunghi, un pò perché il 4-2-4 richiede un gran dispendio di energie in tutti i reparti ed infine un pò perché ormai gli avversari hanno preso le misure alla squadra di Ventura. Quindi in questo finale di torneo per rimanere in vetta e centrare l’obiettivo della A diretta, senza troppi affanni, cambiare assetto in campo potrebbe essere una soluzione.

Variare modulo non significherebbe né rinnegare il lavoro svolto sin dal primo allenamento estivo né impegnare ulteriormente i calciatori, nella parte più delicata della stagione, costringendoli ad apprendere un nuovo modo di stare in campo. Semplicemente passando al 4-3-3, per altro già utilizzato qualche volta nell’arco di questo campionato, vorrebbe dire aggiungere un uomo in più in mediana per aiutare sia la fase offensiva sia quella difensiva e alleggerire il gran lavoro che devono svolgere in particolar modo i giocatori utilizzati sulle fasce. Si sa che ogni partita di questo periodo ha un valore maggiore, soprattutto se si tratta di scontri diretti o con squadre che hanno dei traguardi da raggiungere, indipendentemente che siano per provare ad accedere alla massima divisione o evitare di retrocedere in Lega Pro.

Ventura ha puntato giustamente sul gioco collettivo e i risultati gli hanno dato ragione, però nelle ultime nove giornate lasciare che l’estro di chi ha la capacità della giocata individuale vincente venga sfruttato potrebbe essere un’altra soluzione, senza ovviamente rinunciare al gioco perché è innegabile che utilizzare il metodo palla lunga e pedalare nella speranza della spizzata vincente degli attaccanti non porta, se non in rarissimi casi, a vincere le partite. È innegabile che in ogni squadra ci siano giocatori che sono più utilizzati di altri per capacità tecniche, carattere o maggior adattamento alla concezione del gioco, però anche chi è stato tenuto un po’ ai margini nell’ultima parte della stagione può rivelarsi utile, sia perché avendo giocato meno è fisicamente riposato sia perché ha accumulato tanta voglia di mettersi in mostra e se mandato in campo sicuramente sfrutterà l’occasione della ribalta. Per conquistare il maggior numero possibile dei ventisette punti ancora in palio ogni strategia è lecita e andrebbe sfruttata fino in fondo, per non dover rimpiangere poi di non averle provate tutte o anche solo per rendere più agevole il cammino verso l’agognata meta.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]