Tutto su Delio Rossi: la scheda del nuovo allenatore viola

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Violanews.com vi propone una dettagliata scheda su Delio Rossi, nuovo allenatore della Fiorentina. Troverete la carriera del tecnico (nato a Rimini il 26 gennaio 1960), con le squadre allenate e i piazzamenti ottenuti. Sotto spazio ai tanti giocatori che Rossi ha fatto crescere calcisticamente e infine alcuni accenni sul credo tattico del mister ex Lazio e Palermo.

LA CARRIERA:

La carriera da allenatore di Delio Rossi è iniziata nelle giovanili del Foggia tra il ’91 e il ’93, mentre la prima squadra di Zeman si imponeva all’attenzione del calcio italiano. Chiamato dalla Salernitana per la sua prima avventura tra i professionisti, Delio Rossi dimostra subito la stoffa dell’allenatore vero, conquistando sul campo un ambiente molto scettico – verso una squadra giovane come il suo tecnico – e ottenendo la promozione dalla C1 alla serie B (1993/94); l’anno successivo sfiora addirittura il salto in serie A, impresa svanita all’ultima giornata. Dopo le esperienze in serie B con Foggia e Pescara, è di nuovo alla Salernitana che Delio Rossi firma un’altra impresa, stravincendo il campionato (1997/98) e riportando la formazione campana in serie A dopo 50 anni. Seguono esperienze in chiaroscuro con Genoa e, di nuovo, Pescara (esonerato) prima dell’approdo in serie A al Lecce: arrivando a gennaio al posto di Cavasin non riesce ad evitare la retrocessione, ma la stagione successiva arriva subito la promozione e, quindi, una salvezza tranquilla nella serie A 2003/04. Altro subentro nel 2004/05 all’ Atalanta, ultimissima in classifica dopo 15 giornate, che termina la stagione con la retrocessione.

Il salto di qualità nella carriera di Rossi arriva con la chiamata di Lotito alla Lazio: in 4 stagioni biancocelesti, con una squadra ricostruita con pochi soldi e tanta fantasia dall’esuberante neopresidente, ottiene nell’ordine il 6° posto (con qualificazione Uefa vanificata poi da Calciopoli), un 3° posto (e qualificazione Champions), un 12° posto (frutto delle difficoltà per il doppio impegno) e un 10° posto accompagnato, però, dalla conquista della Coppa Italia.

L’ultima esperienza di Rossi è quella al Palermo: subentra a Zenga dopo 13 giornate, (con la squadra dodicesima con 17 punti in classifica) e centra il 5° posto finale che vale la qualificazione Uefa. Lo scorso anno, con una squadra privata di alcune pedine importanti (Cavani, Simplicio, Bresciano e Kjaer), parte fortissimo poi accusa un calo: Zamparini lo esonera dopo un clamoroso 0-7 casalingo con l’Udinese, ma lo richiama dopo 4 partite di gestione Cosmi (1 vittoria e 3 sconfitte). Alla fine arriva l’ 8° posto in classifica ma anche la finale di Coppa Italia che, seppur persa contro l’Inter, permette ai rosanero di guadagnare il pass Uefa: nelle ultime 6 stagioni – cioè da quando ha guidato squadre con qualche ambizione europea (Lazio e Palermo) – solo una volta non ha conseguito l’accesso alle competizioni Uefa, almeno sul campo.

I GIOVANI:

Delio Rossi è un tecnico che ha sempre lanciato giovani nel corso delle sue esperienze da allenatore. Sono tanti i giocatori che l’allenatore riminese ha fatto esordire tra i professionisti, o che ha fatto consacrare ad alto livello. Qualche nome, tra quelli conosciuti, in ordine cronologico: nella prima esperienza a Salerno Rossi lancia in serie B il 20enne Salvatore Fresi (arrivato poi a vestire le maglie di Inter e Juventus) e il 21enne Vittorio Tosto (cresciuto tra l’altro nel vivaio viola). A Foggia si è messo in mostra il 20enne Andrea Zanchetta (che arriverà in A con Reggina, Chievo e Lecce). Nella seconda parentesi alla Salernitana, Rossi ha il merito di far esplodere il 21enne Marco Di Vaio (capocannoniere in B con 21 gol), mentre l’anno successivo lancia in serie A giovani come Ighli Vannucchi e Marco Rossi (successivamente ‘odiato’ a Firenze), rilanciando in Italia la carriera di Gennaro Gattuso, di ritorno da Glasgow.

Tanti i talenti valorizzati nel Lecce (di Corvino) come i 20enni Cesare Bovo, Cristian Ledesma e Marco Donadel; sotto la guida di Rossi si affacciano al calcio che conta il 16enne Valeri Bojinov e il 19enne Mirko Vucinic (che esploderanno poi con Zeman) e si impone all’attenzione generale Ernesto Chevanton che segna 35 gol in due stagioni. Nei sei mesi all’Atalanta (dove i vari Pazzini, Montolivo e Lazzari giocavano già in prima squadra) lancia i 18enni Marco Motta e Daniele Capelli.

Sono tanti, soprattutto, i giocatori della “sua” Lazio a dover ringraziare Delio Rossi: chi è stato lanciato in prima squadra come il 18enne Lorenzo De Silvestri e il 19enne Modibo Diakitè; chi si è affermato in serie A proveniente (magari da semisconosciuto) dalla B o dall’estero come il 20enne Valon Behrami, i 21enni Fernando Muslera e Stephan Radu o il 22enne Aleksandr Kolarov; e chi ha dato una svolta alla sua carriera imponendosi a livelli mai toccati prima in carriera: vedi Goran Pandev, Tommaso Rocchi, Stefano Mauri o Mauro Zarate (fenomenale in quella prima stagione italiana, l’unica con Rossi).

A Palermo la storia si ripete con i vari Javier Pastore e Abel Hernandez (che con Zenga stentavano a trovare spazio), con i tanti giovani fatti debuttare (lo svizzero Kasami e il ghanese Acquah, entrambi 18enni) e quelli fatti rendere al massimo delle loro possibilità, come Ezequiel Munoz (34 presenze l’anno scorso, mai impiegato in questa stagione) e soprattutto i due sloveni Josip Ilicic e Armin Bacinovic, trasformati in poche settimane da sconosciuti a fenomeni, salvo poi vederli molto più in difficoltà in questa stagione.

I prossimi saranno Ljajic, Babacar, Camporese, Salifu, Nastasic & co.?

LA TATTICA:

Delio Rossi ama schierare le sue squadre sul 4-3-3, e non potrebbe essere diversamente viste le influenze, nell’età della formazione, con Zdenek Zeman. A differenza del boemo, però, il riminese ha dimostrato nel corso della carriera carriera una certa elasticità nella disposizione degli uomini, con una certa capacità di adattamento, soprattutto nel reparto offensivo, ai giocatori della rosa (oltre alle 3 punte ha giocato anche con 1 punta e due esterni, oppure 1-2 trequartisti). Restano suoi cardini la difesa a 4 e, salvo rare eccezioni, una linea mediana composta da 3 uomini e da questo punto di vista la rosa della Fiorentina può sposarsi bene con le sue idee.

[Simone Bargellini – Fonte: www.violanews.com]