Va bene la prescrizione, ma non il premio. Gattuso e Cassano: intendiamoci. Hamsik: 40 milioni per il borderò

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Chi, ieri, solo soletto alla tastiera in compagnia solo ed esclusivamente della propria incapacità professionale, ha scritto che dopo il comunicato Figc lo Scudetto del 2006 resta all’Inter, ha sostenuto una solenne bestialità. La cosa per intenderci, in un mondo politico-sportivo come il nostro, nato democristiano e cerchiobottista e destinato a spirare e a rigenerarsi come tale, è ancora possibile. Ma la realtà, oggi, adesso, in questo momento, è ben altra: il discorso sulla revoca o meno del titolo assegnato a tavolino resta del tutto aperto e verrà deciso dai Consigli Federali del 5 e soprattutto del 18 Luglio. Non solo, bisogna fare molta attenzione al comunicato federale di ieri che usa per l’Inter e per il Milan le stesse espressioni (finalmente…equiparati cinque anni dopo, come sarebbe dovuto accadere nell’estate 2006 se fossero state ascoltate TUTTE le telefonate), in realtà marca e differenzia le posizioni: per Zamparini (Palermo), Zanzi (Atalanta) e il supplemento relativo all’ex arbitro De Santis non viene citata la parola “prescrizione”.

Quindi si tratta di una sorta di archiviazione senza se e senza ma. Per tutti gli altri , compreso il presidente dell’Inter Massimo Moratti, è invece intervenuta la prescrizione (due anni per i tesserati e quattro per le società). Il provvedimento di ieri altro non è che la diretta conseguenza del conteggio degli anni trascorsi dai fatti, non era atteso nè ci si poteva attendere qualcosa di diverso. Tuttavia leggendo il comunicato Figc relativo ai provvedimenti di archiviazione si può leggere ad esempio: ZAMPARINI/ZANZI (ATALANTA) archiviazione “perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare con riferimento alla condotta”; MORATTI/INTER archiviazione “perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte”…c’è una grandissima differenza…

Ciò che conta in questo momento è la relazione riservata e secretata per volere del presidente federale Abete di cui i consiglieri federali, anche quelli federisti, per intenderci quelli la cui fede calcistica è molto nota nel centro di Milano dove vivono i veri milanesi, disporranno dal prossimo 5 Luglio e da cui saranno volenti o nolenti vincolati. In sostanza: in questa vicenda triste nessuno dovrà mai cantar vittoria, ma certamente nessuna tifoseria era nelle condizioni ieri di poterlo fare ieri. Da oggi al 18 Luglio mancano poco più di due settimane: andranno seguite passo passo. Se continuerà il fuoco di sbarramento fatto partire da Torino per confondere le acque, significa che la portata del comunicato di ieri sarà ritenuta non positiva dal centro di Milano. Se in caso contrario cesseranno i passettini nervosi nell’atrio davanti all’ascensore, chi ha pensato che dire ad un arbitro prima di una partita ufficiale che deve migliorare il suo score con l’Inter non meritasse un premio dovrà mettersi l’animo in pace. Perchè questa è l’unica domanda cui dovrà rispondere il Consiglio Federale, non Federista, insistiamo, ma Federale, del 18 Luglio: visto che per via della prescrizione l’Inter non può più essere giudicata e pertanto non rischia alcuna pena, non sarebbe forse il caso di toglierle il premio sbattuto in faccia cinque anni fa ai milioni di sportivi che in questo paese hanno il diritto di tifare per altre squadre di calcio che non siano l’Inter?

Rino Gattuso non ha detto ad Antonio Cassano che se vuole andare all’Europeo deve giocare e quindi deve cercarsi un altra squadra. Rino Gattuso non ha detto ad Antonio Cassano di ascoltare Prandelli e di fare due più due. Gli ha detto una cosa molto più sottile e molto meno banale. Gli ha detto: con le qualità tecniche che hai, se lavori bene e ti tieni in forma, se curi il tuo corpo con attenzione e concentrazione 24 ore su 24, non esiste al mondo che tu non possa giocare nel Milan. Devi volerlo però, devi lavorare duro per ottenere quel posto e quel ruolo di primo piano a cui puoi ambire sempre per le qualità tecniche incommensurabili che ti ritrovi. Non puoi pensare però che tutto ciò al Milan ti possa essere regalato perchè il pallone lo tocchi e lo fai viaggiare in maniera divina. E’ a questo che Cassano deve pensare: lavorare per essere tirato, in forma, pronto, reattivo. Lavorare per giocare nel Milan. E quindi poter essere poi convocato in Nazionale…senza alcuna contraddizione fra la maglia rossonera e quella azzurra come del resto il Commissario tecnico aveva ampiamente detto in quella famosa conferenza stampa.

E’ incredibile, assolutamente incredibile, quello che sta avvenendo nell’Italia attraversata dal caso Hamsik. E’ la prima storia di mercato nazionale alla quale viene scritta la parola fine ogni giorno e che all’indomani si risveglia più forte e in carne di prima. Il presidente De Laurentiis non poteva essere più chiaro: Marek è incedibile, Pato vale la metà di lui, bisogna pagare 40 milioni di euro solo per vedere un suo allenamento, bisogna pagarne altrettanti per saldare le pendenze del suo borderò al momento della compilazione della nota spese, insomma nessuno ha mai parlato con me di Hamsik, il mio tavolo è costoso, non se ne parla. Adriano Galliani non è stato da meno: Hamsik non è un sogno del Milan, non è un obiettivo di mercato del Milan, non c’è mai stata trattativa, non lo abbiamo richiesto e non lo richiederemo. Quando due giganti del nostro calcio si esprimono così, l’eventuale operazione di mercato dovrebbe essere morta e sepolta. E invece prima la Pravda slovaccia, poi il dominus televisivo italiano e quindi la doppia pagina sulla Gazzetta dello Sport riservata tradizionalmente ai giocatori di una delle tre grandi (Milan, Inter e Juventus quelle, per intenderci, che non hanno bisogno dei diritti tv per guadagnare ma per perdere meno soldi dei tantissimi che già perdono e perderanno…) hanno tenuto in piedi una vicenda mediatica forte e chiara. Hamsik alla fine resterà certamente al Napoli e senza dubbi, ma da appassionati di giornali e giornalismo siamo curiosi di vedere come e chi dirà, pronuncerà o scriverà scriverà l’ultima parola, se ci sono agenti dormienti che devono aggiungere la loro e altre amenità del genere.

[Mauro Suma – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]