Il punto sul Bologna: la tranquillità non fa per noi

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Seconda sconfitta consecutiva per il Bologna, il Napoli passa al Dall’Ara senza troppi problemi e senza troppo sforzo.

E grazie, i due gol glieli abbiamo praticamente fatti noi. Peccato, ritorna un po’ di amarezza, era da tanto che non accadeva, perché quest’anno i ragazzi, nonostante tutto il  caos societario, sul campo ci avevano abituato bene. Invece adesso sul terreno di gioco si sbuffa, si arranca, non si lotta più. Normale certo, soprattutto per un club che a fine 2010 era praticamente fallito e che proprio dalla forza e dalla grinta dei propri calciatori ha ricominciato a trarre linfa vitale. Ora quegli stessi calciatori sono stanchi, molto stanchi, di testa e di gambe.

Però i tifosi, che sono abbonati o che comunque pagano il biglietto, hanno tutto il diritto di lamentarsi. E se fino a qualche settimana fa si parlava di Europa League ora c’è addirittura chi torna a parlare di salvezza. Il gioco degli eccessi, tipico di Bologna, piazza meravigliosa ma che troppo facilmente si lascia trascinare dagli eventi. Si esagerava prima e si esagera adesso, sembra banale ma come al solito la verità sta nel mezzo: il Bologna è una buona squadra, non eccezionale, con due campioni (il portiere e il centravanti), alcuni buoni giocatori e qualche onesto mestierante.

A inizio campionato avremmo pagato per trovarci nella posizione in cui siamo adesso (e poi ci sarebbero quei tre punti che qualcuno ha portato con sé in Sardegna), lontani dalle prime posizioni ma al riparo dalla zona calda della classifica, la posizione perfetta per una squadra che, nonostante alcune brillanti prestazioni, perfetta non è. Se n’è accorto da un po’ anche lo stesso mister Malesani, che ieri ha di nuovo sottolineato come in attacco serva qualcuno oltre al solito Di Vaio in grado di segnare e come nel mezzo ci sia bisogno di qualche centrocampista con il gol nei piedi. Qualcuno allora controbatte che avrebbe dovuto essere lo stesso Malesani a mettere a punto le strategie giuste per trovare realizzatori differenti dal capitano.

Io mi permetto di sottolineare solo che offrire un pallone in area a Di Vaio non è come offrirlo a Meggiorini (con tutto il rispetto) o a Paponi (con tutta l’ammirazione). Non mi pare che questi ultimi due non abbiano mai avuto le loro occasioni, ma il senso del gol è una cosa che difficilmente si può imparare se si nasce senza. Poi, se proprio vogliamo dirla tutta, oltre a una o due punte mancherebbero anche un regista (Mudingayi e Perez contrastano benissimo ma impostano così così) e un terzino destro (Casarini non lo è, Garics ha deluso e Moras non termina una partita sano da quando giocava nei pulcini del Larissa). Il futuro di Malesani alla guida del Bologna dipende proprio da questi tasselli e dalla conferma dei pezzi pregiati della rosa, in pratica dalla garanzia che la squadra possa migliorare anno dopo anno il proprio rendimento e non sprofondare nuovamente nei bassifondi.

Arriveranno queste garanzie? Basta chiederlo a Zanetti. No, a Pavignani. No, no, a Cazzola. No, cosa sto scrivendo, a Guaraldi! Ora al vertice della compagine societaria c’è lui, si è impossessato del testimone e vedremo se e quando lo cederà. Vedete, se in campo non corrono più in sede la staffetta continua. Le mie sono battute ma servono per far capire che qualche problema ancora c’è, eccome. Con la salvezza raggiunta largamente in anticipo ci sarebbe stato il tempo per sedersi attorno a un tavolo, discutere dei rinnovi contrattuali, del mercato, del futuro della società. Invece si resta inesorabilmente aggrovigliati in un presente che ogni settimana offre qualcosa di nuovo. Si parla di un nuovo CdA la prossima settimana (il quarantesimo in un mese, ci vuole un fisico bestiale), sarà la volta buona per gettare le basi della stagione sportiva 2011/2012? Ai ‘briscolini’ l’ardua sentenza.

Intanto a Verona Campedelli, Sartori e Pellissier stanno finendo di guarnire la torta realizzata in onore degli amici felsinei, che tanti e importanti traguardi hanno raggiunto insieme a loro negli ultimi anni. Qualche moralista storcerà il naso, qualcuno griderà allo scandalo, qualcuno con questo caldo preferirà andare al mare anziché allo stadio, ma io continuo a non capire per quale motivo due squadre che vogliono un punto a testa senza sporcarsi troppo le vesti dovrebbero farsi la guerra. Sia chiaro, questo lo penso io, se poi andrà diversamente che vinca il migliore, ma la classifica non cambierebbe più di tanto.

Il mio augurio è che la situazione del Bologna si chiarisca una volta per tutte e che sotto le due torri possa tornare un po’ di quiete, perché il clima venutosi a creare nell’ultimo mese alla tifoseria piace davvero poco. Si riprenda un po’ a correre in campo (specialmente nei derby con Cesena, Parma e Fiorentina) e ci si fermi un attimo a ragionare in società. Abbiamo in mano la permanenza in Serie A, una squadra più che discreta che con pochi ritocchi potrebbe diventare più che buona e un bravo allenatore. Una scenario che qui non si vedeva da secoli. Va bene che la tranquillità non fa per noi, ma vogliamo davvero rovinare tutto?

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]