Questa sera l’Inter ospitava il Livorno per l’anticipo della dodocesima giornata del campionato di Serie A. Gli uomini di Mazzarri conquistano i tre punti e aspettano lo scontro diretto tra Napoli e Juve.
Mazzarri schiera l’ormai classico 3-5-1-1 con un reparto arretrato inedito. Ranocchia, che aveva ben figurato come centrale di destra a Udine, viene riproposto nella stessa posizione, affiancato dal duttile Rolando, che si piazza in mezzo. A sinistra Samuel, che sostituisce Juan. Il motivo è che Mazzarri vuole un mancino che sappia impostare la manovra e non solo agire in fase di non possesso. Il centrocampo ha maggiore sostanza con Taider mezz’ala destra. Cambiasso, al solito, si piazza in cabina di regia, affiancato da Alvarez, ormai reinventato mezz’ala sinistra, con profitto. Sugli etserni agiranno i “titolarissimi” Jonathan e Nagatomo. Guarin dietro la prima punta Palacio è l’ultima invenzione di Mazzarri, che dopo la buona prova del Friuli concede la seconda chance al colombiano.
Nicola schiera i suoi con un 3-5-2 abbastanza speculare alla formazione nerazzurra. L’allenatore amaranto punta tutto sul tandem offensivo Siligardi-Paulinho, entrambi rapidi e bravi tecnicamente, e sui nerazzurri Duncan e Mbaye, oltre all’inamovibile Bardi tra i pali.
L’inizio di gara vede i nerazzurrri fare possesso palla, con il Livorno chiuso nella propria metà campo. Samuel riesce ad uscire aggressivo più di Ranocchia e si adatta bene al ruolo ricoperto solitamente da Juan. Nicola schiera Duncan molto alto a pressare Taider, con i due attaccanti che provano ad ingabbiare Cambiasso e rende difficile la fase di impostazione, lasciata ai difensori nerazzurri. Il resto degli amaranto aspetta l’Inter nella propria metà campo, sperando solo di ripartire, verticalizzando sulle punte. I nerazzurri trovano difficoltà ad essere incisivi, dovendo far girare il pallone con pazienza, cambiando più volte il fronte offensivo. Gli unici pericoli arrivano dagli esterni, ma i cross non vengono raccolti da una prima punta. Il gol arriva al trentesimo su un’azione sull’out di destra di Joanthan, ma con la complicità di Bardi, non preciso in uscita.
La reazione del Livorno arriva timidamente, Nicola alza un po’ il pressing delle punte, ma non arrivano palloni pericolosi verso la porta di Handanovic, se non per un paio di chiusure mancate da Nagatomo su Mbaye (il giapponese dominato fisicamente dal senegalese di proprietà nerazzurra e poco preciso in fase offensiva, nonostante una posizione più avanzata del solito). Guarin non replica i buoni spunti mostrati a tratti al Friuli ed è spesso fuori dal gioco, in una posizione che non è sua, se non quando riceve palla fronte alla porta. Nella ripresa Duncan viene sostituito da Benassi, ma il modulo resta lo stesso. Piuttosto gli amaranto aggrediscono di più e alzano il baricentro, scoprendo il fianco alle ripartenza nerazzurre, ma risultando più pericolosi con le discese degli esterni.
L’Inter ha le grandi opportunità su ripartenza, ma non vengono gestite in modo preciso da Guarin e Alvarez. Nagatomo con copre bene dalla sua parte, ed è spesso troppo alto come posizione. Alvarez finisce la birra e viene sostituto con Kovacic, che va a fare la mezz’ala sinistra ed aiuta in fase difensiva con un paio di buoni break. Nicola prova la carta Emeghara per Siligardi, per sfruttare la sua velocità contro i lenti difensori nerazzurri. Mazzarri risponde con Belfodil per Guarin (partita sottotono per il colombiano che non incide come vorrenne). L’algerino fa a fare la seconda punta a supporto di Palacio, allargandosi molto sugli esterni. A dieci minuti dalla fine Zanetti entra al posto di Taider. Mazzarri intanto fa capire di volerlo impiegare da mezz’ala di centrocampo e il capitano è accolto dall’ovazione dello stadio intero. Nel finale Jonathan ha i crampi e resta in campo per onor di firma, ma una serie di grandi giocate di Zanetti e Kovacic in contropiede mandano in porta Nagatomo (magia dell’ex Dinamo Zagabria mettere davanti a Bardi il giapponese) chiudendo la partita nel momento di massima spinta amaranto. Nel finale Zanetti ha la forza di spingere come ha sempre fatto in carriera e Kovacic si impone negli spazi aperti.
Mazzarri non convince del tutto nella scelta di riproporre Guarin alle spalle di Palacio, col colombiano che lo tradisce alla seconda chance. Il gol risolleva la prova di Nagatomo, svgato nel primo tempo e in crescita nel secondo. Kovacic fa vedere lampi di classe cristallina e un po’ di cattiveria difensiva. Taider è imprescindibile per questa squadra e mette i polmoni a servizio dei compagni. Nicola paga un primo tempo troppo remissivo e poco coraggio anche nella ripresa, non basta alzare il baricentro della squadra, infatti, a creare veri pericoli ad Handanovic. Menzione d’onore al rientro immenso di Zanetti e a Samuel capace di interpretare alla grande il ruolo di centrale di sinistra, non facendo rimpiangere Juan. Tre punti fondamentali in una delle prove più negative complessivamente per i Mazzarri boys di quest’anno, ma le grandi squadre portano a casa le partite anche così, e l’Inter studia per tornare big.
[Luca Pessina – Fonte: www.fcinternews.it]