Milan, il voto a Dinho per l’esperienza italiana. Marotta, quale futuro per la Juve? Napoli attento: al Nord non piaci

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3 gennaio 2011: apre il calciomercato italiano. Il contratto di Cassano può essere depositato, l’affare Ranocchia-Inter può essere ufficializzato e Ronaldinho è libero di trovarsi una nuova squadra. La promessa del Presidente, Silvio Berlusconi, non è stata mantenuta: “Dinho con noi fino a fine carriera”. Ci sono due partiti: chi avrebbe voluto concedere l’ennesima chance a Ronaldinho e chi gli preferisce Cassano, perché ormai la fame del brasiliano non era più paragonabile a quella dei tempi del PSG e del Barcellona. Il Gaucho in vendita lascia l’Italia senza essere entrato nella storia del club e senza aver conquistato neanche un titolo. Qualche lampo di genio ma la lampada non l’ha mai mostrata. Ha fatto bene Allegri a scaricarlo, Leonardo pensava agli amici degli amici ma, giustamente, un allenatore non deve mai guardare il nome sulla carta d’identità. Il brasiliano strappa, a malapena, la sufficienza per quanto ha fatto vedere in rossonero e per le aspettative che si erano create attorno a lui al suo arrivo. Cene brasiliane, discoteche, flirt e mercato… queste sono state le sue copertine. La prima pagina di “Gazzetta” o “Corriere dello Sport” l’ha vista raramente. Lo vedremo in Brasile, sui canali di Sportitalia, capiremo se almeno per il suo campionato è ancora un fenomeno; farà verosimilmente bene, lì si corre di meno e la differenza tra la media dei calciatori e le giovani promesse è notevole. O si vedono fuoriclasse in erba oppure calciatori sul viale del tramonto (Ronaldo, Adriano, Dinho, Roberto Carlos, Deco…).

La Juventus, per il momento, è la regina del mercato “vorrei ma non posso…”. Qualcuno spieghi al Direttore Marotta che le trattative prima si chiudono e poi finiscono sui giornali. Da Pazzini a Gila, da Dzeko a Maxi Lopez, tanto rumore per nulla. Un top club non può mettere in piazza tutti i suoi movimenti. I paradossi del Direttore che parla di una futura “cantera” bianconera ma poi manda a giocare altrove i prodotti del proprio settore giovanile (Lanzafame, Giovinco, Paolucci, Immobile). Sorensen e Giandonato, presto, potrebbero partire per un nuovo tour. In 6 mesi Andrea Agnelli ha rifondato la Juventus, adesso ha bisogno di gente che sappia confrontarsi anche con i più forti.

Il Napoli è la sorpresa del campionato, non una favola perché una piazza così fa bene a tutto il sistema calcio. Eppure Napoli inizia a dare fastidio alle società del Nord. Qualcuno vorrebbe che Mazzarri corresse di meno e, nonostante le apparenze, la rinascita dell’Inter dovrà partire proprio contro i partenopei, stesso discorso varrà 3 giorni dopo per la Juventus. Bigon sul mercato si sta muovendo (a cosa serve Kharja?), De Laurentiis dovrebbe controllare i propri interessi anche fuori dal San Paolo. Lì si gioca un’altra partita e tra una settimana non vorremmo dover dire “Noi lo avevamo detto”.

[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]