A Brescia vince il Catania del futuro

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Brescia, nel contesto più complicato della stagione: trasferta, dove non si vince da oltre un anno, con di fronte un avversario che rischia l’aritmetica retrocessione, mentre su gli altri campi tutte le concorrenti più dirette vincono.

Ebbene, pur stanti simili condizioni, proibitive come mai, il Catania sorprende tutti, forse anche sé stesso, reggendo senza patemi il peso che la vittoria sul Brescia comporterebbe, e comporterà col senno di poi, per la propria ed altrui classifica.

La squadra di Simeone entra in campo quadrata, e quadrata resta, riuscendo a mantenere per tutti e 90′ sangue freddo, concentrazione, determinazione, e la giusta cattiveria che, abbinata alla pazienza, si trasforma nel cinismo con cui riesce a capitalizzare due delle tre occasioni avute a tu per tu col portiere avversario.

Aveva fatto discutere, e molto, l’esclusione di Lopez dall’undici titolare. Eppure questa, come tutte le altre scelte del tecnico argentino, con lo scorrere dei minuti si riveleranno esatte, fino a risultare determinanti. Maturato il vantaggio Simeone chiede ai suoi giocatori di mantenere la calma, non mollare la presa, lui dalla panchina non fa eccezione, ed anche quando Iachini schiera due attaccanti (Caracciolo, De Jesus) e tre trequartisti (Eder, Diamanti, Lanzafame), decide di non sconvolgere l’assetto tattico rifugiandosi in difesa. Nasce da qui la rete del raddoppio, sull’asse Gomez – Bergessio, che al termine dei 90′ varrà la vittoria, e la salvezza.

Perché il Brescia segna, al 91′, senza merito, ma segna. Poteva esser una beffa, non lo è stata, merito d’un Catania finalmente costante, convincente, che conferma i progressi psicologici mostrati nel finale della sfida contro la Juventus, e che può suggellare con la prima vittoria in trasferta la miglior striscia esterna stagionale: 5 punti consecutivi (Bari, Juventus, Brescia). Contro la Roma, servirà una vittoria per battere il record assoluto di punti in serie, attualmente fermo ad 8 (primi mesi della gestione Giampaolo).

E’ giusto arrivi così, la salvezza, con una vittoria esterna che riqualifica la graduatoria degli etnei cancellando l’onta d’esser fanalino di coda solitario nel rendimento esterno. Riprova di maturità, culmine di una stagione e punto di partenza da cui iniziare ad edificare il Catania del prossimo anno.

Simeone ha già fatto le prove in campo: fuori Lopez, dentro Bergessio come prima punta; sulle corsie esterne Gomez e Schelotto. A centrocampo riecco Biagianti, insieme a Llama unici giocatori blindati dalla società per il mercato estivo. Lodi può prendere il posto di Ricchiuti, qualcun altro prenderà quello di Carboni (Tissone è più di un’idea, ndr), che contro la Roma ha già anticipato darà l’addio al pubblico rossazzurro. Più complessa la situazione della difesa: Silvestre, Alvarez, Andujar, andranno via? Spolli di certo resterà, Potenza e Capuano, che ha rinnovato di recente, non saranno le prime linee, anche se contro il Brescia non hanno demeritato.

Tanti elementi da metter ancora dentro al calderone: Morimoto, Bellusci, Sciacca, Catellani, Moretti, Martinho, giovani talenti, promettenti, ma ancora inespressi, sui quali il Catania dovrà provare a costruire le proprie future fortune. Intanto, la struttura c’è, la quadratura anche, la mentalità soprattutto. Andrà via Simeone, o resterà? Andrà via questo, o resterà? Non importa chi andrà, basterà trovar sostituti all’altezza per portar avanti il progetto su questo binario, ché come dice saggiamente Capuano: una squadra in grado di conquistare 34 punti in casa, è anomalo lotti per non retrocedere, perché è anomalo non riesca a vincer fuori casa.

Intanto.. c’è la Roma, poi l’Inter. Due occasione per concludere la stagione come si vorrebbe iniziasse la prossima.

[Marco Di MauroFonte: www.mondocatania.com]