Atalanta-Catania 0-0: pari giusto, poche emozioni

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BERGAMO Bergamo accoglie il Catania con una giornata di sole. Nonostante ciò non si può parlare di condizioni climatiche ottimali in quanto il clima resta rigido e i gradi orbitano attorno al 5. Dopo la sconfitta di Napoli, gli etnei affrontano un’altra trasferta su un campo ostico dove quest’anno sono cadute già tra le tante anche il Napoli di Mazzarri e l’Inter.

Maran affronta Colantuono con un modulo a dir poco spregiudicato. I quattro giocatori più di qualità vanno tutti in campo. Con Legrottaglie ancora fermo per influenza, in difesa davanti ad Andujar vanno Alvarez, Bellusci, Spolli e Capuano. Due gli interni di centrocampo, Lodi e Izco. Poi un trio di fantasia con Gomez a sinistra, Pitu a destra e Castro centrale. Tutti a supporto del bomber Bergessio. Il tecnico nerazzurro risponde con un modulo simile. A supporto di Denis ci sono la fantasia di Bonaventura e Brienza e i polmoni di Carmona, Biondini e Giorgi. Dietro conferme per i neo arrivati: Scaloni e Canini al fianco di Stendardo e Del Grosso. In porta il solito Consigli.

Aggressività si, emozioni no

Ci si aspetta molta aggressività dalle squadre nei primi minuti e questo accade davvero. I primi minuti si giocano in un fazzoletto di campo con un pressing alto da ambo i lati. Catania e Atalanta si affrontano con energia e cattiveria agonistica e si annullano a vicenda. Nel Catania il più attivo è Castro che viene sistematicamente raddoppiato. Al decimo non si è ancora visto un tiro in porta. Merito o colpa delle pessime condizioni in cui versa il manto e il fondo dell’Atleti Azzurri d’Italia. Il Catania pare a tratti attendista lasciando in mano all’avversario l’organizzazione della manovra. I bergamaschi provano a sfondare sul lato sinistra, quello dove opera Bonaventura ma i rossazzurri sono attenti. Il primo tentativo etneo  si annota al minuto 18 quando Bergessio stoppa palla al limite e si gira scagliando un sinistro che lentamente si spegne tra le braccia di Consigli.

Il campo miete la sua prima vittima alla metà  del primo tempo. Ciro Capuano deve lasciare spazio a Marchese a causa di un guaio muscolare procurato da un intervento in scivolata. La partita prosegue sul binario della noia. Dopo la velocità inerziale acquisita in partenza, il gioco si addormenta e le squadre diventano incapaci di costruire azioni pericolose. C’è molto equilibrio, accortezza in ogni zona del campo. Ogni giocatore ha il proprio marcatore, Colantuono, che difende, gioca a specchio contro il Catania più offensivo e propositivo. Il campo, duro, freddo, infido nei rimbalzi, aiuta i padroni di casa nel loro inconsueto ruolo volto più a non prenderle che a darle. Controllare il pallone è difficile, calciarlo ancora di più.

Bisogna aspettare il minuto 35 per vedere finalmente un pericolo dalle parti di Consigli. Bergessio riceve decentrato, duetta nello stretto con Barrientos e dal vertice basso dell’aria piazza un rasoterra sul secondo palo che è più un cross per Castro. L’argentino è in leggero ritardo e il pallone  si spegne sul fondo tra i sospiri di sollievo dei tifosi bergamaschi. Passano altri otto minuti e si vede anche il Papu: lascia sul posto Scaloni e scaglia un destro che costringe Consigli a mettere in angolo. Il risultato del primo tempo non può che essere a reti inviolate. A tabellino si registrano le ammonizioni di Scaloni (tocco di mano) e del duo Bergessio-Del Grosso, strattonatisi a vicenda in area bergamasca a gioco fermo.

Cambia la musica?

Il secondo tratto di gara comincia con lo stesso non-ritmo con cui si era concluso il primo. Lanci lunghi e grande fisicità  premiano più le difese che gli attacchi. Spolli e Bellusci, così come Canini e Stendardo sembrano giganti insuperabili. In mischia al 56’ i rossazzurri sprecano una occasione d’oro. Lodi pennella una punizione che trova il colpevolmente solissimo Bellusci. Il difensore catanese avrebbe il tempo di calciare al volo ma perde tempo stoppando in piena area e si fa murare dalla difesa nerazzurra.

Ma è un Catania diverso e più proteso in avanti. A confermare il momento di crescita è un contropiede che mette Bergessio in condizioni di servire Castro. L’argentino deve solo appoggiare un rigore in movimento ma liscia clamorosamente. Il tecnico bergamasco corregge la squadra, vedendola in leggera difficoltà: Carmona fa posto a Cazzola. Marcature a uomo. In avanti Denis e Brienza danno meno ambasce dei colleghi rossazzurri. Al 65’ un filtrante di Barrientos trova Izco che però invece di tirare cerca un improbabile passaggio. Sul corner è Bergessio a non trovare lo specchio. La pressione del Catania s’allenta qualche minuto dopo ed è l’Atalanta a rendersi pericolosa con un contropiede sul quale i nerazzurri sono tre contro due ma non capitalizzano la superiorità. Poco più tardi sugli sviluppi di un corner è Bonaventura ad avere sui piedi una chance importante: ad Andujar battuto, il suo pallonetto finisce a lato tra gli “oh” del pubblico di casa.

Il risultato non si sblocca neanche su punizione calciata  da Lodi. Biondini, autore del fallo, viene prima ammonito e poi sostituito da Radovanovic. Quando manca un quarto d’ora tutto fa presagire una conclusione a reti bianche. Il Catania non attacca più con convinzione, l’Atalanta non va al di là di uno sterile pressing che frutta qualche angolo e poco altro. Maran decide di giocarsi la carta Biagianti. Esce uno stanco e trasparente Gomez, in sofferenza dall’inizio del match. Dall’altro lato il neo acquisto Livaja  subentra al Tanke Denis. Nonostante i cambi le due squadre sembrano davvero non crederci e accontentarsi del pari.

Finisce con uno zero a zero giusto per quanto visto in campo. Il Catania porta via un punticino da Bergamo che la riavvicina alla Fiorentina. Certo il rammarico si consuma pensando che questa Atalanta non è quella degli anni precedenti e che credendoci o rischiando un po’ di più, il bottino sarebbe potuto essere più grasso. Quota 36 è agguantata e l’Europa non è ancora così lontana.

[Federico Caliri – Fonte: www.mondocatania.com]