Bari: Eroe di epoche lontane…

226

Un eroe d’altri tempi. Un mito per tanti, che in lui intravidero il leader, l’esempio da seguire, la guida da ascoltare. Un uomo straordinario, capace di risorgere e far resuscitare. Un giocatore venuto da lontano col sol pensiero di tornare alla luce, e trascinare con se una squadra, un popolo depresso e per troppo tempo lontano da piacevoli realtà.

Numero quattro in spalla e fascia di capitano, seppur virtuale, ben fissa al braccio. Diffcoltà annientate, limiti superati e gioie, regalate e provate, infinite. A fine stagione, un addio troppo triste per essere consumato, ed una riconferma tanto scontata quanto imprevedibile. Le offerte, infatti, tante e da tutte le parti, che non riuscirono a strappare l’eroe dalla sua storia più bella: Almiron, dopo un anno di successi e conferme, resta a Bari, rimane in Puglia, pronto a ripetere di nuovo l’avvolgente storia. Un racconto bello, ricco di fasciano che, però, non ha mai trovato la parola continua. Sino ad arrivare ai giorni nostri.

Un eroe di muffa, ormai soltando gemello di colui che fece grande, quasi da solo, una piazza intera, innamorata e rapita dal fascino latino di un atleta che mai ha rinunciato alla lotta. Ciò che, invece, ha fatto la controfigura andata in campo in questa stagione, assolutamente lontana parente e per nulla paragonabile all’eroe che fu. Un uomo normale, spaventato e depresso, scappato alla prime avvisaglie di pericolo. Un essere che si è defilato dietro un infotunio tanto lungo quanto dubbio e misterioso. Una controfigura abile, che in conferenza stampa lanciava sempre e comunque segnali di ripresa che, per sua (e non solo…) sfortuna, non sono mai arrivati veramente.

Dopo la sosta forzata, il rietro tanto atteso ed aspettato, soprattutto da parte dei supporters del galletto, che nell’argentino trovavano la forza per credere e sperare ancora nel miracolo. Un susseguirsi di mediocri prestazioni condite dall’evidente inadeguatezza alla lotta sul campo, hanno gettato nello sconforto i suoi amanti, traditi e per questo rassegnati alla fine di una storia bella ma breve, consumata troppo in fretta ed interrotta all’improvviso, in maniera traumatica.

Ora, ancora tre mesi di sofferenza e tutto sarà finito, per tutti. Lui e il suo agente a più riprese hanno promesso che, a prescindere dal destino del collettivo biancorosso, il guerriero Almiron resterà a casa, non scapperà e non lascierà una città con cui dice di avere un feeling poco comune. Si vedrà, anche se, il tradimento, è oramai stato quasi del tutto compiuto.

[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]